Uruguay
Stato dell’America Meridionale.
Popolata da indi charrúa, visitata per la prima volta dallo spagnolo J. Díaz de Solís nel 1516, la regione posta tra l’Atlantico e la riva orientale del fiume Uruguay (chiamata per questo motivo dagli spagnoli Banda oriental) per molti anni non conobbe seri tentativi di colonizzazione. Durante il 17° sec. nel territorio, ricompreso nella provincia del Rio della Plata, fu introdotto l’allevamento di bovini e ovini; con la fondazione di Colonia del Sacramento da parte dei portoghesi (1680), la Banda oriental divenne oggetto di contesa tra questi e gli spagnoli, che nel 1726 crearono il presidio di Montevideo e con la Pace di San Ildefonso (1777) videro riconosciuta la propria sovranità sulla regione. Parte del vicereame del Rio della Plata, la Banda oriental fu sottoposta amministrativamente a Buenos Aires, nei confronti della quale sorsero presto dei motivi di risentimento; anche per questo la provincia rimase inizialmente fedele alla Spagna quando Buenos Aires depose il viceré e istituì un’autonoma giunta di governo (maggio 1810). Nel febbr. 1811 un movimento indipendentista sostenuto da Buenos Aires e guidato da J.G. Artigas promosse un’insurrezione antispagnola; ben presto però gli insorti furono costretti a combattere non solo contro i realisti, asserragliati a Montevideo, ma anche contro i portoghesi e contro le stesse truppe di Buenos Aires, che considerava la Banda oriental una sua provincia e rifiutava i principi federalisti propugnati da Artigas. Riuscito a imporre la sua autorità sull’intero territorio orientale solo al principio del 1815, Artigas aprì i porti ai commercianti stranieri e distribuì le terre sottratte ai realisti ai suoi soldati. Un nuovo intervento portoghese lo costrinse però a una difficile guerriglia e nel 1821 la Banda oriental fu incorporata all’impero portoghese con il nome di Estado Cisplatino, divenendo l’anno seguente una provincia del Brasile indipendente. Nel 1825 J.A. Lavalleja alla testa di pochi uomini entrò in territorio orientale e riuscì a sconfiggere i brasiliani e a proclamare l’adesione della regione alle Province unite del Rio della Plata; ne seguì un conflitto tra queste e il Brasile, risolto con la nascita di uno Stato cuscinetto tra i due potenti vicini, la República oriental del Uruguay. I primi anni di vita dell’U. indipendente furono caratterizzati dal contrasto tra i caudillos J.F. Rivera (liberale, esponente del ceto mercantile e dell’alta burocrazia urbana, presidente nel 1830-35) e M. Oribe (conservatore, espressione dei grandi proprietari terrieri e allevatori dell’interno, presidente nel 1835-38), i cui seguaci furono detti rispettivamente colorados e blancos. La rivalità fra i due sfociò in una guerra (1838-51), cui parteciparono anche l’Argentina, a sostegno di Oribe, e Brasile, Francia e Gran Bretagna, schierati con Rivera. Conclusa con la vittoria dei colorados, la guerra lasciò il Paese in condizioni economiche disastrose. Nel 1865 Brasile e Argentina aiutarono nella conquista del potere il colorado V. Flores in cambio dell’entrata in guerra dell’U. contro il Paraguay (1865-70). I presidenti che dal 1868 succedettero a Flores, tutti espressi dal Partido colorado (PC), non seppero impedire la crescente influenza sulla vita pubblica di alcuni caudillos provinciali, alle cui violenze pose fine nel 1875 con un colpo di Stato l’esercito, che rimase al potere sino al 1890.
Nel periodo di governo dei colorados seguito alla parentesi militare si verificò una graduale ascesa dei ceti medi, delle cui esigenze si fece portatrice la corrente del PC che faceva capo a J. Batlle y Ordóñez, presidente nel 1903-07 e nel 1911-15. Questi promosse numerose riforme che fecero dell’U. uno dei Paesi più avanzati del continente americano, lo svincolarono parzialmente dalla tutela economica britannica e tolsero parte del potere all’oligarchia allevatrice, finanziaria e commerciale. Nel 1919 una nuova Costituzione introdusse il suffragio universale e attenuò il tradizionale presidenzialismo. Con la Prima guerra mondiale, nella quale si schierò a fianco degli Alleati, l’U. conobbe una fase di grande espansione economica, ma la crisi del 1929 determinò grandi difficoltà, accompagnate da una svolta autoritaria: nel 1933 G. Terra, presidente dal 1931, assunse la dittatura provvisoria. Proseguita con A. Baldomir (1938-43), la parentesi autoritaria terminò con la presidenza di J.H. Amézaga (1943-48), che nel 1945 ruppe le relazioni con la Germania e il Giappone. Dopo la Seconda guerra mondiale il Paese conobbe una fase di sviluppo e di stabilità, cui alla metà degli anni Cinquanta seguì un periodo di recessione. Nel 1958 salirono al governo i blancos (o Partido nacional, PN). Di fronte al perdurare della crisi, dilagarono gli scioperi che continuarono anche dopo il ritorno del PC al governo nel 1966. Il degrado delle condizioni di vita favorì la crescita del movimento di guerriglia urbana dei e nel 1972 il nuovo presidente M. Bordaberry decretò lo «stato di guerra interna», affidando all’esercito la lotta ai Tupamaros. Nel 1973 fu instaurato un regime militare, che nel 1976 sostituì Bordaberry con A. Méndez. La dittatura diede all’U. il triste primato mondiale della più alta percentuale di prigionieri politici in rapporto alla popolazione, mentre le condizioni economiche peggioravano ulteriormente. Il ritorno alla democrazia si ebbe con le elezioni del 1984, vinte dal colorado J.M. Sanguinetti, che dovette affrontare il difficile nodo della riconciliazione nazionale. Gli scarsi risultati colti dal PC in politica economica favorirono nel 1989 la vittoria del blanco L.A. Lacalle, ma nel 1994 si ebbe il ritorno alla presidenza di Sanguinetti. Le elezioni sancirono anche la fine del monopolio politico dei partiti tradizionali e l’affermarsi all’opposizione delle forze di sinistra, presentatesi sotto la denominazione di Encuentro progresista (EP).
La crescita delle forze di opposizione emerse clamorosamente nelle elezioni del 1999, quando il Frente amplio-Encuentro progresista divenne il primo partito sia alla Camera sia al Senato. Nelle contemporanee presidenziali il candidato delle sinistre T.R. Vázquez Rosas fu però sconfitto nel ballottaggio dal candidato colorado J. Battle. Tra il 2001 e il 2002 il Paese conobbe una nuova crisi economica legata al tracollo dell’economia argentina e le elezioni del 2004 videro l’affermazione delle sinistre: Vázquez Rosas divenne presidente con un programma basato sulla difesa del welfare e sull’inversione dell’indirizzo liberista degli anni precedenti. Nel 2010 gli è subentrato l’ex guerrigliero tupamaro J. Mujica.