MESSALINA, Valeria (Valeria Messalina)
Moglie dell'imperatore romano Claudio. Figlia di (M. Valerio?) Messalla Barbato e di Domizia Lepida, era pronipote di Augusto, perché la sua nonna paterna era figlia di Ottavia sorella di Augusto. Claudio la sposò in terze nozze non molto prima del 40 d. C. e ne ebbe due figli, Ottavia e Britannico. Tutto ciò che si sa di lei è un seguito d'immoralità e di delitti. Per incitamento suo, Claudio avrebbe ucciso molti nobili, tra cui Valerio Asiatico, e alcuni suoi stessi congiunti, come Giulia figlia di Germanico e Giulia figlia di Druso. Ancora per incitamento suo sarebbe caduto in disgrazia e fatto uccidere uno dei principali collaboratori di Claudio, il liberto Polibio. E infine a lei si attribuisce una serie di amanti tratti da tutte le classi sociali. È ovvio che quest'immagine ha alquanto del convenzionale, ed è poi certo che Claudio non si lasciò affatto dominare da questa donna e le negò anzi il titolo ufficiale di augusta: la politica antinobiliare di Claudio ha altre ragioni più serie che non i capricci della moglie. Ma anche i fatti più sicuri bastano a farci scorgere in M. una strana e tenebrosa personalità. Nel 48, innamoratasi del nobile romano Gaio Silio, console designato, lo persuase a divorziare dalla moglie e poi, valendosi del ripudio unilaterale concesso dal diritto romano, divorziò anche lei da Claudio, all'insaputa (per quel che sembra) del marito. Durante una breve assenza di Claudio, che era ad Anzio, il nuovo matrimonio venne celebrato con solennità. Tutta questa strana vicenda non si comprende se non supponendo che M. pensasse di poter compiere, quale discendente di Augusto, un colpo di stato e ritenesse che Silio le avrebbe portato l'aiuto dell'aristocrazia romana, a cui egli apparteneva, malcontenta delle riforme di Claudio. Ma il liberto Narcisso decise Claudio a reprimere lo scandalo, che poteva mutarsi in ribellione. M., sorpresa con il nuovo marito e con alcuni seguaci negli orti luculliani, fu uccisa.
Bibl.: V. le opere ricordate alla voce claudio. In particolare: U. Silvagni, Le donne dei Cesari, 3ª ed., Torino 1927, p. 290 segg. e G. Ferrero, Le donne dei Cesari, Milano 1925, p. 119 segg.