Uretra
L'uretra (dal greco οὐρήθρα, derivato di οὐρέω, "orinare") è un condotto dell'apparato urogenitale che costituisce l'ultima parte delle vie urinarie e collega la vescica urinaria con l'esterno. Serve al passaggio dell'urina e nell'uomo anche del liquido seminale (v. vol. 1°, II, cap. 8: Addome, Retroperitoneo).
Nell'uomo l'uretra ha una lunghezza notevolmente superiore che nella donna (rispettivamente 16-18 cm e 3 cm circa). Il calibro nell'uomo non è uniforme e varia da 7 a 14 mm; nella donna è di circa 7 mm. Nell'uretra maschile si distinguono: la parte prostatica, così definita perché è circondata dalla prostata; la breve parte membranosa corrispondente al passaggio del canale uretrale attraverso il piano perineale; e infine la parte cavernosa, o peniena, lunga circa 12 cm, caratterizzata dalla presenza di tessuto erettile che entra a far parte del pene (v.). Ai fini clinici l'uretra viene invece distinta in anteriore e posteriore: la prima corrisponde alla parte peniena, la seconda a quella membranosa e prostatica. Lo sbocco dell'uretra maschile, o meato uretrale, si presenta come una fessura posta alla sommità del glande dietro alla quale si osserva una dilatazione (fossetta navicolare). La mucosa uretrale è ricca di piccole estroflessioni (fossette o lacune di Morgagni) e di ghiandole (ghiandole di Littré); nell'uretra anteriore è presente lo sbocco delle ghiandole bulbouretrali di Cowper e nell'uretra posteriore quello delle ghiandole prostatiche e dei dotti eiaculatori; quest'ultimo ha luogo in corrispondenza di un rilievo allungato sporgente nel lume uretrale e denominato collicolo seminale o veru montanum. Nella donna il meato uretrale si apre nel vestibolo della vagina. Sono presenti ghiandole uretrali a secrezione mucosa.
Sebbene l'apparato renale e quello riproduttivo svolgano funzioni estremamente diverse, in quasi tutti i Vertebrati si sono stabilite strette connessioni morfologiche tra i due sistemi. Questa associazione sembra dipendere essenzialmente dalla vicinanza, nell'embrione, dei territori dai quali essi derivano. Le differenze che si riscontrano, nelle varie classi di Vertebrati, relativamente all'organizzazione del sistema urinario sono spesso da imputare alla tendenza dell'apparato genitale, più precisamente delle gonadi, a utilizzare parte dei dotti urinari come sistema di trasporto dei loro prodotti. La comparsa dell'uretra è legata all'evoluzione della cloaca, una tasca ventrale localizzata nell'estremità posteriore del tronco, che comunica con l'esterno e in cui si aprono gli orifizi dei sistemi digerente, genitale e urinario. Questa struttura, che si ritiene molto primitiva, è presente in molti Pesci e nei Vertebrati terrestri fino agli Uccelli compresi. Già nei Mammiferi monotremi comincia, invece, a formarsi nella porzione prossimale della cloaca un setto orizzontale, che separa l'ultimo tratto dell'intestino dal canale urogenitale ventrale; questo riceve le vie genitali e gli ureteri ed è in connessione con la vescica urinaria. In alcuni Pesci la vescica urinaria si apre sulla parete dorsale della cloaca, mentre in altre specie dalla vescica si diparte un'uretra che sbocca all'esterno, separatamente dall'ano e dalle vie genitali. Negli Anfibi un diverticolo della parete cloacale costituisce la vescica, la cui uretra si versa nella cloaca. Nei Rettili, nei quali la vescica non è sempre presente, manca l'uretra e le aperture pari degli ureteri si trovano, in genere, sulla volta della cloaca, sopra l'orifizio anale. Anche negli Uccelli, nei quali, fatta eccezione dello struzzo, manca la vescica urinaria, non è presente l'uretra e gli sbocchi nella cloaca appaiono simili a quelle dei Rettili. Fra i Mammiferi la cloaca è presente solamente nei Monotremi, mentre nei Placentati essa si riscontra unicamente nelle fasi precoci dell'embriogenesi. Ben presto si sviluppa un setto che separa il seno urogenitale, nel quale sboccano i dotti archinefrici, di origine renale, e nella femmina anche gli ovidotti. Tra la vescica e il seno urogenitale si delimita una stretta regione tubulare che costituisce parte o tutta l'uretra dell'adulto. Nella femmina, quando scompare la membrana cloacale, la parte ventrale diviene il vestibolo, dove sbocca l'uretra, che può essere molto profondo come nei Carnivori oppure poco pronunziato, come nei Primati. Nel maschio il seno urogenitale si allunga fino al bordo inferiore del pene e tutto il dotto forma l'uretra. L'uretra maschile e quella femminile non sono perciò strutture paragonabili; quella maschile include gli omologhi dell'uretra e del vestibolo femminile.
