ungere
Solo nella Commedia, nel significato usuale di " spalmare, cospargere di olio o di altra materia grassa ".
Per indicare Eva a D., s. Bernardo ricorre a una metafora di origine biblica (cfr. Is. 1, 6): La piaga che Maria richiuse e unse, / quella ch'è tanto bella da' suoi piedi / è colei che l'aperse e che la punse (Pd XXXII 4). Eva, cedendo all'insidia del serpente, sedusse Adamo alla disobbedienza e aprì la piaga del peccato originale; Maria, generando il Redentore, con la sua maternità divina medicò e risanò il genere umano: " illa percussit, ista sanavit " (Agost. Serm. XVIII). Tutta la terzina è costruita in modo che l'idea della redenzione preceda quella della colpa: in esatta corrispondenza con aperse e punse, anche richiuse e unse sono invertiti fra loro rispetto all'ordine logico: Maria " spalmò di unguenti " la piaga, e la fece richiudere.
Negli altri esempi ricorre il participio passato con valore di aggettivo. I campioni (v.) lottano fra loro nudi e unti (If XVI 229) per offrire minor presa all'avversario (qui lo spunto è offerto da Virgilio Aen. III 281-282 " Exercent patrias oleo labente palaestras / nudati socii "). Una fiamma lambisce la piante dei piedi dei simoniaci come suole il fiammeggiar de le cose unte / muoversi pur su per la strema buccia (XIX 28).
Vale " sporco, imbrattato di cibi unti ", in If VI 16 [Cerbero] Li occhi ha vermigli, la barba unta e atra, per cui l'Anonimo chiosa: " Però che [i golosi] mangiono bruttamente ed ungonsi; la barba per la unzione ne diviene atra, cioè nera ed obscura ".