VALDOBBIADENE (lat. Duplavilis; A. T., 24-25-26)
Cittadina della provincia di Belluno, posta presso il versante meridionale delle Prealpi Bellunesi, a 252 m. s. m., e a 5 km. dal fiume Piave, che viene traversato da un ponte, in modo da allacciare Valdobbiadene alla linea ferroviaria Montebelluna-Belluno. Assai danneggiata durante la guerra mondiale, ma poi celermente ricostruita, essa gode di clima mite, è centro agricolo d'un contado ben coltivato e sede di frequentate fiere. Diede i natali a Venanzio Fortunato (530-606).
Il comune, vasto 60,7 kmq., ha varietà notevole di terreni, che vanno dai boschi e dai pascoli permanenti della parte montana, ai floridi vigneti della zona più bassa e riparata, che coprono quasi 600 ha. e dànno buoni raccolti. Nel 1931 gli abitanti erano 9791 (in notevole progresso rispetto al 1911 quando erano 6395, mentre minore è stato l'aumento in confronto al 1881, quando ne furono contati 5179); circa un terzo sono a Valdobbiadene, 2000 in dimore isolate e gli altri in 8 frazioni.