CHIODI, Valentino
Nacque a Vicenza il 14 ott. 1898, da Giovanni e da Rosina Forestan. Allo scoppio della prima guerra mondiale era studente delle scuole superiori: nell'agosto 1917, non ancora diciannovenne, fu arruolato come soldato di fanteria di linea, divenne ufficiale nel maggio 1918 e restò sotto le armi fino all'ottobre 1920. Compì gli studi universitari alla Scuola superiore di medicina veterinaria di Milano, dove si laureò il 14 luglio 1923. Nell'anno accademico 1922-23 era stato allievo interno nell'istituto di patologia generale e anatomia patologica veterinaria, diretto da G. Guerrini, e li aveva compiuto gli studi necessari a preparare la tesi sperimentale di laurea.
Orientatosi subito verso la carriera universitaria, fu per qualche tempo assistente volontario nello stesso istituto del Guerrini, quindi si rivolse il campo degli studi prediletti e, nel maggio 1925, passò all'istituto di anatomia veterinaria quale assistente volontario di A. C. Bruni. Nel novembre 1925 vinse il concorso per il posto di assistente effettivo.
In quell'ambiente maturò le prime significative esperienze scientifiche, accanto al Bruni che lo ebbe sempre allievo e amico prediletto. La sua buona inclinazione verso lo studio e il suo valore nella ricerca lo portarono presto a segnalarsi tra gli allievi della scuola. Il 5 maggio 1929 conseguì la libera docenza in anatomia normale macroscopica, microscopica e topografica degli animali domestici. Iniziava intanto anche la sua carriera didattica. Dal 1929 al 1937 fu incaricato dell'insegnamento di anatomia topografica presso la facoltà di medicina veterinaria dell'università milanese. Nel 1931, quando il Bruni lasciò la cattedra di Milano per passare a Parma, il C. fu incaricato dell'insegnamento di anatomia normale, istologia e embriologia e incaricato della direzione dell'istituto anatomico. Tenne quell'incarico fino al 1933. Dal 1934 al 1937 fu incaricato dell'insegnamento di anatomia e di fisiologia degli animali domestici nella facoltà di agraria di Milano.
Aveva acquisito in questo periodo una buona esperienza scientifica e didattica. Nel 1937 fu chiamato alla cattedra di anatomia degli animali domestici dell'università di Messina, ove rimase soltanto un anno. Nel 1938 passò all'università di Perugia e in questa sede restò alcuni anni consolidando la sua reputazione di scienziato e di docente.
Nel 1948 il C. si trasferì a Bologna, alla direzione della cattedra di anatomia degli animali domestici lasciata dall'illustre anatomista A. Mannu, incarico che mantenne poi per circa venti anni. A Bologna aveva trovato un istituto che necessitava di ampia riorganizzazione dopo i guasti e i ritardi provocati dalla guerra, ma seppe affrontare con fermezza ed efficacia i diversi problemi, e condusse in breve la struttura a nuova e rigogliosa attività.
A Bologna la sua dimensione di scienziato e di docente di valore trovò la più ampia espressione. Diede vita a una rinomata scuola di anatomia rispondente alle necessità di ricerca e di didattica che l'evoluzione della disciplina richiedeva e collocò il suo istituto tra quelli più qualificati in Italia. Sotto la sua guida si formarono molti allievi, alcuni dei quali raggiunsero posizioni di rilievo in campo scientifico e accademico; tra questi si possono ricordare R. Bortolami, E. Callegari, G. Castigli, A. Scaccini, A. Veggetti.
La produzione scientifica del C. e della sua scuola è molto vasta: più di trecento pubblicazioni, del C. e degli allievi, che toccano interessi molteplici nell'ambito della disciplina.
Tra le sue prime ricerche sono da ricordare quelle sulla degenerazione grassa del fegato, condotte quando era allievo del Guerrini, e quella sugli effetti dei colori vitali acidi nelle sierose peritoneali. Tra i campi di studio che segui con maggiore attenzione si ricorda quello della placenta dei bovini e dei rapporti di questo organo con la mucosa uterina (Sulla fine struttura della placenta di 'Bos Taurus', in Archivio ital. di anatomia e di embriologia, XXIV [1927], n. 1, pp. 150-188; La placenta dei ruminanti, in Nuova Veterinaria, XXV [1949], n. 2, pp. 41-49, che fu argomento della sua prolusione sulla cattedra di Bologna). Dedicò attenti studi anche alla epifisi (Sullo sviluppo dell'epifisi del pollo, in Folia clinica et biologica, II [1930], pp. 33-38); l'ampio lavoro Sviluppo struttura e topografia dell'epifisi. Rivista sintetica ed osservazioni personali fu premiato nel 1939 all'Istituto lombardo di scienze e lettere con il premio Fossati (in Volume giubilare pubblicato in onore del prof. O. Polimanti, II, suppl. a Rivista di biologia, XXIX [1940], pp. 237365). Ebbero buona notorietà anche le sue ricerche sul rivestimento alveolare del polmone (Sulla natura delle cellule libere del polmone e del rivestimento dell'alveolo polmonare, in Archives d'anatomie, d'histologie et d'embryologie, VIII [1928], pp. 311-358; Ulteriori osservazioni sugli elementi granutopessici e sull'epitelio respiratorio del polmone, in Bulletin dhistologie appliquée, VIII [1931], n. 3, pp. 61-71).
