USTICA
L'isola di U. era forse nota con questo nome già ai Romani (Plin., Nat. hist., III, 92), sebbene i testi antichi rendano un'idea alquanto imprecisa della geografia delle isole al largo della Sicilia. Fra queste è ricordata Oesteodes, nota per la reclusione e la morte di un gruppo di mercenari cartaginesi ribelli (Diod. Sic., V, II, 1) e pare che U. sia stata conosciuta anche con questo nome.
L'isola conserva un notevole patrimonio archeologico la cui componente maggiore è una piazzaforte della media Età del Bronzo (1400-1200 a.C., cultura milazzese) ubicata in prossimità del mare, in contrada I Faraglioni. L'area abitata è recintata da imponenti mura difensive e si estende fin al ciglio del dirupo. La cinta muraria è rimarchevole per lo stato di conservazione e la complessità delle fasi di costruzione che in essa si sono susseguite, forse a breve distanza di tempo; di tipo ad aggere, rientra in un gruppo di fortificazioni dello stesso periodo ben documentato nell'Italia meridionale (Scoglio del Tonno-Taranto, Porto Perone, Coppa Nevigata). In base a un saggio eseguito sul ciglio della falda rocciosa sopra il mare, si è visto che in antico le mura circondavano tutto l'abitato, sia verso il mare sia verso la terra.
All'interno delle mura sorgeva un villaggio di capanne ovali di aspetto tradizionale siciliano che a un certo momento subì una radicale trasformazione dovuta all'impostazione di una rete stradale a pianta ortogonale. Le capanne ovali sono state inglobate in complessi quadrati divisi dai percorsi stradali ed entro i limiti così stabiliti sono sorti nuovi complessi anch'essi di pianta ortogonale. Il fenomeno urbanistico del villaggio de I Faraglioni è analogo allo sviluppo urbano di Thapsos presso Siracusa, dove grandi magazzini quadrati e bordati da strade rettilinee sono stati costruiti durante lo stesso periodo. Degna di considerazione è l'ipotesi secondo la quale gli stessi edifici abbiano funzionato per il commercio con la Grecia e con l'Oriente, da dove sarebbe venuta l'ispirazione per la nuova architettura di Thapsos e per l'impianto urbano di U., che regolava con precisione la disposizione delle case lungo determinate direttrici.
Una scoperta di grande interesse, in un luogo presumibilmente di culto, è la statua frammentaria realizzata con una lastra di tufo locale. I due frammenti superstiti, alti insieme 0,19 m, formano la parte superiore di una figura femminile panneggiata, con il braccio sinistro elevato e con il seno bene evidenziato. Nella parte posteriore la pietra non è lavorata, e perciò è probabile che la figura fosse esposta appoggiata contro un muro o altro fondo. Sotto il seno un disegno a spina di pesce serve a rappresentare la gonna. La posa della figura non è simmetrica: la testa è spostata verso destra, forse perché resa di profilo o perché la figura si muoveva in quella direzione. Nel contesto della media-tarda Età del Bronzo siciliana questa scultura è da considerarsi unica.
Le fasi di vita umana sull'isola anteriori alla media Età del Bronzo sono documentate da tombe a grotticella attribuibili all'Età del Rame (contrada Culannella) nonché da altri reperti trovati in grotta (Grotta Azzurra).
Si conosce U. romana (dal III sec. a.C. in poi) in base a ricerche in superficie fatte in più luoghi dell'isola e dai risultati degli scavi di cisterne sull'altura che domina l'abitato moderno (La Falconara). Ai piedi della stessa collina si trova la necropoli romana, tardo-romana e bizantina, di cui sono visibili alcune tombe ipogee. Numerosi sono stati i recuperi marini (ancore, anfore, ecc.).
La zona archeologica in contrada I Faraglioni è stata adibita a parco archeologico e si prevede un nuovo allestimento dei reperti prima custoditi nella Torre di Santa Maria sopra l'abitato.
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(R Holloway)