SUDAFRICANA, UNIONE (XXXII, p. 935; App. I, p. 1040; App. II, 11, p. 927)
Superficie e popolazione. - L'area dell'Unione è di 1.223.618 km2, oltre a 310 km2 delle isole Principe Edoardo (55) e Marion (255), annesse nel 1948, anche se poste 1900 km a SE di Città del Capo; oltre a ciò, potrebbero aggiungersi 823.276 km2 dell'ex colonia tedesca dell'Africa di Sud-Ovest, che l'Unione si è in pratica annessa, pur senza il riconoscimento delle N.U.; onde ne risulterebbe una superficie complessiva di 2.047.204 km2, compresi i 969 km2 della Baia della Balena (o Walvis Bay) e i circa 27.000 del cosiddetto Dito di Caprivi (o Caprivi-Zipfel). La popolazione dell'Unione Sudafricana vera e propria, al censimento 1951 era risultata di 12.671.452 ab., saliti, al censimento del 1960 (dati provvisorî) a 15.841.128, dei quali 3.067.638 bianchi, 10.807.809 indigeni, 1.488.267 di sangue misto, 477.414 asiatici. Come religione, i bianchi sono soprattutto protestanti, di varie chiese; i cattolici, al censimento 1951 erano solo 141.330, gli ebrei 108.947. C'erano poi, al censimento del 1946, anche 434.658 cattolici fra i non bianchi. Le più popolose città dell'Unione, con popolazione superiore a 100.000 ab., al censimento 1960 erano le seguenti (raggruppate per le singole province che formano l'Unione): Provincia del Capo, Città del Capo, 732.487 ab., dei quali 279.404 bianchi (questa è la popolazione della Grande Città del Capo, ossia del municipio, edei tre distretti di Bellville, Simonstown e Wynberg), Port Elizabeth, 270.815 e East London, 114.589; Natal, Durban, 655.370 (194.276 bianchi); Transvaal, Johannesburg, 1.096.541 (389.690 bianchi), Pretoria, 415.989 (202.664 bianchi), Germiston, 204.605 (84.419 bianchi), Springs, 135.231 (36.445 bianchi), Benoni, 135.467 (41.305 bianchi); Orange, Bloemfontein, 140.924 (61.213 bianchi).
Condizioni economiche. - Per quanto l'agricoltura si sia nell'ultimo quindicennio notevolmente sviluppata, essa ha tuttora importanza abbastanza limitata (soltanto il 9% della superficie totale è coltivato, e meno dello 0,5% è irrigato).
Numerose le aziende agricole europee (nel 1954 ce n'erano 115.000, ma occupavano un'area complessiva di soli 87.500 ha), che producono grano, orzo, avena, canna da zucchero, tabacco, ecc. Molte produzioni sono fortemente aumentate, ad opera sia degli europei sia degli indigeni. Quella del grano, ad es., nel 1958 fu di 6.570.000 q (su 1.167.000 ha), ben superiore quindi alla media del 1944-45, che fu di 2.800.000 q. Di granoturco, nel 1958 se ne produssero 35.990.000 q (su 3.573.000 ha), di fronte ai 20-23 milioni di q di media nel 1945-46; di zucchero se ne ottennero nel 1956 per circa 8.330.000 q, di fronte ai 5 milioni di q del 1946. Si ebbero poi 304.000 q di tabacco, su 34.000 ha, nel 1958, cioè più del doppio che nel 1946, oltre a 70.000 q di fibra di cotone e 130.000 q di semi, ecc. Si sono molto ampliate le colture di alberi da frutta, compresi gli agrumi (2.910.000 q di aranci e mandarini, 70.000 q di limoni e 120.000 q di pompelmi, nel 1958), e si è pure estesa la coltivazione della vite, diffusa però sempre nella sola provincia del Capo, su un'area di circa 74.000 ha (2.860.000 hl di vino nel 1957).
La superficie forestale è modesta e arriva a malapena a 1 milione di ha, e le aree coperte di vere e proprie foreste sono limitate alle pendici volte verso il mare di alcuni rilievi montuosi.
Non molto variato, pur accusando diminuzioni nei bovini e nei caprini, è il patrimonio zootecnico, che nel 1957 annoverava 12.042.000 bovini, 38.241.000 ovini, 5.433.000 caprini e 665.000 suini; ad essi si dovevano aggiungere (1955) 558.000 cavalli, 518.000 asini e 75.000 muli. Anche la pesca ha un peso rilevante nell'economia locale e con la sua espansione ha dato vita, recentemente, all'affermarsi di una forte industria conserviera. Nel 1958 si sono registrate 413.600 t di pescato, cui si deve aggiungere la cattura di 1616 balene, comprese quelle cacciate nei mari dell'Antartide.
