MAZZOLA, Valentino
Italia. Cassano d'Adda (Milano), 26 gennaio 1919-Superga, 4 maggio 1949 • Ruolo: interno • Esordio in serie A: 31 marzo 1940 (Lazio-Venezia, 1-0) • Squadre di appartenenza: 1938-39: Alfa Romeo; 1939-42: Venezia; 1942-49: Torino • In nazionale: 12 presenze e 4 reti (esordio: 5 aprile 1942, Italia-Croazia, 4-0) • Vittorie: 5 Campionati italiani (1942-43, 1945-46, 1946-47, 1947-48, 1948-49), 2 Coppe Italia (1940-41, 1942-43)
C'è chi dice che il più grande giocatore italiano sia stato Rivera, chi Meazza, chi Riva e chi Zoff. Secondo Fulvio Bernardini, Bearzot, Valcareggi e Vicini, che li hanno visti giocare tutti, il più grande è stato Valentino Mazzola: giocatore universale, maratoneta instancabile, capace di salvare sulla linea e di andare a segnare sul rovesciamento di fronte come, dopo di lui, hanno fatto soltanto Alfredo Di Stefano e Bobby Charlton. Aveva potenza, continuità, fantasia, dribblava con facilità ma senza eccedere, trovava la porta con entrambi i piedi, indifferentemente; un'eccezionale scelta di tempo in elevazione gli consentiva di segnare molti gol di testa, a dispetto del suo metro e settanta di altezza. Da ragazzo aveva fatto l'operaio, per aiutare in casa, e poi il marinaio. Nel 1939 il Venezia lo acquistò, insieme a Loik, per 50.000 lire; tre anni più tardi Ferruccio Novo, arrivando un attimo prima della Juventus, comprò tutti e due per il Torino a 1 milione e 250.000 lire. Valentino Mazzola era un leader nato e non faceva nulla per nasconderlo. Le rare volte che la squadra languiva, o le ancor più rare che era sotto nel punteggio, si rimboccava platealmente le maniche. Se ne accorgeva il pubblico, che s'infiammava; se ne accorgevano gli avversari, che tentavano (vane) contromisure; se non se ne accorgeva, o mostrava di non accorgersene, qualcuno dei compagni, erano piazzate in campo e nello spogliatoio. Due esempi della determinazione legata a tale gesto: contro il Vicenza, a maniche appena rimboccate, segnò tre gol in due minuti. Era il 20 aprile 1947: accadde tra il 29' e il 31' del secondo tempo. Un'altra volta ripeté il rituale fuori casa, per dispetto: si era a fine stagione, lo scudetto era già sicuro e agli avversari serviva solo un punto per salvarsi; Valentino garantì che lo 0-0 andava bene; a mezz'ora dalla fine gli altri, per sbaglio, segnarono: al gesto delle maniche seguì, rabbiosa, una gragnuola di gol. In maglia granata Valentino Mazzola segnò 97 gol nelle sue 170 partite, un bottino da grande attaccante puro. Ma Valentino non era semplicemente un attaccante: era il Grande Torino. Guadagnava il doppio dei compagni, ma per tutti, a cominciare da loro, era giusto così.