ARMIROTTI, Valentino
Nato a Sampierdarena nel 1844, fu dapprima operaio nello stabilimento Ansaldo; poi si trasferì a Milano, dove lavorò come fonditore di caratteri. Nel 1866 si arruolò nelle file garibaldine e l'anno dopo partecipò alla battaglia di Mentana. Ritornato a Sampierdarena, si dedicò agli studi economici e sociali e fu fervente propagatore del pensiero mazziniano. Dedicò la sua attività soprattutto allo sviluppo e all'organizzazione del movimento cooperativistico, e nel 1869 fu nominato segretario della cooperativa di produzione e consumo della sua città, di cui divenne in seguito consigliere comunale. Partecipò ai congressi delle Società operaie affratellate (mazziniane), in particolare al XV (Genova, giugno 1882) e al XVII (Napoli, giugno 1889), nei quali fu tra i sostenitori dell'opportunità di tener diviso il lavoro di agitazione politica da quello di rivendicazione economica. Dopo essere stato più volte candidato in un collegio di Genova senza riuscire a ottenere il mandato, nel 1886 fu eletto deputato al parlamento, primo operaio a entrare nella Camera; si schierò all'estrema sinistra accanto al socialista A. Costa e al radicale A. Maffi. Egli fu, però, piuttosto un democratico borghese, come lo definisce il Michels, e fece parte del Fascio della democrazia ispirato dal Cavallotti; al IV congresso del Fascio della democrazia tenutosi a Firenze nel novembre 1885 era stato eletto nel comitato direttivo di quel raggruppamento. Fu rieletto deputato nel 1890. Alla Camera si batté in particolare a favore delle cooperative di produzione e di consumo, per un migliore trattamento economico dei maestri elementari, contro gli arbitri prefettizi e per il diritto di riunione: il Sarti lo descrive oratore sobrio ed efficace, che s'imponeva anche agli avversari per la parola non elegante, ma logica, chiara e semplice.
Nella sua città natale presiedette per molti anni la Società universale e la cooperativa di produzione e fu consigliere della Banca popolare. In occasione del congresso cooperativo di Sampierdarena del 1893 scrisse un opuscolo, oggi introvabile, Un po' di storia della società cooperativa di Sampierdarena.
Morì il 26 giugno 1896 a Manesseno, frazione di Sant'Olcese (provincia di Genova).
Bibl.: Necrologio, in Il secolo XIX, Genova, 26-27 giugno 1896; L. Minuti, Il Comune artig. di Firenze della Fratellanza artig. d'Italia, Firenze 1911, pp. 235, 303, 324, 329, 444 ss.; R. Michels, Storia critica del movim. social. italiano, Firenze 1926, p. 287; F. Anzi, Il Partito Operaio Italiano (1882-1891), Milano 1933, pp. 38-39; G. Manacorda, Il movimento operaio italiano attraverso i suoi congressi, Roma 1953, pp. 158, 250, 252; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e nazionale, Terni 1890, p. 62.