UTRECHT
(lat. Ultraiectum; Traiectum nei docc. medievali)
Città dei Paesi Bassi, capoluogo dell'omonima provincia, in gran parte corrispondente alla regione medievale dello Sticht.
Prima sede vescovile e centro ecclesiastico dei Paesi Bassi settentrionali, U. vantava un gran numero di monasteri, conventi e altre istituzioni religiose. A causa della Riforma la diocesi venne de facto sospesa dopo l'iconoclastia del 1566.L'origine di U. risale al castellum romano di Ultraiectum, fondato nel 47 d.C. come fortificazione del limes settentrionale lungo il Reno, un cui ramo, canalizzato, costituisce ancora oggi il principale asse urbano. Intorno al 200 il vallo di terra con una palizzata fu rifatto in tufo, ma intorno al 270 il castellum fu abbandonato sotto la pressione delle tribù germaniche (Het Romeinse Castellum, 1989).Gli studiosi non sono unanimi circa le prime fondazioni religiose sul sito del castellum: i risultati degli scavi (1929-1949; 1993) in rapporto alle fonti scritte hanno condotto a interpretazioni sensibilmente diverse (H.L. de Groot, 1994; Van Es, 1994; Rijntjes, 1994; Broer, de Bruijn, 1995; Stöver, 1998). Probabilmente nel primo quarto del sec. 7°, come punto di partenza per la conversione dei Frisoni, fu fondata la prima chiesa, costruzione di dibattuta collocazione e che non ebbe peraltro lunga vita. Nel 690, o poco dopo, il missionario Villibrordo, proveniente dalla Northumbria, fece erigere una chiesa sotto il titolo, tipico dei Franchi, di s. Martino, probabilmente però a N del castellum vero e proprio, sull'area chiamata più tardi Oudkerkhof ('cimitero vecchio'; Van der Tuuk, 1995). Ne assorbì il titolo la cattedrale primitiva, insediata sul luogo dell'od. duomo, la cui edificazione non sembra risalire oltre il 965 ca.; dopo un incendio essa fu restaurata e riconsacrata nel 1023 dal vescovo Adelboldo II (1010-1026) nella forma di un edificio a doppio coro (Peeters, 1966; Mekking, 1997). A S del duomo si trovavano altre due chiese: la cappella di Santa Croce (demolita nel primo Ottocento), recentemente datata all'inizio del sec. 7° (Rijntjes, 1994), e quindi probabilmente da identificare con la primitiva chiesa di età merovingia, e, al suo fianco, la collegiata dedicata al Salvatore e nota come Oudmunster (demolita dopo il 1587), verosimilmente fondata dallo stesso Villibrordo poco più tardi del 700 (Stöver, 1998). Un coperchio di sarcofago a decorazioni geometriche (Utrecht, Centraal Mus. Utrecht), rinvenuto in occasione di scavi fra le sue fondamenta, risale infatti a quell'epoca.Un'intensa attività edilizia fu svolta dal vescovo Bernoldo (1027-1054), il quale, con il sostegno dall'imperatore Enrico III, fondò sia le collegiate dedicate a s. Pietro e a s. Giovanni Evangelista, sia l'abbaziale di S. Paolo, di cui resta il prospetto del braccio meridionale del transetto; forse si prevedeva già anche la costruzione, avvenuta però successivamente, della chiesa di S. Maria, entro un ambizioso progetto su scala urbanistica in cui le quattro chiese, che fanno diretto riferimento alle quattro basiliche maggiori romane, sono poste in forma di croce intorno alla cattedrale. È possibile che all'origine di queste fondazioni vi siano state donazioni seguite alla morte, avvenuta a U. nel 1039, del padre di Enrico, l'imperatore Corrado II, il cui cuore fu sotterrato nel duomo (Hoekstra, 1988; Mekking, 1988; 1991). Inoltre, lo stesso Bernoldo fu il committente delle chiese di S. Lebuino (Grote Kerk) a Deventer (v. Overijssel), St. Martin a Emmerich, appena oltre il confine tedesco, e probabilmente anche della S. Walburga (Grote Kerk) a Zutphen (v.). La chiesa dedicata a s. Pietro e la chiesa poco più piccola e più recente dedicata a s. Giovanni furono in origine basiliche a copertura piana su colonne, di modello renano, avvicinabili in particolare al St. Georg di Colonia. Il transetto e il coro del S. Pietro furono voltati nel primo Duecento. Dopo l'incendio del 