Si è molto sviluppata pure l'industria manifatturiera (circa 17.000 aziende), che occupa quasi 760.000 addetti, con particolare concentrazione nelle zone che gravitano su Città del Capo, Durban, Port Elizabeth e nella parte meridionale del Transvaal. Prevalgono le industrie siderurgiche (1.585.000 t di ghisa e ferro-leghe e 1.836.000 t di acciaio, nel 1958) e quelle meccaniche, seguite dalle alimentari, tessili, chimiche, ecc.: si hanno così fabbriche di materiale ferroviario (Port Elizabeth), materiale automobilistico (Port Elizabeth e Città del Capo), materiale elettrico, prodotti sintetici (ammoniaca, benzina, resine, ecc.), fosfati e perfosfati, cellulosa, pneumatici, ecc. Ci sono importanti cotonifici (193.000 fusi e 2700 telai, nel 1957), lanifici (63.000 fusi e 1850 telai), e poi cementifici (2.725.000 t di cemento, nel 1958), pastifici, ecc. Ma sempre crescente è la già da tempo importante produzione mineraria. Nel 1958 si è prodotto oro per 549.474 kg (erano stati poco più di 381.000 nel 1946): al Witwatersrand si è aggiunto da poco il giacimento di Odendaalsrus (v. in questa App.). Dal 1951 si è iniziata l'estrazione dell'uranio, la cui produzione (26 stabilimenti di lavorazione) ha già raggiunto nel 1958 le 6200 t, assicurando all'Unione il terzo posto dopo Canada e Stati Uniti. Nel 1958 sono stati pure estratti 55.000 kg di argento, e minerali ferrosi per 1.370.000 t di ferro. Altre produzioni di grande interesse continuano ad essere (1957), pur con molte variazioni, quelle dei diamanti (2.702.000 carati), della cromite (301.900 t), dell'antimonio (circa 10.000 t), del tungsteno (167 t), del nichelio (3200 t), dello stagno (960 t), della magnesite (32.100 t), del rame (43.500 t), del manganese (253.000 t), dell'amianto (142.900 t), ecc. La produzione di carbon fossile nel 1958 ha raggiunto 37.100.000 t, di cui circa il 70% prodotte nel Transvaal, il 21% nel Natal e il 9% nell'Orange. Abbastanza rilevante anche la produzione di salmarino (219.000 t, nel 1958), a Port Elizabeth e a Brantford. La produzione di energia elettrica nel 1958 è stata di 20.050 milioni di kWh, quasi tutti di origine termica.
Il commercio estero nel quadriennio 1955-58, escluso l'oro e l'argento, ha avuto l'andamento che segue (espresso in milioni di sterline):
Le importazioni provengono soprattutto da Gran Bretagna, Stati Uniti e Germania; le esportazioni si dirigono specialmente verso Gran Bretagna, Stati Uniti, Germania, Belgio, Italia.
Finanze. - Il 14 febbraio 1961 è stata istituita una nuova unità monetaria, il rand, equivalente a metà del valore della precedente moneta, la sterlina sudafricana. La parità è passata pertanto da 2,80 a 1,40 dollari S. U. A. per unità monetaria; dal 1933 al febbraio 1961 la sterlina sudafricana era considerata alla pari con la sterlina britannica. Le finanze pubbliche dell'Unione comprendono, oltre al bilancio dell'Unione, i bilanci delle quattro province che la compongono; nell'anno finanziario terminante il 31 marzo 1958 si sono avuti disavanzi di 168 milioni di rand per il bilancio statale, di 1,2 milioni per la provincia del Natal, di 4 milioni per il Transvaal, e avanzi di 0,4 milioni per il Capo di Buona Speranza e di 0,8 milioni per lo stato libero d'Orange. Nell'esercizio finanziario 1959-60 il bilancio statale ha presentato un deficit di 70 milioni di rand, risultante da842 milioni di entrate e 912 milioni di spese. La bilancia dei pagamenti, limitatamente al saldo merci e servizî, presenta un deficit a fine 1958 (214 milioni di dollari S. U. A.) e un avanzo a fine 1959 (221 milioni di dollari) e a fine 1960 (42 milioni di dollari).
Istituto di emissione è la South African Reserve Bank, creata a Pretoria nel 1920, con filiali nelle principali città dell'Unione. Banche principali sono la Barclays Bank, la Banca olandese del Sud Africa, la Standard Bank of South Africa; esiste anche una rete di casse postali di risparmio, oltre a due banche di sviluppo, l'Industrial Development Corporation e l'Industrial Finance Corporation. A differenza degli altri paesi afroasiatici, il Sudafrica adopera frequentemente la manovra del tasso di sconto quale strumento di politica monetaria.
