BONA (Buona), Valerio
Nacque a Brescia (non a Milano secondo quanto scrivono il Piccinelli e il Quadrio, che lo definiscono "gentiluomo milanese") probabilmente intorno alla metà del sec. XVI, come si può dedurre dal fatto che già nel 1591 pubblicava opereimpegnative e rivestiva l'importante funzione di maestro di cappella a S. Francesco a Vercelli. Fu frate minore conventuale, ma s'ignora a quale età entrasse nell'Ordine francescano, né si hanno notizie sulla sua educazione musicale. Si può supporre, tuttavia, che il B. frequentasse la scuola di musica e di lettere che si teneva nel sec. XVI presso il duomo di Brescia per il relativo servizio liturgico. Si dilettò di poesia e dal Quadrio fu ascritto tra i poeti quale autore di canzonette e di madrigali da lui stesso musicati; emerse, però, soprattutto nella composizione musicale, di cui, secondo il padre Sigismondo da Venezia, fu forse allievo di Costanzo Porta. Apprezzato per la bellezza e la dolcezza della voce, fu anche primo cantore nella basilica di S. Antonio a Padova - probabilmente nel 1590, anno di pubblicazione delle Litaniae et aliae Laudes B. M. Virginis, nec non divorum Francisci et Antonii patavini quator vocibus concinendae (Milano, F. et eredi di S. Tini) - e nella cattedrale di S. Francesco a Vercelli, dove l'anno seguente divenne maestro di cappella. Qui rimase quasi certamente fino al 1595, se ancora in quell'anno dedicava le sue Regole del contraponto al tenorista Germano Aliardo, corista nel duomo di Vercelli. Nel 1596, sempre con le stesse funzioni di maestro di cappella, passò a S. Francesco a Milano e successivamente fu presente nel 1599 in S. Salvatore di Monferrato, nel duomo di Mondovì nel 1601 e nella chiesa di S. Francesco a Brescia nel 1611. Nel 1614 fu prefetto a S. Fermo Maggiore a Verona, dove, secondo il Rossi, ancora nel 1619 "viveva ... tra i frati Conventuali di S. Francesco".
Il B. dovette, però, spegnersi non molto tempo dopo, poiché nessuna sua opera finora conosciuta è datata dopo il 1619, né si hanno altre notizie relative alla sua vita successive a questa data; appare quindi verosimilmente privo di fondamento quanto è riferito dal Valentini, per il quale il B. sarebbe morto addirittura nel 1659.
Compositore notevole, segnatamente nel genere sacro, il B. pubblicò numerose opere, tra le quali alcune anche teoriche, come le già citate Regole del Contraponto,et Compositione brevemente raccolte da diversi Auttori, in Casale, appresso Bernardo Grasso, 1595 (si ha una traduzione tedesca con commento di F. Reusch, Heidelberg 1924 [Diss.]) e gli Essempi delli passaggi delle consonanze, et dissonanze, et d'altre cose pertinenti al Compositore, in Milano, appresso li heredi di Francesco et Simon Tini, 1596. Questo secondo trattato, come spiega il B. stesso nella lettera dedicatoria, doveva servire a guisa di pratico complemento alle Regole del Contraponto; G. O. Pitoni lo utilizzò quale modello per la sua Guida armonica (Roma 1689 c.) e anche S. Picerli da Rieti si servì delle opere del B. per il suo Specchio primo di musica... (Napoli 1630, Beltramo).
Della cospicua produzione musicale restano, oltre a quelle già citate, le seguenti opere: Missa, et sacrae cantiones quae vulgo Motecta nuncupantur octonis vocibus concinendae (Milano 1591, M. Tini); Missa et Motecta ternis vocibus... quibus in fine accesserunt Magnificat sexti toni à 6 et Falsi Bordoni à 3 omnitonum... (Milano 1594, eredi di F. e S. Tini); Psalmi omnes ad vesperum quatuor vocibus (Venezia 1600, R. Amadino); Motectorum senis vocibus. Liber primus... (ibid. 1601); Missarum et Motectorum duobus choris. Liber secundus... (ibid. 1601); Li dilettevoli Introiti della Messa a doi chori brevi, facili, & ariosi con il partito delli Bassi modernamente composti, per cantare, & sonare in concerto (Venezia 16 11, G. Vincenti); Messa e Vespro a quatro chori, con il partito delli bassi ridotti in un solo basso generale, & doi continuati, per il primo, & secondo, terzo, & quarto choro, op. 19 (ibid.); Lamentazioni della Settimana Santa, op. 22 (ibid. 1616); Otto ordini di Letanie della Madonna che si cantano ogni sabato nella Santa Casa di Loreto, concertate à doi chori per sonare et cantare (ibid. 1619) e Il secondo libro delle Canzonette a tre voci, con l'aggionta di dodeci Terchtti a note (Venezia 1592, R. Amadino); Il quarto libro delle Canzonette a tre voci (Milano 1599, erede di S. Tini e F. Besozzi); Madrigali, et Canzoni a cinque voci. Libro primo (Venezia 1601, A. Gardano); Sei Canzoni italiane da sonare concertate a doi chori in Echo, op. 21 (Venezia 1614, G. Vincenti).
Bibl.: O. Rossi, Elogi historici di bresciani illustri, Brescia 1620, p. 500; F. Piccinelli, Ateneo dei letterati milanesi, Milano 1670, p. 510; L. Cozzando, Libraria bresciana, I, Brescia 1694, pp. 199 s.; Giovanni da S. Antonio, Bibliotheca universa franciscana, Matriti 1733, III, p. 134-1 F. S. Quadrio, Della storia e della ragione di ogni poesia, II, 2, Milano 1742, p. 326; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, p. 15-28; Sigismondo da Venezia, Biografia serafica, Venezia 1846, pp. 510 s.; A. Tessier, Del p. V. B. o Buona e delle sue opere, in Miscellanea francescana, V (1890), 2, pp. 52-54; A. Valentini, I musicisti bresciani ed il Teatro Grande, Brescia 1894, pp. 31 s.; D. Sparacio, Musicisti minori conventuali, in Miscellanea francescana, XXV (1925), I, pp. 21 s.; R. Eitner, Quellen-Lex. der Musiker, II, pp. 104 s.; Encicl. d. Mus. Ricordi I, Milano 1963, pp. 289 s.