1148 le colonne del S. Giovanni vennero trasformate in pilastri; la parte absidale fu invece completamente rinnovata nel Quattrocento. Nel 1674 un uragano devastò le parti occidentali di entrambe le chiese e solo in quella di S. Pietro si è conservata la cripta, dove si trova la tomba di Bernoldo. Singolari sono qui, come pure nella cripta della chiesa bernoldiana di Deventer, i disegni geometrici incisi sulle colonne, fra cui motivi a spirale. Altri edifici bernoldiani sono, a N-O del duomo, il palazzo imperiale, detto Lofen, e, sul lato S-O, il palazzo vescovile. Tra essi correva, fin dal sec. 12°, una via utilizzata anche come percorso processionale, proveniente dalla chiesa di S. Maria, dove l'imperatore indossava la veste a lui riservata per le cerimonie liturgiche, e che si arrestava di fronte al corpo occidentale della cattedrale (Mekking, 1988). Del palazzo del Lofen, che si estendeva al di fuori del castellum, si è conservata sotto le case più recenti (edifici in Domplein, 16) parte del sotterraneo a due navate con colonne a capitelli caliciformi.Di notevole rilievo era la chiesa di S. Maria, demolita nel 1844 dopo secoli di degrado, ma ben documentata, soprattutto nei numerosi disegni e quadri di Pieter Saenredam (1597-1665). Essa era stata costruita dal 1085 ca. come basilica a sistema alternato dal vescovo Corrado (1076-1099), che era stato canonico a Magonza; ciò spiega il forte carattere renano dell'edificio. Dopo un'interruzione dei lavori, la chiesa fu terminata probabilmente fra il 1134 e il 1138 secondo un nuovo progetto, con atrio, matronei, pseudo-transetti e volte con costoloni a sezione rettangolare; questi ultimi due elementi sono di origine lombarda, come nella già cattedrale di Novara e in S. Maria del Popolo a Pavia (Timmers, 1971; Bosman, 1990). Poco più recenti sono gli pseudo-transetti dell'abbaziale di Rolduc e della chiesa della Vergine a Maastricht (v.), dove pure furono previsti costoloni simili. Evidentemente la chiesa di U. ha in questo gruppo la priorità, quantunque i contatti con l'Italia settentrionale siano qui occasionali, mentre sono assai più frequenti nella regione mosana. Il chiostro, costruito in due fasi fra la fine del sec. 11° e la metà del 12°, si è in gran parte conservato. Pur se ricostruita nel periodo tardogotico, la chiesa di S. Nicola conserva importanti parti romaniche: il corpo occidentale a due torri, innalzato nel secondo quarto del sec. 12°, e i pilastri d'incrocio della navata a matronei costruita nel 1150 ca., sul modello della S. Maria. Nel 1200 ca. la chiesa fu coperta con volte a costoloni a sezione rettangolare. Sulla volta occidentale del presbiterio si trovano frammenti notevoli della decorazione dipinta duecentesca.Già l'anno successivo all'incendio della città del 1253 fu posta la prima pietra dell'od. duomo gotico, ma solo dopo il 1288 si cominciarono ad avere estensivi lavori e verso il 1300 fu terminato l'ordine inferiore del coro ad ambulacro con cappelle radiali. Dopo un cambiamento di progetto, i lavori si protrassero lentamente verso O; nel capocroce, la parte superiore del coro venne iniziata solo nel tardo sec. 14° e poco dopo il 1450 le navate laterali del transetto vennero cancellate dal progetto. Nel 1517 i lavori furono sospesi, quando mancavano ancora le volte sul transetto e sulle navate, e soprattutto gli archi rampanti, il che fu la causa principale del crollo dell'intero corpo longitudinale avvenuto con l'uragano del 1674. Le parti rovinate vennero definitivamente demolite nel primo Ottocento. Il duomo è da considerarsi una variante ridotta dello schema della cattedrale gotica francese. Le poco profonde cappelle radiali sono state unificate alle campate corrispondenti dell'ambulacro, motivo che si riscontra per la prima volta nel coro della cattedrale di Soissons, terminato nel 1212, pervenuto a U. forse tramite il coro della cattedrale di Tournai, cominciato nel 1243. Ci sono