URSONE (Urso)
Città della Hispania, nella Baetica, sul territorio dei Turdetani e nel convento giuridico di Astigi (Ecija): oggi Osuna.
Essa fu in origine un'importante città iberica e la sua grande fortezza con le mura munite di torri e di bastioni fu esplorata nel 1903 da A. Engel e da P. Paris, i quali misero inoltre alla luce una ricca e preziosa serie di scritture e bassorilievi iberici, oggi al Museo del Louvre, interessanti soprattutto per il tipo e il costume dei guerrieri e dei sacerdoti. Non lungi da Ursone, dove si era ritirato a svernare con il suo esercito, avvenne nel 211 a. C. la catastrofe e la morte di Gneo Scipione. Durante la guerra civile essa fu l'ultimo rifugio dei pompeiani, dopo la disfatta di Munda. Diventò poi colonia con il nome di Genetiia Iulia Urbanorum, fondendo il ricordo del nome del suo fondatore Cesare, del culto di Venere Genitrice e dell'origine dei coloni provenienti dal proletariato di Roma: si conservano ancora nel Museo di Madrid le importanti tavole bronzee (Corpus. Inscr. Lat., II, 5439) scoperte nel 1870 e nel 1874 e contenenti il testo dello statuto municipale dato alla città da Cesare nel 44 a. C.
Frugata e saccheggiata in passato prima delle ricerche di Engel e Paris, piuttosto che scavata metodicamente, essa conserva pochi resti della sua romanità, in particolare quelli di un grande teatro, di una vasta necropoli a grotte sepolcrali dipinte, chiamate Cumas de Osuna, necropoli che fu successivamente iberica, romana e cristiana, e numerose pregevoli statue scoperte nel fondo di un pozzo.
Bibl.: Per le iscrizioni, cfr. Corp. Inscr. Lat., II, pp. 191-701; Suppl. p. 851; A. Engel, e P. Paris, Une forteresse ibérique à Osuna, Parigi 1906; P. Paris, Promen. archéol. en Espagne, I, ivi 1910; G. Giraud, Les bronzes d'Osuna, in Journ. d. Savants, 1875-1877; D. De los Rios, Las Cuevas de Osuna, in Museo esp. de antig., X (1880); E. De Ruggiero, Diz. Epigr., III, p. 878; Bruns, Die Erztafeln von Osuna, in Zeitschr. f. Rechtsgesch., XII, pp. 82-126.