Fischer, Urs
Fischer, Urs. – Artista svizzero (n. Zurigo 1973). Ha studiato fotografia alla Schule für Gestaltung di Zurigo e, dopo un periodo trascorso ad Amsterdam e poi a Londra, si è trasferito a New York. Nelle sue opere – fotografie, dipinti, installazioni che spesso stravolgono gli spazi museali e soprattutto sculture, talvolta enormi – F. rivisita tutti i generi classici della storia dell’arte (ritratti, nature morte, nudi, paesaggi, oggetti di uso quotidiano), spaziando dal barocco alla pop art, introducendo elementi di imperfezione che creano un effetto paradossale o di caducità, attraverso l’uso di materiali effimeri che, in alcuni casi, non durano neppure lo spazio di una mostra. Tra le sue opere: la serie di statue in cera come What if the phone rings? (2003), tre nudi di donna, o ILLUMInazioni/ILLUMInations (2011, Biennale di Venezia), una sedia, un ritratto dell’artista R. Stingel e una copia del Ratto delle Sabine di Giambologna fatti bruciare nel corso dell’esposizione; Bread House (2004), uno chalet di montagna a dimensioni reali di cui pavimento e soffitto sono fatti di pane; l’enorme cratere scavato nel pavimento della Gavin Brown’s enterprise di New York intitolato You (2007); la serie di TBT (2008-11), sculture biomorfe in alluminio che raggiungono fino ai 4 m di altezza; Service à la française (2009), l’istallazione-labirinto del New museum di New York costruita con ‘scatole riflettenti’, ciascuna delle quali contenente una foto (una cabina telefonica inglese, l’Empire state building, una scarpa da tennis, un’enorme bistecca, ecc.); Problem paintings (2011), serigrafie giganti che sovrappongono ai ritratti di star dell’epoca d’oro hollywoodiana verdure o oggetti come viti e catene. F. ha partecipato, alla Biennale di Venezia oltre che nel 2011, nel 2003, 2005 e 2007; mentre nel 2012 ha tenuto a Palazzo Grassi a Venezia la mostra intitolata Madame Fisscher.