però molti altri elementi (contrafforti, finestre, capitelli, nicchie per il lavabo liturgico) che fanno pensare che l'architetto sia giunto dal cantiere del duomo di Colonia, iniziato pochi anni prima, nel 1248. È inoltre da notare che la diocesi di U., all'epoca l'unica in terra olandese, fu sempre suffraganea dell'arcidiocesi di Colonia. Le cappelle sul lato meridionale del presbiterio furono terminate intorno al 1320; sul lato settentrionale la cappella Van Sierck e la sagrestia vennero costruite tra il 1320 e il 1360; nel tardo sec. 15° fu poi aggiunta la biblioteca. A S del coro si trova il chiostro, assai restaurato all'esterno, cui si diede inizio alla fine del 14° secolo.Il massiccio ma elegante campanile, eretto fra il 1321 e il 1382, è più della chiesa frutto di un disegno di spiccata originalità: manca di contrafforti ed è distinto in tre settori di dimensioni decrescenti, a cannocchiale, i primi due a pianta quadrata e il superiore ottagonale, per un'altezza totale di m 112; le balaustrate alte furono aggiunte nel Cinquecento. Al posto di una cuspide in pietra, come forse previsto, si costruì a coronamento una bassa terminazione lignea. Sopra l'arcone di passaggio che occupa il livello terreno si trovano due cappelle, di cui quella inferiore accessibile dal palazzo vescovile e collegata in origine alla chiesa tramite un ponte. Questo schema insolito ricorda forse il corpo occidentale della cattedrale primitiva. È da notare, inoltre, che al posto di una facciata a due torri, consueta in questo schema di cattedrale, ne compare qui una con isolato torrione centrale, in posizione avanzata e di dimensioni gigantesche, singolarità spiegabile solo in parte con il diritto al libero passaggio dei canonici di Oudmunster. Il campanile ha trovato numerose imitazioni: a Maastricht, Groninga (v.), Amersfoort, Rhenen, Wijkbij-Duurstede, Elst. Esso è riecheggiato anche dai campanili più modesti dello Sticht, come ad Amerongen, Eemnes-Buiten, Houten, Loenen, Montfoort.Ulteriori costruzioni religiose della città si presentano ancora oggi nella loro veste medievale, per lo più risalente all'epoca tardogotica. Tra queste, la S. Gertrude, la S. Caterina, il grande tempio civico costituito dalla Buurkerk, dedicata alla Vergine, e l'ampia chiesa di S. Giacomo, struttura 'a sala' quattrocentesca che ingloba al suo interno, in asse, la torre dell'edificio che l'ha preceduta.Dell'architettura civile si sono conservati a U. brani importanti, in particolare cantine a una o a due navate, come presentano le case chiamate Groot Lichtenberg (Stadhuisbrug, 1) e Rodenburg (Oudegracht, 218), del tardo sec. 12°, e in Lijnmarkt, 6-8, dell'inizio del 13° secolo. Nel sec. 12° si adoperavano per la costruzione soprattutto blocchetti di tufo (come appare nei resti della casa di Choorstraat, 7), nelle parti primitive della casa Drakenburg (Oudegracht, 114) e nella facciata posteriore con finestre romaniche di quella che fu forse l'ex-canonica di Oudmunster (Wed, 5-7). Le residenze più importanti si trovavano sull'Oudegracht - principale canale della città - nel tratto presso il Municipio. Nel Duecento fu introdotto il laterizio; tipici gli stadskastelen, slanciate case-torri a carattere difensivo, tra cui i palazzetti Oudaen (Oudegracht, 99), Drakenburg e Groot Blankenburg (Oudegracht, 114, 121). Simile è l'ex-canonica del duomo (Achter de Dom, 7), costruita intorno al 1400. Lungo l'Oudegracht e il Nieuwegracht le cantine continuano sotto la strada fino alle banchine lungo i canali.Per quanto concerne la scultura, intorno al 1150 un maestro di un cantiere renano scolpì i due capitelli con squisite decorazioni provenienti dall'abbazia di S. Paolo (Utrecht, Centraal Mus.). Dal confronto con le due statue da St. Odiliënberg (Amsterdam, Rijksmus.) risulta che l'immagine di S. Giovanni Battista (Utrecht, Centraal Mus. Utrecht), proveniente dal S. Giovanni, dove ornava probabilmente l'ambone, è da