Fu legato da vincoli d'amicizia a J. Ulrich Duerst, professore ordinario e direttore dell'istituto zootecnico di Berna; ne condivise le teorie in campo anatomico e fu seguace della dottrina costituzionalisfica animale, sostenuta dal Duerst, che studiava i rapporti tra la conformazione esteriore e le funzioni economiche. Dedicò a questi temi alcuni lavori. Di rilievo furono poi le ricerche sul sistema reticoloendoteliale. Nel giugno 1926 fu nel gruppo di studiosi della scuola milanese che, sotto la guida del Bruni, presentò alla Società lombarda di scienze mediche e biologiche i dati di un lavoro originale sul sistema reticoloendoteliale, la cui struttura era stata oggetto di recenti studi da parte delle scuole di K. A. L. Aschoff e di E. Landau. Le ricerche del Bruni e dei suoi collaboratori estesero il campo delle indagini e portarono all'acquisizione di concetti fondamentali, che ampliavano la definizione di sistema reticoloendoteliale e le conoscenze delle caratteristiche biologiche dei vari elementi connettivali (si veda Bruni, Angelo Cesare, in Diz. biograf. degli Ital., XIV, pp. 596 s.).
Ma le ricerche che maggiormente si segnalarono per originalità e complessità, nell'opera del C., furono quelle sul cuore e in particolare sull'apparato di conduzione dello stimolo cardiaco.
Tra i molti lavori che dedicò all'argomento se ne possono ricordare alcuni: Intorno al nodo seno atriale in alcuni mammiferi, presentato a Firenze al II congresso della Società italiana di anatomia nel 1930, in Monitore zoologico italiano, XLI (1930), suppl., pp. 174-178; Il nodo seno atriale del cuore dei mammiferi, in La Clinica veterinaria, LV (1932), pp. 689 ss.; Che cosa si deve intendere per nodo seno atriale, ibid., LVII (1934), pp. 873 ss. Le sue ricerche, cui stimolò anche il lavoro degli allievi, contribuirono a chiarire molti problemi dell'apparato di conduzione: ne studiò infatti aspetti filogenetici e caratteristiche morfologiche, ne mise in evidenza le differenti prerogative anatomiche in varie classi di vertebrati, studiò il rapporto tra apparato di conduzione e cellule di Purkinje; raccolse i risultati dei suoi studi in un'ampia monografia scritta in collaborazione con R. Bortolami, The Conducting System of the Vertebrat Heart, Bologna 1967.
Il C si mostrò attento anche ai problemi applicativi della disciplina (Le moderne conquiste dell'anatomia ed il loro riflesso nei campi veterinario e zootecnico, in Azione veterinaria, V [1936], pp. 528-533). Fu inoltre sempre attratto dai temi storici della medicina veterinaria e coltivò questo campo di studi con attenzione e impegno testimoniati da un considerevole numero di pubblicazioni che non appaiono come contributi occasionali, ma rivelano interessi e conoscenze approfondite nella materia. Si occupò di vari argomenti; dedicò alcune pubblicazioni alla illustrazione della figura e dell'opera scientifica di celebri maestri della veterinaria, tra i quali G. B. Ercolani e C. Ruini, e si interessò della scoperta della circolazione del sangue, di temi bibliografici e della storia dell'insegnamento veterinario (Il divenire dell'insegnamento della veterinaria in Bologna, in Nuova Veterinaria, XLI [1965], pp. 7-13). Dedicò molte cure anche al museo di anatomia, dandogli idonea e razionale sistemazione (Notizie storiche sul museo di anatomia degli animali domestici dell'università di Bologna, ibid., pp. 147-156). In questa materia il suo impegno maggiore fu rivolto alla compilazione di un ampio trattato storico. Ne aveva già dato un primo saggio nel 1935, spinto da A. Lanfranchi, con l'articolo La veterinaria attraverso i secoli (in Annuario veterinario italiano 1934-35, pp. 149-221), che ebbe buona accoglienza critica. La sua compiuta Storia della veterinaria venne edita a Milano dalla Farmitalia nel 1957, dedicata ad A. C. Bruni; una nuova edizione del l'opera fu stampata a Bologna nel 1981. Questo trattato è ancora oggi uno dei pochi organici lavori sull'argomento. Va infine ricordato il manuale destinato agli studenti della facoltà di agraria Anatomia e fisiologia degli animali domestici, Bologna 1961, in collaborazione con R. Bortolami e A. Scaccini.
Il C. ebbe molti riconoscimenti. Fra l'altro, fu membro dell'Accademia Olimpica di Vicenza, e accademico benedettino dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna. Vinse più volte il premio Palcani, la borsa Volta dell'Accademia d'Italia nel 1937 e il già ricordato premio Fossati dell'Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano nel 1939. Ebbe la medaglia d'oro del presidente della Repubblica per i benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte. Membro di numerose associazioni scientifiche italiane e straniere, nel 1947 fu tra i fondatori, a Perugia, della Società italiana delle scienze veterinarie.
Nel 1968 il C. lasciò l'insegnamento per limiti di età. Morì a Milano il 2 maggio 1970.
Fonti e Bibl.: Oltre ai necrologi di R. Bertolami, in Atti della Società italiana delle scienze veterinarie, XXIV (1970), pp. 15-16, e in La Nuova Veterinaria, XLVI (1970), pp. 150-160, si veda: R. Bertolami, V. C., in Atti dell'Accademia delle scienze dell'Istituto di Bologna, s. 12, VIII (1971), pp. 167172; G. Aureli-B. Cozzi, Il museo anatomico dell'istituto di anatomia degli animali domestici dell'università di Milano, in Natura, LXXIV (1984), pp. 129-156; A. Veggetti-N. Maestrini, L'insegnamento della veterinaria nell'università di Bologna, in La pratica della veterinaria nella cultura dell'Emilia Romagna e l'insegnamento nell'università di Botogna, Bologna 1984, pp. 147-264.