VALDEMARO II Sejr, re di Danimarca
Nato il 28 giugno 1170, morto il 28 marzo 1241. Figlin di Valdemaro I il Grande, divenne, nel 1190 all'incirca, duca dello Schleswig e iniziò con la conquista del Holstein (1202) quella politica di conquista che continuò con tanta fortuna come re e che gli procurò l'epiteto di "Sejr" (vittorioso). Il tentativo di esercitare il suo influsso in Norvegia e in Svezia non terminò certamente con successo; invece egli ebbe maggiore fortuna sfruttando il dissidio tra i Welfen e i Hohenstaufen in Germania: ottenne infatti dall'imperatore Federico II (1214) la rinuncia a tutto il territorio a nord dell'Elba. Varie coalizioni di principi della Germania del nord furono da lui distrutte con la forza delle armi. Contemporaneamente egli organizzava crociate contro i pagani sulle coste del Mare Baltico; anche l'isola di Ösel fu da lui conquistata. Particolarmente famosa è la sua crociata del 1219 in Estonia, dove riportò una grande vittoria presso Reval (oggi Tallinn); questa vittoria ebbe come conseguenza la sottomissione dell'Estonia e l'accettazione del cristianesimo da parte degli Estoni. Ma le comunicazioni tra le varie parti dello stato erano insufficienti; inoltre era evidente che un colpo diretto contro la persona del sovrano avrebbe presto fatto barcollare tutto il regno. Nel 1223, durante una partita di caccia, V. venne assalito dal suo vassallo conte Enrico di Schwerin e, insieme con suo figlio Valdemaro, condotto in Germania come prigioniero.
La conseguenza fu che i paesi sottomessi si ribellarono. In Danimarca fu eletto "Rigsforstander" il figlio di una sorella di V., il conte Alberto di Orlamünde. Ma né l'intervento dell'imperatore, né quello del papa fece effetto sul conte Enrico; in tal modo non restò a V. altra via d'uscita che conchiudere un accordo (1225): fu costretto a pagare un'altissima somma di riscatto, rinunciare ai territorî della Germania del nord, eccettuata Rügen, consegnare come ostaggi i suoi figli e giurare di non vendicarsi mai. Ma il papa lo liberò dal giuramento che gli era stato estorto. L'anno seguente cominciò la guerra: da principio V. ebbe fortuna, ma in seguito (1227) fu gravemente sconfitto a Bornhöved.
Si contentò allora di essere signore della vera e propria Danimarca (nonché dell'Estonia, Rügen e parti della Prussia) e si occupò prevalentemente di politica interna. In primo piano merita di essere ricordata la pubblicazione da lui promossa della "Legge jutlandese" (Jyske Lov).