utile
In pratica è vocabolo esclusivo del Convivio, fuori del quale compare due volte nella Vita Nuova e una nelle Rime. Ha sempre funzione di aggettivo ed è usato con riferimento a cosa (in un esempio a persona) che reca, o può recare, vantaggio, comodo, profitto: Rime CVI 53 perché lo meo dire util vi sia, / discenderò del tutto in parte, " dal generale al particolare "; Cv IV XXVII 3 l'uomo è animale civile, per che a lui si richiede non pur a sé ma altrui essere utile.
Quando è usato come predicato, in qualche esempio regge il complemento di termine indicante la persona cui il soggetto può riuscire proficuo o un semantema formato dalla preposizione ‛ a ' e da un infinito con valore finale; entrambe queste reggenze appaiono in Cv I VIII 11 'l dono... più caro [non] può venire, se esso non è più utile ad usare al ricevitore che al datore. Per che si conchiude che 'l dono conviene essere utile a chi lo riceve, acciò che sia in esso pronta liberalitade. Il complemento di termine è inoltre attestato in Vn XII 5 Non dimandare più che utile ti sia; Cv I VIII 5 cose non utili al prenditore (qui l'aggettivo funge da attributo), e 6 conviene essere utile a chi riceve (cfr. anche i §§ 12 e 13); III VII 1 utile al mondo, 14 (due volte: una in dittologia con buona) e 15 (due volte); IV XXIII 1 (prima occorrenza) e XXX 5. Seguito da ‛ a ' e l'infinito, in Vn II 9 utile a udire; Cv IV XVII 1 cose che parevano utili a vedere.
Inoltre, ricorre come predicato in Cv I VIII 5 (seconda occorrenza), 9 (due volte), 10 (due volte) e 15 (due volte, di cui una in un'integrazione accolta da Busnelli-Vandelli ma non dalla Simonelli), IX 6 (seconda occorrenza); III X 7 questa figura è bellissima e utilissima; IV VI 17 [queste due autorità] utilissime e pienissime sono d'ogni vigore; XVII 12, XXII 1 intendo questo mio Convivio... rendere utile; XXII 3 utilissimo e necessario è questo segno vedere.
Ricorre come attributo solo in Cv I VIII 2 dare utili cose; IX 6 utile dono, e 9 darà cosa utile; IV XXII 2 e XXIV 18.