uomo del Similaun (Ötzi)
Mummia umana di sesso maschile ritrovata il 19 settembre 1991 in Alta Val Senales (Alpi orientali) e risalente al 3350-3100 a.C. Tale datazione assoluta corrisponde, nella storia della cultura, alla prima Età del Rame. Le denominazioni correntemente utilizzate per indicare la mummia non hanno comunque carattere di scientificità, trattandosi di invenzioni giornalistiche prive di riscontro con le classificazioni antropologiche. Da questo punto di vista, infatti, il corpo è quello di un uomo anatomicamente moderno (Homo sapiens). Un elemento di particolare interesse, che ha contrassegnato questa scoperta archeologica, è stato il recupero, assieme alla mummia, di armi (ascia, arco, faretra, frecce, coltello) vesti e utensili in buono stato di conservazione. Il sito del ritrovamento, le condizioni di giacitura del corpo e la composizione del corredo, poi, hanno portato gli studiosi a ritenere di non essere di fronte a una sepoltura ma alla testimonianza di un evento fortuito (incidente). Il fatto che un corpo umano possa essersi conservato per oltre 5000 anni viene spiegato presupponendo un processo spontaneo di disidratazione (liofilizzazione) che si sarebbe verificato grazie alle particolari condizioni dell’ambiente di alta quota (oltre 3200 m s.l.m.) in cui giaceva, caratterizzato da bassa temperatura e bassa umidità atmosferica. Svariate, e tuttora irrisolte, sono le ipotesi formulate, nel corso degli anni, sul possibile ruolo dell’uomo nella società del suo tempo, cacciatore, pastore, guerriero, sciamano, cercatore di vene metallifere, come pure sulle circostanze della morte. In questo senso particolarmente importante è stata, nel 2001, la scoperta, effettuata attraverso esame radiologico, di una punta di freccia conficcata nella spalla sinistra del cadavere. Subito dopo il recupero, a seguito di incertezze circa l’esatta ubicazione del sito di ritrovamento in rapporto alla linea confinaria italo-austriaca, il corpo venne trasferito all’Università di Innsbruck. Riconosciuta la legittima competenza sul ritrovamento archeologico della Provincia autonoma di Bolzano, la mummia è stata infine restituita all’Italia nel 1998 ed è attualmente esposta, assieme all’equipaggiamento restaurato, presso il Museo Archeologico dell’Alto Adige.