universalmente
Vale " quanto alla natura propria di qualcosa ", " nella sua essenza propria ". Occorre in Cv II XIV 9 le cose sensibili, de le quali, universalmente pigliandole, tratta la Fisica; secondo la tradizione aristotelica, la Fisica (v.) ha come oggetto proprio le cose sensibili in quanto soggette al divenire, non in quanto ‛ questa ' o ‛ quest'altra ' cosa; essa dunque, prescindendo dai caratteri particolari del mondo sensibile, considera le cose nei loro caratteri comuni e definitori; u. va inteso perciò nel senso di " in quanto alla loro natura di cose divenienti considerata come tale ".
Analogo il valore di u. in IV VI 8 si conviene sapere che questo nostro fine, che ciascuno disia naturalmente, antichissimamente fu per li savi cercato. E però che li disideratori di quello sono in tanto numero e li appetiti sono quasi tutti singularmente diversi, avvegna che universalmente siano pur [uno], ma[lag]evole fu molto a scernere quello dove dirittamente ogni umano appetito si riposasse; in altri termini, l'appetito umano tende sempre allo stesso fine che è il suo bene proprio per rapporto alla ‛ natura ' dell'uomo in sé considerata, anche se si specifica come desiderio diverso nei vari casi in rapporto a diversi oggetti.
La forma latina universaliter occorre in Mn I III 2: il fine ad quem universaliter genus humanum Deus aecternus arte sua, quae natura est, in esse producit è il ‛ bonum commune ', cioè il fine dell'umanità intesa come collettività o società civile; III XI 11 Et hoc erit vel ipse Deus, in quo respectus omnis universaliter unitur (in Dio qualsiasi rapporto ritrova la sua unità in quanto ricondotto alla sua idea archetipa ‛ simpliciter ' considerata). In VE I VI 3 universaliter vale " nella sua totalità " ed è contrapposto a membratim, " partitamente " (revolventes et poetarum et aliorum scriptorum volumina, quibus mundus universaliter et membratim describitur); emerge qui il valore ‛ collettivo ' di u., per cui v. UNIVERSO; UNIVERSALE; con questo stesso valore il termine occorre anche in Ep VII 14 Et cum universaliter orbem describi edixisset Augustus (cioè, " si facesse il censimento di tutto il mondo "), e 1 ac universaliter omnes Tusci qui pacem desiderant (" tutti quanti "); Mn II VI 8.