VÀDASTRA
DASTRA Stazione dell'Oltenia sud-orientale in Romania, che ha dato il nome alla cultura Vàdastra. Gli scavi hanno avuto inizio nel 1871 sull'altura della Măgura Cetate. Scavi più recenti nel sito detto Măgura Fetelor e Dealul CiŞmelei sono stati ripresi nel 1946 e sono tuttora in corso. Gli strati di cultura hanno uno spessore massimo di 3 m al centro dell'altura e diminuiscono sino a scomparire verso i margini della stazione.
Alla base delle deposizioni archeologiche si trova uno strato paleolitico appartenente all'Aurignaziano medio prolungato. Dopo uno strato intermedio, privo di resti archeologici, seguono gli strati neolitici Vădastra I, Vădastra II, Sălcuţa ed uno strato con resti archeologici risalenti ai secoli XIV, XVII, XVIII, distrutto col passare del tempo, sulla Măgura Fetelor.
Lo strato V. I è ricco di resti archeologici d'ogni sorta. I fondi di capanne sotterranee hanno una forma ovale che si avvicina al rettangolo. La ceramica è sia di una pasta corrente, sia di una pasta superiore nera a sfumature diverse. Sono caratteristici i vasi ad alto collo, le zuppiere, i vasi a piede tronco-conico. I vasi di pasta nera hanno generalmente motivi decorativi formati da diverse combinazioni di fini scanalature, più variati - dal punto di vista tecnico e decorativo - di quelli che appaiono sui vasi appartenenti alla cultura Vinča. La plastica è rappresentata da alcune statuette delle quali una - virile - è modellata in maniera realistica, con esagerata steatopigia. Meno numerosi i prodotti di selce, pietra ed osso. Le occupazioni principali degli abitanti erano l'allevamento del bestiame e una primitiva cultura delle piante.
La più antica fase della cultura V. s'è sviluppata nella vallata del Danubio come anche la cultura Vinča, con la quale ha stretti legami di affinità, su un più antico fondo Criş-Starčevo; nell'Oltenia sud-orientale è stata influenzata da altre culture, specialmente quella Boian.
Lo strato V. II è lo strato rappresentativo di questa cultura. In esso sono venuti in luce resti di case non interrate. La ceramica ha molte forme simili a quelle dello strato precedente. Quasi tutti i vasi hanno una decorazione crestata, ottenuta cioè con una tecnica scultorea usata ancor oggi nella decorazione del legno nell'arte popolare romena. L'associazione dei motivi ornamentali, l'incrostazione di essi con bianco, oppure il colore rosso applicato dopo la cottura, ottengono un singolare effetto decorativo; dal punto di vista della concezione, la decorazione di questi vasi si può considerare la più alta manifestazione artistica del tempo. Anche la plastica fittile è riccamente ornata. Su alcune statuette di piccole dimensioni, i diversi motivi decorativi rappresentano l'abbigliamento; la selce, la pietra e l'osso sono stati in egual modo accuratamente lavorati.
Le poche ossa di animali trovate provano l'uso di bovini per la trazione e la presenza di un cavallo domestico, documentato in questo ambiente per la prima volta.
Lo strato Šalcuţa è, in confronto ai precedenti, abbastanza povero. La ceramica è in generale di colore nerogrigio. Si devono considerare forme caratteristiche le scodelle e le tazze con uno o due piccoli manici. La decorazione dei vasi è ottenuta con linee incise; nei vasi di pasta più fine la decorazione è dipinta con graffito. Gli utensili di selce, pietra ed osso sono meno numerosi; in cambio il metallo è usato in maggior misura.
Successivi livellamenti e profonde arature hanno distrutto col tempo gli strati post-Sălcuţa, testimoniati da diverso materiale archeologico quale fondi di capanne interrate e forni per ceramica. Nel suolo arato si sono trovati frammenti ceramici appartenenti alla cultura Coţofeni, monete romane nonché ceramica romena della fine del sec. XIV e anche più recente.
Bibl.: V. Chriotescu, Les stations préhistoriques de V., in Dacia, Recherches et découv. arch. en Roumenie, III-IV, 1927-32, pp. 167-225; D. Berciu, Arheologia preistorică a Olteniei, Cracovia 1939, pp. 37-49 (Estratto da Arhivele Olteniei, 1939, nn. 101-102; 103-104); J. Harvey Gaul, The Neolithic Period in Bulgaria, in Bull. Am. Sch. of Prehistoric Research, XVI, 1948, pp. 213-219; C. N. Mateescu, Săpături arheologice la Vădastra, in Materiale Şi Cercetări arheologice, V, 1959, pp. 61-74; id., Săpături arheologice la Vădastra, ibid., VI, 1959, pp. 107-115; Em. Protopopescou-Pake, C. N. Mateescou, Deux outils de silex paléolithiques de Vădastra, in Anthropozoikum, VIII, 1958-1959, pp. 7-16; C. N. Mateescu, La plus ancienne phase de la civilisation de V., V. I à la lumière des nouvelles fouilles de V., in Bericht über den V Intern. Kongress für Vor-und Frühgesch. (Hamburg vom 24 bis 30-8-1958), Berlino 1961, pp. 529-534; id., Principaux résultats des nouvelles fouilles de V., in Archeologicke rozhledy, XIV, 1962, pp. 404-419, tavv. 382-383.