USCOCCHI
Dopo che nel sec. XIV e XV tutti gli stati balcanici furono ridotti sotto i Turchi, e nel 1526 fu disfatta l'Ungheria, ai margini dei territorî conquistati, soprattutto lungo i confini militari austro-ungheresi, si andarono costituendo nuclei di transfughi, detti Uscocchi (dal serbo-croato uskok, transfuga), che, per mezzo di un'audace guerriglia, continuarono la lotta. Il primo notevole stanziamento si formò nel castello di Clissa. Snidati di qui nel 1537, ripararono a Segna, nel canale della Morlacca, luogo aspro e opportuno per assalti di sorpresa per mare e per terra. Per quanto nominalmente stipendiati dall'Austria, traevano principale sostentamento dalle razzie e dalla pirateria. Il loro numero, originariamente di due o tre centinaia, crebbe nella seconda metà del sec. XVI sino a 2000, per essersi aggiunti banditi della repubblica di Venezia e avventurieri delle Romagne e del Lazio. In breve l'Adriatico ne fu tutto infestato, e oggetto di assalto divennero non solo le carovane e le navi turche, ma quelle di Ragusa, del pontefice e di Venezia stessa. La repubblica, che aveva il dominio e la polizia dell'Adriatico, sollecitata soprattutto dalla Porta che minacciava un intervento navale diretto, dopo avere inutilmente cercato di risolvere la situazione per via diplomatica alle corti di Graz e di Praga, si indusse a prendere energiche misure di polizia. Il 14 marzo 1592 nominò un "provveditore contra Uscocchi" nella persona di Almorò Tiepolo, che bloccò la costa austriaca e iniziò una caccia spietata contro i pirati. L'Austria parve finalmente volersi accorgere della gravità del male e inviò a Segna dei commissarî per normalizzare la, situazione. Ma pressioni, intrighi, e soprattutto la rete d'interessi economici che s'era andata intessendo intorno a quelle piraterie, rendevano l'azione assai lenta e difficile. S'aggiungevano, e non solo da parte dell'Austria, manovre per aprire un problema adriatico e mettere in discussione il dominio veneziano sul mare. Gli Uscocchi, esaltati da questi favoreggiamenti, giunsero sino a insorgere contro il commissario arciducale Giuseppe Rabatta e ad assassinarlo nella notte del 31 dicembre 1601. Il Rabatta tuttavia, insieme con il rappresentante di Venezia, aveva concordato dei capitoli sui quali la situazione si resse per alcun tempo. Ma nel 1605 gli episodî di pirateria ripresero sempre più, aggravandosi e degenerando in guerra vera e propria. Il 12 maggio 1613, per rifarsi di uno scacco subito a Lesina, gli Uscocchi assalirono, presso Carlopago, la galera veneziana di Cristoforo Venier, la trascinarono a Segna, decapitarono il capitano e fecero ludibrio del cadavere. Venezia, pur non disimpegnandosi dalle trattative diplomatiche che ormai duravano da quarant'anni, ordinò rappresaglie nei territorî costieri arciducali. Verso la fine del 1615 il provveditore contra Uscocchi Lorenzo Venier, saputo che il conte Niccolò Frangipani, luogotenente dei Croati e designato capitano di Segna, raccoglieva a Novi, presso Fiume, uomini e munizioni, diede l'assalto al castello lo espugnò e smantellò. La repubblica informata poi di movimenti militari nell'Istria e nel Friuli, concentrò le sue forze nella fortezza di Palma. Da Graz si dichiarò la guerra. Il 19 dicembre 1615 i Veneziani piombarono nel contado di Gorizia, lo devastarono e nel febbraio strinsero d'assedio Gradisca. La guerra durò fino al 26 settembre 1617, quando per intervento di Francia e Spagna si venne alla pace di Madrid, nella quale l'Austria si obbligò di trapiantare gli Uscocchi nell'interno della Croazia e di bruciarne le navi. Nell'estate successiva il trattato fu eseguito e i pochi Uscocchi ancora rimasti a Segna furono trasferiti a Otočac e a Žumberak dove si confusero con la popolazione.
Bibl.: Fonti: La legazione di Roma di Paolo Paruta (1592-95), a cura di R. Fulin e G. De Leva, voll. 3, Venezia, R. Deputaz. di st. pat., 1887; Monumenta Uscocchorum, ed. C. Horvath, voll. 2, Zagabria, Accademia Iugoslava, 1910-13; J. Tomič, Gradja za istoriju pokreta na Balkanu protiv Turaka krajem XVI i početkom XVII veka (Materiali per la storia del movimento antiturco nei Balcani alla fine del sec. XVI e all'inizio del XVII), I (1595-1606), Belgrado, R. Accademia di Serbia, 1933. Storie e monografie: M. Minuci, Historia degli Uscochi con i progressi di quella gente fino all'anno 1602, s. l. e a., ma Venezia 1602; ristampata in capo a P. M. Paolo [Sarpi], Aggiunta all'historia degli uscochi di M. Minuci continuata fin all'anno 1613, ivi 1676; id., Supplimento dell'historia degli Uscochi di M. Minuci sino all'anno 1616, ivi 1676; F. Moisesso, Historia della ultima guerra nel Friuli, libri due, ivi 1623; B. Rith, Commentarii della guerra moderna passata nel Friuli et nei confini dell'Istria et di Dalmatia, Trieste 1629; V. Joppi, Lettere storiche sulla guerra del Friuli (1616-17), Udine 1882; S. Gigante, Venezia e gli Uscocchi dal 1570 al 1620, Fiume 1904; J. Tomič, Iz istorije senjskih Uskoka 1604-07 (Dalla storia degli Uscocchi di Segna), da Letopis Matice Srpske, Novi Sad 1907; R. Cessi, La politica veneta contro gli Uscocchi in relazione alla congiura del 1618, in Nuovo archivio veneto, n. s., XVII (1909), pp. 338-84; A. Gnirs, Österreichs Kampf für sein Südland am Isonzo (1615-17), Vienna 1916; R. Cessi, Paolo Sarpi ed il problema adriatico, Città di Castello 1924; M. Kravjanski, Il processo degli Uscocchi, in Archivio veneto, a. LIX (1929), s. 5ª, vol. V, pp. 234-66.