VALENZA (Valentia)
Città situata alla foce del fiume Turia, nella Spagna orientale. Fondata dal console Giunio Bruto nel 138 a.C. per sistemare i soldati congedati dalle guerre di Viriato (Liv., Perioch., 55), la città subì una grave distruzione al momento della conquista da parte delle truppe di Pompeo nel 76 a.C. (Sali., Hist., II, 98). Plinio la menziona col titolo di colonia (Nat. hist., III, 20): si tratta probabilmente, fin dal momento della fondazione, di una colonia latina.
La città batté moneta dal 123 a.C.: sul dritto è rappresentata la testa di Roma, sul rovescio una cornucopia con la leggenda valentia. La serie di iscrizioni latine inizia in epoca augustea; dalle epigrafi si conosce la doppia composizione dell'ordine dei Valentini, formato da veterani e veteres; e questo fa supporre una doppia deductio, la prima delle quali si fa coincidere con la fondazione della città, mentre la seconda ha luogo, probabilmente, ai tempi di Augusto, dato che i ritrovamenti archeologici non permettono di supporre alcun cambiamento significativo, né strutturale né urbanistico, durante tutto il periodo repubblicano. Nel V o VI sec. d.C. V. divenne sede episcopale.
Le indagini archeologiche sulla città antica sono ancora in una fase iniziale. Il foro si trova intorno alla cattedrale (Plaza de la Virgen e Plaza de la Almoina), con livelli che rivelano la data di fondazione e indicano sia la distruzione al tempo delle guerre di Pompeo, sia le ricostruzioni augustea e flavia. Di epoca imperiale sono i resti di un tempio, il cui podio era costruito in opus quadratum. Sempre nell'area del foro si aggiunse, in epoca più avanzata, una basilica visigota, con abside a forma di ferro di cavallo, una chiesa consacrata al martire Vincenzo e una «basilica maggiore».
Alcuni mosaici sono stati recuperati in varie zone della città; spicca per la sua qualità quello che rappresenta Medusa. Nella Plaza de Nápoles y Sicilia e nella Calle de Comedias si sono individuati resti di un circo.
Il pezzo artistico di maggior rilievo è stato recuperato in mare ed è conservato nel Museo di Preistoria di V.: si tratta di una scultura in bronzo che rappresenta Apollo seduto, secondo i modelli ellenistici di derivazione prassi- telica. Si può collocare nel I sec. d.C.
La collezione più ampia di antichità di V. si trova nel Museo Municipale.
Bibl.: A. Balil, Sobre el Apolo de Pinedo (Valencia), in Archivo de Prehistoria Levantina, XIV, 1975, pp. 65-68; G. Pereira Menaut, Inscripciones romanas de Valentia, Valenza 1979; A. Balil, Estudios sobre mosaicos romanos, VII (Studia Archaeologica. Universidad Santiago de Compostela, 59), Santiago de Compostela 1980, in part. pp. 5-16; A. Ribera i Lacomba, Avance al estudio del foro de Valentía, in Los foros romanos de las Provincias Occidentales, Madrid 1987, pp. 113-120; P. P. Ripolles, La ceca de Valentia (Estudis Numismatics valencians, 2), Valenza 1988; A. Ribera e altri, Guía arqueológica de Valencia, Valenza 1989; V. Escriua, Cerámica romana de Valentia. La Terra sigillata hispánica, Valenza 1991; I. Lopez e altri, Hallazgos arqueológicos en el Palacio de les Corts, Valenza 1994.