Lo sviluppo embrionale dell'uretra nell'uomo è analogo a quello che si verifica negli altri Mammiferi placentati. Le gemme ureteriche (v. uretere) si originano come accrescimento dorsale dei corrispondenti dotti mesonefrici, la cui porzione compresa fra la gemma e la parete del canale costituisce il dotto escretore comune. In seguito a una serie di modificazioni, il dotto escretore comune di ciascun lato viene gradualmente assorbito dalla parete dorsale del canale vescicouretrale. Con il proseguire dello sviluppo questo canale viene diviso in una parte superiore dilatata e in una più bassa, ossia l'uretra primitiva. Tale struttura forma nella femmina l'uretra definitiva, nel maschio, invece, solo la parte dell'uretra che si estende dall'orifizio uretrale fino all'entrata dei dotti eiaculatori. Nello sviluppo delle altre parti dell'uretra maschile interviene la porzione inferiore del seno urogenitale definitivo. Dopo essersi formato, esso si divide in una porzione superiore, contenuta nel bacino (parte pelvica) e una porzione inferiore (parte fallica). La porzione pelvica diventa parte dell'uretra prostatica e dell'uretra membranosa.
L'uretra può essere sede di processi malformativi, infiammatori, nonché neoplastici (piuttosto rari). Soprattutto a carico dell'uretra maschile è possibile riscontrare anomalie di sbocco quali l'epispadia (sbocco sul dorso del pene) e l'ipospadia (sbocco sulla superficie inferiore del pene); quest'ultima malformazione è relativamente frequente, essa è infatti presente in circa il 4% dei neonati maschi. Nel caso in cui queste anomalie causino un ostacolo al deflusso dell'urina, appare necessario ricorrere alla correzione chirurgica (uretroplastica). Frequenti sono i fatti infiammatori principalmente di tipo infettivo. L'uretrite è un'infiammazione dell'uretra che si rivela obiettivamente con secrezione mucosa o purulenta e subiettivamente con bruciore nella minzione. La forma più importante e più nota è la uretrite blenorragica che nella sua forma acuta presenta fenomeni infiammatori assai accentuati, con abbondante secrezione giallo-verdastra, talora mista a sangue; oltre all'uretra anteriore può essere colpita anche la posteriore (uretrite totale), donde la presenza di disturbi urinari più accentuati e intorbidamento sia della prima sia della seconda urina. Nell'uretrite blenorragica cronica, attualmente divenuta più rara data la facile guarigione della blenorragia grazie alle cure antibiotiche, la sintomatologia è molto attenuata; tuttavia è sempre possibile una riacutizzazione, come pure l'insorgenza di complicazioni. Nella donna l'uretrite blenorragica decorre generalmente in modo attenuato, tanto da poter passare inosservata. Molto frequenti, specie nell'uomo, sono le uretriti non gonococciche. La secrezione uretrale è molto più scarsa che nella forma blenorragica e talora si mette in evidenza soltanto spremendo l'uretra od osservando per trasparenza l'urina, che può essere lievemente torbida o presentare filamenti. Le uretriti non gonococciche presentano in generale scarsa gravità e contagiosità; tendono però facilmente a prolungarsi o a recidivare e assai di frequente sono resistenti alle cure. Possono essere dovute a germi vari, a Chlamidya trachomatis, a Trichomonas vaginalis, a miceti, virus ecc. Esistono, infine, forme amicrobiche, nelle quali non è possibile isolare alcun agente patogeno, e forme asettiche (iatrogene, tossiche, cristalluriche, allergiche ecc.), nelle quali esiste una sofferenza della mucosa che è imputabile a cause diverse da quella infettiva.
bibl.: h. curtis, n.s. barnes, Biology, New York, Worth, 19895 (trad. it. Bologna, Zanichelli, 19943); w.j. hamilton, j.d. boyd, h.w. mossman, Human embryology, Cambridge, Heffer, 1945 (trad. it. Padova, Piccin-Nuova libraria, 19774); g.c. kent jr., Comparative anatomy of the Vertebrates, Dubuque (IA), W.M.C. Brown, 19778 (trad. it. Padova, Piccin-Nuova libraria, 19772); g. lambertini, v. mezzogiorno, Anatomia umana, Padova, Piccin-Nuova libraria, 1974; e. padoa, Manuale di anatomia comparata dei Vertebrati, Milano, Feltrinelli, 199615.