attribuire a un cantiere di Maastricht o di Liegi della fine del sec. 12°; il materiale, arenaria carbonica, è del resto tipico di quella zona. Poco più antichi, cioè del 1160-1170, sono quattro rilievi (Crocifissione, Giudizio di Pilato, Pie donne al sepolcro, angelo), ritrovati nel 1965 nel coro di S. Pietro. È molto probabile che la loro attuale collocazione, sopra la scala tra le navate e il coro sopraelevato della chiesa, sia quella originale. Lo stile è vicino a Maastricht e a Liegi, anche se con forti riferimenti campionesi. Mosano è anche lo stile del fonte battesimale del 1200 ca. in pietra di Namur, proveniente dal S. Pietro (Utrecht, Mus. Het Catharijneconvent). Del secondo quarto del sec. 13° sono i capitelli renani superstiti dalle case dette Fresenburg e Clarenburg (Utrecht, Centraal Mus.). Nel sec. 14° sculture funerarie furono ordinate nella regione mosana e a Tournai, dove i maestri si erano specializzati nella lavorazione della locale pietra nera (Tummers, 1992; 1994). Provengono da Tournai la tomba di Guy d'Avesnes (m. nel 1317), nel duomo, i pochi frammenti ivi rimasti dalla tomba del vescovo Jan van Arkel (m. nel 1378) e la tomba del vescovo consacratore del duomo, Boudewijn van Sterckenborch (m. nel 1366), di cui rimane solo la figura giacente, originariamente nell'abbazia di S. Servazio a U. e ora nella chiesa di Westbroek presso la città. In pietra di Namur, e piuttosto mosano come stile, è il frammento della figura giacente della tomba del 1380 ca. di un membro della famiglia Drakenborch (Utrecht, Centraal Mus.). Della stessa epoca e zona è la tomba, pure in pietra di Namur, con quattro figure giacenti della famiglia Van Aemstel en Ysselstein nella chiesa di IJsselstein a S del capoluogo.Nella scultura del Trecento si riscontrano anche differenti orientamenti, come dimostra la decorazione di alta qualità scolpita probabilmente da maestri renani nelle cappelle Van Arkel e d'Avesnes del duomo, a grandi linee terminate nel 1318. Forse d'importazione diretta da Colonia sono due mensole di camino con rappresentazioni allegoriche (1340 ca.; Utrecht, Centraal Mus.). Intorno al 1375 un maestro vestfalico, probabilmente di Münster, scolpì nello stile del Gotico internazionale la statua in arenaria dipinta del Salvatore, proveniente dall'omonima chiesa (Utrecht, Centraal Mus.). Della fine del Trecento sono i baldacchini contro i pilastri del coro del duomo - con coronamento piatto come quelli della cattedrale di Colonia -, sotto i quali erano collocate statue degli apostoli; anche i velari dipinti sugli stessi pilastri si sono in gran parte conservati.In numerose case si trovano inoltre travi scolpite e dipinte. Singolare è nell'ex-canonica del duomo, casa nota come De Rode Poort (Domplein, 4), accanto alla nicchia d'altare, quasi scomparsa, il lavabo con ricca arcatura scolpita e con una pittura del 1320-1330 raffigurante il lavaggio liturgico.Alla fine del Trecento cominciò a U. la produzione quasi industriale, mediante forme, di statuette in argilla bianca, materia appositamente importata dalla Renania. I prodotti venivano poi esportati fino in Spagna o in Scandinavia.Tra le opere di pittura medievale, nella chiesa di S. Pietro si conserva la decorazione dipinta nel sec. 11° su un sottarco della cappella settentrionale e nelle nicchie dell'abside. Coevo o poco più tardo è il Cristo in doppia mandorla, affiancato da figure di santi e probabilmente donatori, sulla volta dell'abside della stessa cappella. Trecentesche, invece, sono le figurazioni dipinte intorno alle chiavi di volta del presbiterio e del transetto. Sul pilastro sudoccidentale dell'incrocio fu dipinta intorno al 1310 una Crocifissione, stilisticamente affine all'arte coloniense. Rapporti con Colonia si riscontrano anche nella pittura su tavola, come prova la tavola commemorativa di Hendrik van Rijn, datata 1363 e proveniente dal S. Giovanni (Anversa, Koninklijk Mus. voor Schone Kunsten).