Nel gennaio 1958 è stato creato un nuovo istituto di mercato finanziario, la Discount House of South Africa, col compito di ricevere depositi a un saggio di interesse alquanto inferiore a quello di mercato, scontando effetti a enti che hanno bisogno di finanziamenti a breve termine. L'istituto è finanziato da alcuni gruppi finanziarî che, nel 1955, organizzarono la Union Acceptances, che provvedeva all'accettazione e allo sconto delle cambiali; l'espansione della domanda di questi servizî è risultata tale da richiedere la creazione di uno speciale istituto di sconto.
Storia. - Il governo nazionalista presieduto da Malan, costituitosi il 2 giugno 1948 in seguito alla vittoria nelle elezioni legislative del 26 maggio precedente, avviò subito l'attuazione del proprio programma di segregazione razziale della popolazione negra (apartheid). Partendo da una posizione critica verso gli stati colonizzatori europei che, con le loro preoccupazioni di assimilare, di seminare tra gli indigeni i valori culturali morali, religiosi, sociali dell'Europa, preparavano la strada alla rivolta, all'emancipazione delle popolazioni indigene dal controllo coloniale, i nazionalisti (rappresentanti della popolazione boera) affermavano che non esistevano mezze misure tra i due estremi dell'assimilazione totale o della totale separazione tra i gruppi etnici di un dato territorio, a meno che il gruppo etnico bianco non volesse attendere fatalisticamente il momento della propria totale estromissione; e poiché l'obiettivo di assimilazione non era proponibile in un Sudafrica in cui, dei 13 milioni e 915.000 ab., solo 2.906.000 erano bianchi, contro 9 milioni e 306.000 negri, 1.281.000 meticci e 421.000 asiatici, unica soluzione realistica era la politica della separazione delle razze, che mantenesse il predominio politico economico e culturale del gruppo etnico bianco. La legislazione sull'apartheid si sviluppò con misure sempre più rigide e conseguenti a misura che i nazionalisti rafforzarono in parlamento la loro maggioranza, nelle successive elezioni dell'aprile 1953 e dell'aprile 1958.
Fino a queste ultime elezioni, la serie delle leggi e dei provvedimenti amministrativi nel campo dell'apartheid furono: il Group Areas Act, approvato nel 1950 ma entrato in vigore solo nel 1955, che, dopo aver diviso la popolazione sudafricana in bianchi, indigeni (bantu) e coloured (asiatici e meticci) e avere suddiviso gli ultimi due gruppi secondo criterî etnici, linguistici e culturali, autorizzava il governo a fissare le aree di occupazione da parte dei varî gruppi, vietando ogni spostamento non autorizzato ai membri di ciascun gruppo nelle zone riservate agli altri gruppi; il Natives Resettlement Act (1954) che, in applicazione della legge precedente, concedeva al governo i poteri per espropriare le terre possedute dai membri di un gruppo nelle aree assegnate ad altro gruppo, e autorizzava le operazioni di trasferimento in massa delle popolazioni; il Bantu Education Act (1955), che trasferiva l'organizzazione scolastica degli indigeni dalle province al ministero degli Affari indigeni, imponeva alle scuole gestite dalle varie chiese la scelta fra il trasferimento al ministero degli Affari indigeni e la perdita della metà dei sussidî che ricevevano dallo stato, e fissava per l'istruzione indigena programmi basati su sole discipline di natura pratica; il Separate Representation of Voters Act (1956) - l'annosa questione che aveva provocato un conflitto tra governo e Corte suprema - che escludeva i coloured dalle liste elettorali comuni; lo Industrial Conciliation Act (1956), che vietava la convivenza in uno stesso sindacato ai bianchi e ai coloured, imponeva l'assoluta apoliticità delle organizzazioni sindacali e concedeva al ministro del Lavoro la facoltà di riservare alcuni determinati tipi di lavoro a questa o a quella razza; il Separate Universities Education Bill (1957), che escludeva indigeni e coloured dalle due università esistenti (Città del Capo e Witwatersrand) e progettava per essi una particolare scuola superiore controllata dallo Stato; il Native Laws Amendment Bill (1957), che vietava agli indigeni e ai coloured di frequentare le chiese nelle aree dei bianchi, ed estendeva la facoltà del governo di intervenire in tutte le organizzazioni che avessero membri di razze miste, per fare rispettare l'apartheid.
