usanza
Vale principalmente " consuetudine ", " costume ", " modo di vivere e di operare " comunemente seguito. Tipiche due espressioni identiche della Vita Nuova (secondo l'usanza de la sopradetta cittade, XIV 3 e XXII 3) che si riferiscono a pratiche connesse in un caso con un matrimonio, nell'altro con la morte del padre di Beatrice.
In Pd XXIII 22 tanto di là da nostra usanza, u. è " ciò che siamo soliti vedere in terra ".
Il vocabolo, con una sfumatura morale, può alludere a una " ripetizione di atti " dalla quale nasce una forma di conoscenza pratica: " Io credo ch'a lo stremo / le destre spalle volger ne convegna, / girando il monte come far solemo ". / Così l'usanza fu lì nostra insegna (Pg XXII 124); o, a un grado più elevato, l'abito della virtù: l'abito di vertude... subitamente avere non si può, ma conviene che per usanza s'acquisti, ed ellino [le populari persone] la loro usanza pongono in alcuna arte, ecc. (Cv I XI 7, e cfr. Fiore CXLVIII 5; per il rapporto abito-uso cfr. Alb. Magno Eth. II tr. I c. IV, e Tomm. Sum. theol. I II 63 2). Procedendo in questa direzione il vocabolo si approssima al senso di " consuetudine che dovrebb'essere normale ". Così in Cv III XIV 5 l'usanza de' filosofi è di chiamare ‛ luce ' lo lume, in quanto esso è nel suo fontale principio, s'invoca un usus loquendi giustificato, al di là del limite casuale, dal nesso necessario fra la causa (lume) e l'effetto (luce), e nel caso di I XII 11 si concede da lunga usanza che uomo parli di sé, il carattere retorico dell'u. è assorbito da un complesso di ragioni etiche per le quali cfr. i §§ 9 e 10.
Tale valore ‛ normativo ' dell'u. si fa esplicito in Cv IV XXVI 14 lealmente diede poi a ciascuno vittorioso, sì come era di loro lunga usanza, che era loro legge (si noti a paragone del già citato luogo di Cv I XII 11 il ripetersi dell'aggettivo lunga, che conforta l'accezione particolare del sostantivo), ed è presente anche in altre occorrenze, come in Vn XXIX 1 secondo l'usanza d'Arabia... l'usanza di Siria... l'usanza nostra, che presentano varie maniere di computare le ore; in Pg XXI 42 Cosa non è... che sia fuor d'usanza, dove l'accenno alla religïone / de la montagna (vv. 41-42) accresce la forza ‛ regolativa ' del termine: " consuetudo est altera natura ", chiosa Benvenuto; in Pd III 116 poi che pur al mondo fu rivolta / contra suo grado e contra buona usanza, " contra leges, decreta et mores ", ancora Benvenuto; un'abitudine divenuta esigenza di natura è infine alla base di Pd XXX 84 Non è fantin che sì sùbito rua / col volto verso il latte, se si svegli / molto tardato da l'usanza sua.
I sintagmi ‛ per u. ', " ordinariamente ", " usualmente " (dicemi esto motto per usanza, Rime LXI 9) e ‛ in u. ', " per abitudine " (quello Schifo si ha sempre in usanza / ch'al cominciar si mostra acerbo, Fiore XI 10) hanno precedenti nella lirica medievale, come, rispettivamente, in Bondie Dietaiuti Madonna m'è avenuto 43 " Io vedere mi pare la prima cosa / per c'omo più s'inamora per usanza " (anche Chiaro L'amore ha la natura 8 " sospiri e pianti rende per usanza ") e Stefano Protonotaro Pir meu cori alligrari 58 " eu suf [f ]ru in usanza / ca ho vistu adess'a suffirituri / vinciri prova et acquistari unuri ".