NON, Val di (o Anaunia; A. T., 24-25-26)
Valle laterale dell'Alto Adige corrispondente al tronco inferiore del fiume Noce, diretto per la maggior parte da sud a nord e continuato poi, con la medesima direzione, da alcuni affluenti di sinistra, mentre il fiume principale a monte di Cles muta direzione, con brusco gomito (mutando contemporaneamente il nome della valle, che si chiama Val di Sole). Comunemente si chiama alta Val di Non il ventaglio delle valli di questi affluenti, tra i quali i due maggiori sono il Novella e il Rivo di San Romedio, e bassa Val di Non il tronco principale percorso dal Noce a valle dell'ardito Ponte di Mostizzolo. La Val di Non è separata a est dalla valle dell'Adige per mezzo dell'erta cresta che contiene i M. Roccapiana (1874 m.), Cormo di Tres (1817 m.) e Roen (2116 m.) e poi, oltre il Passo della Mendola (1363 m.), si prolunga col Penegal (1737 m.) e col Macaion (1866 m.); a nord è chiusa pure da un'alta dorsale (M. Luco, 2483 m.) che la divide dalla Val d'Ultimo; essa è intaccata da un solo passo abbastanza frequentato (Passo di Senale, in testa alla valle del Rio Novella; 1518 m.). Il contrafforte che si stacca dal M. Cornicolo (2311 m.) e contiene i Monti Ori (1877 m.), Dian (1589 m.) e Ozol (1559), si può considerare come limite occidentale dell'alta Val di Non. A sud del Noce il limite occidentale è formato invece dal costone, che, staccandosi dal gruppo di Brenta, accompagna la Val di Tovel e termina col M. di Cles sulla borgata omonima; la Val di Tovel, percorsa dal torrente Tresenga, si può considerare pertanto come una valle laterale della bassa Anaunia. Nell'insieme la valle è lunga sull'asse maggiore, circa 40 km., ampia 12-15. Dal punto di vista morfologico, si può dire che la Val di Non, modellata dai ghiacciai quaternarî, ha l'aspetto di un altipiano che dai margini, ricinti dalle anzidette catene, si deprime, verso la parte mediana, dove il Noce e i suoi principali afflluenti corrono in fondo a gole profondamente incassate fra pareti ripidissime, incise nell'altipiano stesso; ad es., il ponte di Mostizzolo cavalca il fiume a 593 m. di altezza in un punto ove esso è rinserrato in un orrido tra pareti assolutamente verticali alte circa 75 m.; il ponte di S. Giustina è alto 144 m. sul pelo dell'acqua. La valle si apre solo a monte di Mezzolombardo poco prima dello sbocco nell'Adige.
Nei riguardi del clima è da notarsi che tutta l'alta Anaunia, ben riparata a N. e NE., aperta verso mezzogiorno nella direzione principale del suo declivio, beneficia largamente dell'insolazione, onde le temperature medie annue si mantengono fra 9° e 10° e gli inverni non sono molto rigorosi. In queste condizioni di clima e anche per la fertilità del suolo formato in prevalenza da arenarie rosse e da dolomie rivestite da una coltre potente di detriti glaciali, la Val di Non è abbellita da una ricca e rigogliosa vegetazione; solo gli angusti fondi vallivi dove il sole non arriva, le forre e le pendici più ripide sono rifuggite dalle colture. Ma sull'altipiano prevalgono fin verso i 700 m. le colture arboree, con la vite (di solito a spalliera su legname secco), che in alcuni punti più soleggiati si arrampica fino verso i 1000 m., il gelso, e alberi da frutta, soprattutto meli. Più in alto si stendono campi di cereali e patate, alternati con prati da fieno. Il mantello boscoso si è conservato alle testate di alcuni torrenti dell'alta Anaunia, p. es. sotto il Passo della Mendola, nella parte orientale della bassa Val di Non e in Val di Tovel. Nelle regioni più elevate, specialmente sui fianchi dei monti che fan corona all'Anaunia a O. e a N., sono pascoli alpini con malghe. Tutta la Val di Non pullula di centri abitati, situati di solito in posizioni pittoresche su emergenze o groppe dell'altipiano, dominati spesso da antichi castelli, che formano pure una caratteristica saliente della vallata (se ne contano più di 25). Il centro abitato più basso è Dercolo (m. 402), il più alto è Senale (m. 1352). Le malghe si spingono fino a 1800-1900 m.
I centri più importanti della valle sono, oltre Mezzolombardo, che è propriamente allo sbocco della valle e accentra l'industria vinicola della parte bassa (4385 ab.), Cles (m. 658; ab. 3480) che si considera come il capoluogo dell'Anaunia, Tuenno (m. 630; ab. 1915), Romeno (m. 962; ab. 1713), e Fondo (m. 987; ab. 2763); ma numerosissimi sono i piccoli centri, soprattutto fra 600 e 900 m. Gli abitanti, detti Nonesi, sono intelligenti e laboriosi; l'analfabetismo è scarsissimo. Per la parlata, v. alla voce anaunia
Oltre che le industrie connesse con l'agricoltura e talune piccole industrie locali (industria del cemento, alimentata da buone cave presso Cles, lavorazione del legno per svariati oggetti, ecc.), hanno importanza l'industria idroelettrica e quella alberghiera. Un grandioso progetto è stato studiato per creare alla chiusa di Santa Giustina un grande serbatoio di 180 milioni di mc. d'acqua, con una centrale principale a Taio e altre minori. Come stazioni climatiche estive hanno importanza soprattutto le località dell'alta Anaunia, e cioè, oltre La Mendola, Fondo, Malosco, Cavareno, Romeno e parecchie minori.
La valle è dotata di ottima viabilità. Dalla valle dell'Adige risale per Mezzolombardo la rotabile principale che a Dermulo si biforca per Cles e la Val di Sole da un lato, e per La Mendola e Bolzano dall'altro, ambedue le strade sono percorse da tramvie (a vapore da Trento per Mezzolombardo, a Cles e Malè; elettrica da Dermulo per Fondo a La Mendola). Un'altra rotabile percorre l'alta Anaunia sulla destra del Rio Novella congiungendo direttamente Fondo al Ponte di Mostizzolo. Numerosi tronchi minori allacciano a queste arterie principali gli sparsi centri abitati e una rotabile risale pure la Val di Tovel fino al lago.