ADAMI, Valerio
Pittore, nato a Bologna il 17 marzo 1935. Frequenta l'Accademia milanese di Brera studiando con A. Funi dal 1951 al 1954. Durante un viaggio a Parigi (1955) conosce W. Lam e R. S. Matta. Più tardi a Londra incontra G. Sutherland. Nel 1957 tiene la prima personale a Milano. Alterna la sua vita tra Parigi e il lago Maggiore, soggiornando a lungo anche a Londra, New York, Città di Messico, Bombay, ecc. Negli anni Sessanta espone, tra l'altro, a Documenta di Kassel (1964), alla mostra Young Italians organizzata da A. Solomon all'Institute of Contemporary Art di Boston e al Jewish Museum di New York (1968) e alla Biennale di Venezia (1968). Si occupa di fotografia e realizza con il fratello Giancarlo il lungometraggio Vacances dans le désert (1970), vincitore a Tolone del premio del Festival del cinema d'avanguardia nel 1972. Tra la sua intensa attività internazionale si ricordano: nel 1974 i pannelli murali per la sede della First National City Bank di Madison nel Wisconsin su commissione dell'architetto B. Graham; nel 1983 su incarico dello Stato francese il muro in ceramica per l'Ecole des Beaux-Arts a Cergy-Pontoise; nel 1985 le vetrate monumentali per il nuovo Hôtel de Ville di Vitry e quindi le lunette per la Gare d'Austerlitz a Parigi. Nel 1985-86 al Palazzo Reale di Milano e al Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, di Parigi allestisce una retrospettiva. Esegue numerosi manifesti e illustra libri di J. Dupin, W. H. Auden, H. Heissenbüttel, J. Derrida, E. Montale, ecc.
Sensibile dapprima alla deformazione espressionista di F. Bacon, dopo un breve periodo di intensità gestuale, partecipa da protagonista al clima della nuova figurazione, in un rinnovato rapporto col mondo esteriore: pur avvalendosi di stereotipi, tematici e figurali, elabora una propria sintassi compositiva e narrativa carica di riferimenti simbolici. L'immagine, destrutturata nei suoi elementi da diversi punti di veduta, è ricostruita con tagli e abbreviazioni in una stratificazione di sequenze ricondotte, nella pluralità di eventi talora surrealmente combinati a livello mentale, a una simultaneità spazio-temporale che sovverte qualsiasi coerenza di racconto. Con esplicita negazione del volume, le forme sono definite da un contorno netto che circoscrive stesure piatte di colori in decisa contrapposizione ottica anche nella scansione dei piani. Le tecniche visive pubblicitarie, il linguaggio dei fumetti, all'interno della cultura pop, concorrono alla formulazione del suo disegno esatto e del suo cromatismo campito. Ai temi quotidiani, privati e urbani, agli emblemi dell'inconscio collettivo, freddamente analizzati negli aspetti più crudi della violenza e nelle manie gratificanti del decoro, agli argomenti politici e ai ritratti letterari si affianca la rivisitazione di motivi allegorici, di soggetti mitologici e classici in una fusione dell'immaginario visivo e intellettuale. Significativi sono, inoltre, i suoi omaggi a H. Matisse e a J. Gris, maestri nei quali A. vuol ritrovare le origini della sua lettura essenzializzata del reale. Vedi tav. f. t.
Bibl.: C. Fuentes, Righe per Adami, Venezia 1968; AA.VV., Adami, Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris, Parigi 1970; H. Damish, H. Martin, Adami, Milano 1974; M. Le Bot, Valerio Adami. Essai sur le formalisme critique, Auvers-sur-Oise 1975; J. Derrida, La vérité en peinture, Parigi 1978; J. F. Lyotard, Adami, ivi 1983; AA.VV., Adami, Musée National d'Art Moderne, Centre Georges Pompidou, ivi 1985 (ed. it., Milano 1986).