Urania (Uranìe)
Una delle nove Muse, considerata simbolo dell'astronomia per il nome che la ricollegava al cielo (οὐρανός) e quindi protettrice delle arti a essa connesse.
Posta come settima nell'enumerazione delle Muse di Apollodoro (Biblioth. I 13), U. è in rapporto con le costellazioni e con i miti relativi a ciascuna di esse. Per quanto concerne le fonti latine, si può rilevare che Virgilio non la nomina e che in Ovidio (Fast. V 55 " Excipit Uranie; fecere silentia cunctae ") non è distinta dalle altre sorelle per particolari attributi. Una posizione rilevante ed esplicitamente legata agl'influssi astrali le è assegnata invece da Cicerone Divin. I XI 17, dove l'autore mette in bocca al fratello la citazione di un lungo brano tratto dal II libro del proprio poema, per noi perduto, De Consulatu suo, introdotto con queste parole: " Sed quo potius utar aut auctore aut teste quam te? cuius edidici etiam versus... quos in secundo de consulatu Urania Musa pronuntiat ". Nella lunga serie di esametri riportati di seguito s'immagina che U. dimostri come il moto delle stelle e il loro splendore siano stati segni propizi di assenso al consolato di Cicerone e come il loro oscuramento abbia invece preannunciato il pericolo proveniente da Catilina.
Il nome di U. ricorre in Pg XXIX 41 e Uranìe m'aiuti col suo coro, dove D. assieme alle altre Muse invoca U. in particolare, perché lo aiuti, in quanto rappresenta la scienza delle cose celesti e soprannaturali, a descrivere la simbolica processione che si presenta agli occhi del poeta nel Paradiso terrestre.