GENOVA, Valle di (A. T., 24-25-26)
Valle del Trentino occidentale, lunga 17,5 km., che separa il gruppo dell'Adamello da quello della Presanella, nota per il maestoso paesaggio, per alcune grandiose cascate, e come uno degli accessi più comodi ai ghiacciai dell'Adamello. La fantasia popolare l'ha fatta sito di leggende.
Scavata nella tonalite, essa è percorsa dal torrente Sarca di Genova (pendenza 72,5 m. per km.), che nasce dalla vedretta della Lobbia a 2050 m. e scende in basso attraverso alternative di piani (principali: Pian di Cuc, m. 1569, Caret, m. 1419) e di tratti incassati tra precipitose balze e scaglioni imponenti, con un andamento prima NO.-SE., quindi ponente-levante. La valle riceve da destra le acque delle valli Stablel, Folgorida, Làres, Siniciaga, da sinistra quelle delle Rocchette e di Nardis. Quest'ultima presenta una grandiosa cascata, alta 100 metri, con due rami paralleli. La valle finisce presso Baldino (780 m.), di fronte a Pinzolo, dove la Sarca di Genova si unisce alla Sarca di Campiglio e ha inizio la Val Rendena. La valle di Genova appartiene a molti comuni (parte alta: Giustino, Strembo, Mortaso, Massimeno; parte bassa: Carisolo, Caderzone, Mortaso), ma, probabilmente a causa delle frequenti valanghe e per la scarsa insolazione dovuta ai versanti molto incassati, mancano le abitazioni permanenti, mentre esistono alcune abitazioni temporanee (principali: Genova, Ragada, Tedesca) che servono a riparare il bestiame che da maggio a settembre viene a pascolare dai comuni vicini. La coltivazione del gelso si spinge fino a 990 metri, quella del noce fino a 1260, il bosco fino a 1910, il pascolo di bovini in media fino a 1850, quello di pecore fino a 2360. In tutta la valle è ancora molto abbondante la selvaggina.