LEI, USO DEL
L’italiano contemporaneo prevede due forme di uso dei pronomi ➔allocutivi nei rapporti interpersonali:
– il tu reciproco, riservato in genere ai rapporti informali (amicizie, famiglia, lavoro, con colleghi che si frequentano abitualmente);
– il lei reciproco, nei rapporti formali (ambito di lavoro e istituzionale fra persone che non si conoscono, rapporti gerarchici).
L’uso del voi come alternativa al lei nelle situazioni formali è quasi del tutto scomparso e sopravvive in alcuni italiani regionali meridionali.
Negli ultimi decenni il tu ha gradualmente ampliato la sua sfera d’uso, estendendosi a situazioni in cui prima non era previsto, come il rapporto tra insegnanti e studenti in certi settori della scuola. Anche gli usi non reciproci degli allocutivi sono negli ultimi decenni in forte diminuzione (ad esempio, è del 1975 una circolare che elimina nell’esercito l’uso del lei da inferiore a superiore e del tu da superiore a inferiore).
Di fronte a una diversa sensibilità dei parlanti, è consigliabile non abusare del tu in situazioni formali e mantenere il lei, specie con persone che non si conoscono.
Fino al Trecento il sistema degli allocutivi era costituito solo dal tu e dal voi come forma di rispetto. Le prime attestazioni del lei risalgono al Quattrocento, e tra Cinquecento e Seicento questo uso si diffonde gradualmente fino a diventare preponderante, probabilmente per l’influsso dello spagnolo usted.
Tra Settecento e Ottocento il lei, percepito come frutto di un influsso straniero, viene osteggiato e fino ai primi del Novecento lei / ella e voi vengono usati indistintamente. Nel 1938 il regime fascista proibisce ufficialmente l’uso del lei a favore del voi. È forse proprio questa arbitraria imposizione a sancire l’abbandono del voi nel secondo dopoguerra.