La Bibbia in rime di Jacob van Maerlant, miniata nel 1332 da Michiel van der Borch (v.; Aia, Rijksmus. MeermannoWestreenianum, 10 B 21), dimostra invece la contemporanea influenza dell'arte franco-fiamminga, che si riconosce anche nella tavola commemorativa dei signori di Montfoort (1375-1380; Amsterdam, Rijksmus.) e nella pittura murale della Crocifissione che, intorno al 1410, ricoprì una pittura presumibilmente trecentesca nella cappella del vescovo Guy d'Avesnes nel duomo.Gli orefici di U. erano famosi anche al di fuori della propria regione: intorno al 1400 lavoravano per i duchi di Borgogna (Van den Bergh-Hoogterp, 1990), ma poco della loro produzione si è conservato. Ne è esempio il busto-reliquiario di S. Federico (1362; Amsterdam, Rijksmus.), con decorazioni di ispirazione francese.Tra i musei della città, due conservano importanti opere d'arte medievale: il Centraal Mus., di proprietà comunale, con notevoli sculture di età romanica e gotica, e il Mus. Het Catharijneconvent, principale raccolta olandese d'arte religiosa, dove sono conservati il calice di Lebuino, la veste imperiale in lino di Federico Barbarossa, gli evangeliari di Lebuino, di Ansfrido e del vescovo Bernoldo, oltre a sculture romaniche e gotiche, tavole d'altare, paramenti e arredi liturgici.La Bibl. der Rijksuniv. custodisce interessanti manoscritti tardomedievali, oltre al celebre Salterio di U., con disegni a penna realizzati dalla scuola imperiale di Reims nella prima età carolingia.
La seconda città dello Sticht è Amersfoort, sviluppatasi a partire dal sec. 13° come centro commerciale. La chiesa di S. Giorgio, nata come chiesa cruciforme nel Trecento e rifatta 'a sala' nel secolo successivo, ingloba nella navata meridionale il campanile duecentesco. Da notare il decoratissimo tramezzo tardogotico. Della chiesa della Vergine rimane solo il campanile (Onre-Lieve-Vrouwetoren), variante quattrocentesca di quello di U. e come quello collegato alla chiesa tramite un ponte. Nell'ospedale di origine trecentesca di S. Pietro e di Blokland si è conservato l'arredamento con letti ad alcova. Della prima cinta muraria resta la Kamperbinnenpoort, e importanti frammenti della cortina sono stati inseriti nelle muurhuizen (case delle mura), della metà del Quattrocento.Presso l'insediamento commerciale di Dorestad, fiorito tra i secc. 7° e 9°, la cui estensione e ricchezza sono state rivelate da scavi recenti, sorse più tardi Wijk-bij-Duurstede, residenza dei vescovi di U. nel Tardo Medioevo. Il castello duecentesco fu ricostruito nel Quattrocento sotto i prelati Davide e Filippo di Borgogna.La piccola città di Rhenen, sul Reno, infine, si sviluppò grazie soprattutto al pellegrinaggio a s. Cunera, fenomeno che comportò a metà del Quattrocento la ricostruzione tardogotica della chiesa 'a sala', con un elegante campanile, anch'esso ispirato a quello del capoluogo.
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