URNES
Chiesa che sorge isolata poco lontano dal villaggio di Solvornsgalden, nella Norvegia occidentale (prov. di Sogn og Fjordane), e che costituisce un eccezionale esempio della tipologia di edifici lignei medievali definiti stavkirker ('chiese a doghe'), che raggiunsero lo stadio di sviluppo più avanzato nella regione scandinava.
Scoperta dal pittore romantico norvegese Johan Christian Dahl (1788-1857) durante un viaggio attraverso il suo paese natale nel 1826, la chiesa di U. venne resa nota nel 1837 dallo stesso artista con un libretto illustrato in cui venivano presentate anche altre stavkirker che egli aveva visto durante il suo viaggio: tutte erano in cattivo stato di conservazione e rischiavano la distruzione. Lo stesso Dahl nel 1844 fondò la Società norvegese per la salvaguardia dei monumenti antichi (od. Foreningen til norske Fortidsminnesmerkers Bevaring), la cui prima attività fu quella di dedicarsi all'acquisto del maggior numero possibile di stavkirker per salvarle dalla rovina. Nel 1986 la chiesa è stata inserita nella World Heritage List dell'UNESCO.La stavkirke di U. occupa un posto di rilievo nella storia dell'architettura essenzialmente per due motivi. In primo luogo la sua costruzione presenta una versione estremamente originale della struttura della stavkirke, anche se la tecnologia di base rimane quella che prevede massicce soglie lignee - poggianti su fondazioni di pietra - cui sono ancorate le travi verticali (staver). L'interno della chiesa è invece fuori dell'ordinario: le colonne lignee che scandiscono la navata sono connesse tra loro da archi a tutto sesto, a imitazione del tipo della basilica romanica in pietra; i sostegni sono inoltre completati da capitelli lignei - figurati, in rilievo sottile - di forma cubica, sul tipo di quelli in pietra presenti nell'architettura inglese e tedesca. Sono assenti gli elementi di rinforzo, vale a dire le doghe e le forcelle orizzontali e diagonali che collegano le doghe verticali e conferiscono forza e flessibilità a questo tipo di edificio piuttosto alto e svettante, rendendolo resistente alla pressione del vento.Sulla base di queste osservazioni, negli studi relativi allo sviluppo delle stavkirker norvegesi alla chiesa di U. è stato tradizionalmente assegnato un posto iniziale, considerandola una testimonianza della fase in cui i costruttori delle chiese in legno erano ancora legati a modelli ricavati dall'architettura 'd'importazione' in pietra. Di conseguenza, questo tipo di stavkirke, del quale la chiesa di U. costituisce l'esempio più completo ed elaborato, è stato cronologicamente considerato come più antico rispetto al tipo nel quale le caratteristiche romaniche sono meno pronunciate e in cui la tecnica di costruzione, soprattutto per l'adozione dei sistemi di rinforzo sopra menzionati, raggiunse la sua fase di maggior raffinatezza. La chiesa di U. è stata perciò datata intorno all'anno 1100, in coincidenza con il momento in cui l'architettura romanica in pietra, nella sua fase più sviluppata, si era diffusa nella Scandinavia.La critica più recente ha però ribaltato questo orientamento, ritenendo il tipo di U. soltanto come una variante dell'altro tipo, meno eclettico, del quale deve essere più o meno contemporanea; ciò comporta che la datazione della chiesa di U. possa arrivare fino alla metà del 12° secolo. È stato anche sostenuto che i caratteri basilicali furono peculiari di un gruppo di stavkirker espressamente costruite nelle città per committenti regali o aristocratici, desiderosi di imprimere ai loro edifici i caratteri dell'architettura romanica che allora segnava di sé larga parte dell'Europa. Prototipo della chiesa di U. sarebbe stata una chiesa lignea eretta, secondo le fonti, presso la residenza regale di Bergen poco prima del 1100 e che sopravvisse fino all'inizio del 16° secolo.
L'altro elemento che caratterizza la chiesa di U. è l'esteso riuso degli elementi decorativi appartenenti a una chiesa precedente, e strutturalmente più primitiva (c.d. U. I), che sorgeva nel medesimo luogo. La data di costruzione di questa prima chiesa è fissata intorno al 1060 e la sua elegante decorazione è una delle massime espressioni dello stile animalistico c.d. di Urnes, che deriva il suo nome proprio dalla chiesa (v. Animalistici, Stili).Questo stile, conosciuto attraverso le pietre runiche svedesi, l'oreficeria e molti frammenti di decorazione lignea, a carattere sia laico sia religioso, provenienti dall'intera Scandinavia, si mostra nella sua forma più monumentale nell'elegante portale settentrionale della stavkirke di U. e negli altri elementi di reimpiego pertinenti alla chiesa precedente. La tecnica scultorea è superba e anche gli arti più sottili degli animali raffigurati sono scolpiti con incisione profonda nelle massicce tavole del portale. Ma la scultura può anche assumere una bidimensionalità di tipo grafico, come nella splendida resa lineare dei motivi animalistici nei pannelli reimpiegati che provengono da uno dei gâbles dell'antica chiesa.Negli anni Cinquanta e Settanta gli scavi archeologici condotti al di sotto della chiesa attuale hanno rivelato l'esistenza di fori nel terreno in cui erano in origine sistemate le doghe verticali della chiesa primitiva (c.d. U. I), secondo la più precoce fase di sviluppo della tecnologia delle stavkirker. Quando queste doghe marcirono, la chiesa venne abbattuta, ma, in un raro caso di rispetto per la tradizione, i suoi elementi ornamentali vennero risparmiati e risistemati nella nuova chiesa quando, negli anni 1130-1150, essa venne ricostruita con la nuova e migliore tecnica di fondazione.
La disposizione dei fori per le travi ritrovati negli scavi pone comunque importanti problemi: in aggiunta ai buchi riferibili alle pareti esterne della chiesa U. I, vi è anche una serie di quattro fori nella parte centrale dell'area. Le doghe infisse in questa posizione potrebbero aver semplicemente sostenuto un tetto rialzato o anche aver conferito allo spazio rettangolare una forma più centralizzata. Secondo una delle letture possibili della disposizione di questi fori, potrebbe essere stata sul sito una seconda chiesa primitiva, costruita anch'essa con la tecnica delle doghe direttamente infisse nel terreno, a definire una fase che dovrebbe quindi essere denominata U. I b.
Bibl.: O.H. Moe, Urnes and the British Isles, AArch 26, 1956, pp. 1-30; E. Hohler, The Capitals of the Urnes Church and their Background, ivi, 46, 1975, pp. 1-60; P. Anker, Stavkirkene, deres egenart og historie [Storia e caratteristiche delle Stavkirker], Oslo 1997, p. 37ss.; E. Hohler, Norwegian Stave Church Sculpture (Medieval Art of Norway), I-II, Oslo 1999.P.J. Nordhagen