valgismo
Modificazione del normale rapporto tra due segmenti scheletrici adiacenti, quando l’asse longitudinale del primo forma con quello del secondo un angolo con il vertice verso l’interno, cioè verso la linea mediana del corpo. Come nel varismo, tale deviazione assiale può essere presente sin dalla nascita oppure essere acquisita successivamente. Nel v. di ginocchio, il più comune, l’asse longitudinale del femore e l’asse longitudinale della tibia formano un angolo aperto lateralmente tanto minore quanto maggiore è la deformità stessa.
Nel v. il paziente va esaminato a ginocchia estese e rotule frontali ed è possibile quantificare l’entità del v. mettendo a contatto tra loro i condili femorali e misurando la distanza tra i due malleoli interni. La sede della deformità è a carico della metafisi distale del femore. Il grado della deformità viene invece stabilito ricorrendo all’esecuzione di radiografie degli arti inferiori in toto sotto carico, radiografie in proiezione antero-posteriore e latero-laterale del ginocchio e radiografie assiali di rotula, indagando sulle differenti prospettive dell’articolazione rotulo-femorale.
Nel caso di ginocchio valgo il soggetto va controllato in fase di accrescimento per seguire l’evoluzione della deformità. È possibile riequilibrare il fronte di accrescimento cartilagineo fissando temporaneamente il versante epifisario mediale (epifisiodesi). Ciò consente un maggiore sviluppo della parte laterale del femore con correzione della deformità stessa. Ad accrescimento avvenuto e a deformità stabilizzata, si ricorre alla correzione chirurgica mediante osteotomia varizzante a livello tibiale o femorale. Questo è necessario perché le deformità assiali degli arti inferiori, in valgo o in varo, danno luogo a un eccessivo carico meccanico su un compartimento del ginocchio, e inevitabilmente determinano artrosi monocompartimentale.