VALENTE II (Flavius Valens)
Nato in Pannonia (328) da Graziano, creato imperatore d'Oriente dal fratello Valentiniano (364). Incolto, rozzo, con un carattere pieno di contrasti, fu sempre sottoposto al fratello. Morì, dopo un regno travagliato, arso in una capanna presso Adrianopoli, mentre le sue truppe erano sconfitte dagli Unni (9 agosto 378).
Dalle fonti abbiamo più riferimenti sul suo carattere che sul suo aspetto fisico; per altro Ammiano Marcellino (xxx, c. 14, 7) ci dice che aveva carnagione scura, la pupilla di un occhio occlusa, figura squadrata, statura media, gambe curve, ventre leggermente sporgente.
Il ritratto è noto da alcuni esemplari in scultura e dalle monete stereotipate e convenzionali per l'accentuata tipizzazione e nelle quali, come in quelle di Valentiniano, troviamo alternati due tipi: l'uno con testa massiccia e volto grosso con mascella arrotondata, l'altro con viso magro e allungato e testa stretta. Il primo tipo che compare anche nel medaglione aureo di Berlino, corrisponde meglio ai ritratti in scultura che a Valente si possono attribuire ipoteticamente: a) busto della Galleria degli Uffizî, b) testa dell'Antiquarium Comunale di Roma. È da escludere che rappresentino V. il ritratto bronzeo frammentario del Museo delle Terme di Roma (v. valentiniano i) e il busto in marmo di Tivoli. I due ritratti scultorei, assai simili tra loro, si inquadrano in una corrente di rinascente espressionismo.
È probabilmente da assegnare a Valente II anche un ritratto marmoreo di cui si conserva solo la parte superiore del volto, rinvenuto ad Ostia e colà conservato (Invent. n. 439), nel quale l'imperatore non ha il diadema. La testa diademata della Galleria degli Uffizî (Inv. 273, Catal. 168) è attribuita a V., ma anche a Valentiniano I o addirittura alla seconda metà del sec. VI (Rumpf).
Bibl.: A. Nagh, in Pauly-Wissowa, VII A, 1948, c. 2097-2138, s. v. Valens, n. 3, con bibl. prec.; M. Floriani Squarciapino, Un nuovo ritratto di Valente, in Bull. Com., 1946-48, pp. 95-101; G. A. Mansuelli, Catalogo d. Galleria d. Uffizi, Sculture, II, Roma 1961, p. 129.
(M. Floriani Squarciapino*)
Una testa in marmo, più grande del vero (alt. del volto, dal mento al diadema, circa cm 37), trovata nel 1962 a Maritza nel disfare un muro, ora conservata nel museo di Chaskovo (Bulgaria), è stata attribuita a V. in considerazione della prossimità ad Adrianopoli. La testa è molto consunta, sicché i tratti del volto sono poco riconoscibili; le proporzioni sono allungate e nobili. Porta un diadema a gemme rotonde e quadre; la gemma centrale sulla fronte reca il Cristogramma. Al disotto del diadema i capelli sono stati erasi e in corrispondenza di essi si hanno su tutto il circuito della testa, fino all'occipite, dei fori spazieggiati che contengono ancora l'estremità di punte di ferro inseritevi a reggere una corona metallica (piuttosto che una corona radiata). Per confronti monetali potrebbe essere avanzata una attribuzione a Costante I.
Bibl.: D. Aladschov, Maritza (Materialj za archeologiceska karta na Chaskovski okrig., n. 4), Chaskovo 1964.
(R. Bianchi Bandinelli)