ŘEZÁČ, Václav (pseudonimo di Václav Voňavka)
Romanziere cèco, nato a Praga il 5 maggio 1901, morto ivi il 22 giugno 1956.
Il suo primo romanzo, Vĕtrná setba ("Semina al vento", 1935), analizza la psicologia dei giovani maturati nel caos della prima guerra mondiale. Alle lotte di classe nel periodo postbellico Ř. dedicò il romanzo successivo, Slepá ulička ("Il vicolo cieco", 1938), ambientato in un piccolo centro industriale boemo, romanzo che alterna la vita d'una famiglia operaia (purissima) a quella d'una famiglia di fabbricanti (rapaci), contrapponendo - secondo le ricette di questo tipo di narrativa - a un cinico industriale, fallito nei suoi sentimenti, un capo operaio, fervido socialista. Storia d'una famiglia borghese di Praga è Černé světlo ("La luce nera", 1940), imperniato su un timido figlio unico, che i cattivi influssi domestici spingono a una serie di malefatte e raggiri. La sottigliezza psicologica di Ř. (vicina a quella di E. Hostovský e di V. Neff) culmina nel romanzo Svědek ("Il testimonio", 1942), analisi d'uno stravagante che vive delle altrui passioni e degli altrui sentimenti, d'un vecchio che in una cittaduzza di provincia muove e incrocia le vicende degli altri, mette in moto avventure ed intrecci, alimenta i sogni segreti e gli aneliti di chi lo circonda, sperando così di colmare il proprio intimo vuoto. D'un professore che scrive un romanzo su un attore famoso narra Rozhraní ("Lo spartiacque", 1944): il professore e l'attore da lui delineato finiscono col fondersi. Dopo la seconda guerra mondiale Ř. si volse a scottanti temi contemporanei, scrivendo nello spirito del realismo socialistico i due farraginosi romanzi Nástup ("L'ascesa", 1950) e Bitva ("La battaglia", 1954).