Iniziata da Malan, la politica di apartheid fu proseguita, dopo il ritiro di questo da primo ministro nell'ottobre 1954, da J. G. Strydom, che rimase alla direzione del governo fino alla sua morte (24 agosto 1958), e quindi da H. Verwoerd, che dal 1948 dirigeva il ministero per gli Affari indigeni.
A Verwoerd si dovette la presentazione, nei primi mesi del 1959, di due nuove leggi in tema razziale: il Promotion of Bantu Self-Government Bill che, dividendo la popolazione bantu in otto gruppi etnici (Sotho del nord, Sotho del sud, Swazi, Tsonga, Tswana, Venda, Xosa e Zulu) trasformava ogni gruppo in una specie di stato, con un consiglio territoriale nominato dal governo centrale e dotato di una certa autorità legislativa interna; e il Bantu Investment Corporation Bill, che stabiliva una limitata industrializzazione delle riserve e la creazione di zone industriali "bianche" nelle vicinanze delle riserve indigene.
Contro la politica di apartheid, oltre a vivaci reazioni internazionali in seno alle N. U. specie su iniziativa degli stati afro-asiatici, si sviluppò una notevole opposizione interna, sia ad opera dei gruppi bianchi "inglesi" organizzati nel Partito Unito e nel Partito laburista, sia soprattutto da parte dei movimenti politici indigeni: il Congresso nazionale africano e il Congresso indiano del Sudafrica, ai quali si aggiunse nel 1959, con programma più radicale, il Movimento nazionalista africano, fondato da Mangaliso Sobukwe e da Z. Matopeng. L'opposizione indigena, espressa in prevalenza con la resistenza passiva e con la propaganda, portò peraltro all'irrigidimento del governo nazionalista che nel 1951 mise al bando il Partito comunista, nel 1958 proibì ogni attività del Congresso nazionale africano, ostacolò sistematicamente ogni organizzazione sindacale e troncò con una serie di processi e di condanne l'attività degli esponenti politici della popolazione indigena. In rapporto alla lotta contro l'apertheid va ricordata l'assegnazione (ottobre 1961) ad Albert John Luthuli, ex-presidente del Congresso nazionale africano, del Premio Nobel per la pace per il 1960.
Le difficoltà internazionali dell'Unione non si limitarono al terreno della politica razziale ma trassero origine anche dalla sua insistenza a respingere ogni compromesso sulla questione dell'ex colonia tedesca dell'Africa del Sud-Ovest, che essa aveva ricevuto in mandato alla fine della prima guerra mondiale e che si era rifiutata di trasformare in amministrazione fiduciaria dopo la seconda guerra mondiale, sostenendo il proprio diritto all'annessione puta e semplice. Né minore eco negativa ebbe il proposito del governo sudafricano di mutare entro il 1960 il regime costituzionale del paese su basi repubblicane, nel senso che irritò maggiormente l'opinione pubblica britannica, già ostile per la politica razziale, e fece sviluppare tra i paesi membri del Commonwealth - soprattutto Ghana, Malesia, India e Pakistan - una tendenza a trarre occasione dal cambiamento costituzionale per escludere l'Unione Sudafricana dalla grande associazione di antichi territorî britannici.
A seguito di un referendum tenutosi fra la popolazione bianca il 5 ottobre 1960 (1.634.240 votanti su 1.800.426 iscritti: voti favorevoli 850.458) l'Unione Sudafricana è stata proclamata repubblica dal 31 maggio 1961 (Republiek van Suid-Afrika); il 15 maggio ha ritirato la domanda per la riammissione dell'Unione al Commonwealth a seguito dei pareri negativi espressi dagli altri primi ministri del Commonwealth sulla politica razziale del governo sudafricano.
Bibl.: C. W. B. Jeppe, Gold mining in South Africa, Londra 1949; D. R. Petterson, The Witwatersrand, a unique gold mining community, in Econ. Geogr., XXVII (1951), pp. 209-221; D. L. Niddrie, Uranium from the Union of South Africa, in Geography, 1955, pp. 193-194; J. H. Wellington, Southern Africa, a geographical guide, Cambridge 1955; Official Year Book of the Union of South Africa and of Basutoland, Bechuanaland Protectorate and Swaziland, Pretoria 1958. Sulle vicende politiche: Ph. Mason, An essay on racial tensions, Londra 1954; G. M. Carter, The politics of inequality, South Africa since 1948, Londra 1958; H. Eingsten, The problems of South Africa, New York 1955; L. Marquard, The story of South Africa, Londra 1955; C. Robertazzi, Breve storia del Sud-Africa, Firenze 1959.