UNTERPERGHER (o Unterbergher)
Famiglia di pittori trentini, durata per tre generazioni. Gli artisti più degni di ricordo furono i seguenti: Michelangelo (nato a Cavalese nel 1695, morto a Vienna nel 1758), fratello del pittore Francesco. Dapprima allievo dell'Alberti, si recò da giovane a Venezia dove si formò del tutto alla scuola del Piazzetta. Lavorò alcun tempo a Passavia; nel 1738 era a Vienna e nel 1751 fu nominato direttore di quell'Accademia. Dipinse quivi per la chiesa dei barnabiti un grande Arcangelo Michele e molte pale per le chiese di Bolzano, Caldaro, Bressanone, per i conventi di Hradiště Kroměřĭž Moravia. Al Ferdinandeum di Innsbmck diversi suoi quadri, nei quali al fondamento prettamente veneziano della sua arte si aggiunse, col tempo, qualche nota del barocco tedesco.
Francesco Sebaldo (nato a Cavalese nel 1706, ivi morto nel 1776), fratello di Michelangelo, passò presto a Venezia alla scuola del Pittoni, alla cui arte deve la sua formazione. Verso il 1736 si stabilì a Bressanone, dove dipinse per quasi quarant'anni una infinità di pale d'altare e ritratti in cui il fondo "veneziano" della sua pittura è evidente.
Cristoforo (nato a Cavalese nel 1732, morto a Roma nel 1798), nipote e scolaro dei pittori Francesco e Michelangelo. Da giovane fu qualche anno a Vienna, poi a Venezia, a Verona, dove studiò col Cignaroli, e dal 1758 a Roma. Qui conobbe il Mengs, le cui orme principalmente seguì. Si dedicò in particolare alle copie dei grandi maestri del Rinascimento, ottenendo però, anche con le sue creazioni decorative, vivi successi nell'ambiente romano. Dipinse magistrali affreschi ai soffitti della palazzina di Villa Borghese, pale d'altare, tra altre a Spoleto, Iesi, Subiaco, Gallese, Bolzano.
Ignazio (nato a Cavalese nel 1743, morto a Vienna nel 1797), fratello minore di Cristoforo, scolaro dello zio Francesco, si recò presto a Roma, dove, guidato dal fratello, s'incanalò subito nella corrente classicista romana, capitanata da Mengs, Batoni, ecc. Come il fratello, copiò le opere dei maestri antichi, e imitò talmente il Correggio, che un suo quadro fu inciso dal Morghen col nome dell'Allegri. Nel 1772 ritornò in patria e presto prese la via di Vienna, dove fu accolto tra i membri dell'Accademia e ottenne larga rinomanza.
Bibl.: I. A. Riccabona, Nachrichten, ecc., in Sammler, III, Innsbruck 1808; G. K. Nagler, in Künstler-Lexikon, XIX, Monaco 1849, p. 247 segg.; C. Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaisertums Österreich, XLIX, p. 79 segg.; K. Zimmeter, Michelangelo u. Franz U., Innsbruck 1902; R. Rasmo, Pittori e scultori di Fiemme, Trento 1914; G. Gerola, Artisti trentini all'estero, ivi 1930, pag. 31.