VALLE (fr. vallée; sp. valle; ted. Thal; ingl. valley)
In geomorfologia si dice valle una forma cava del terreno, costituita da due pendii opposti, detti pareti o fianchi della valle, che al basso s'incontrano lungo una linea (filone di valle, Thalweg dei Tedeschi), o una striscia pianeggiante (fondo di valle) di piccola dimensione trasversale, rispetto a quella longitudinale, con pendenza verso una stessa direzione, e percorsa, di solito, da un corso d'acqua. Essa si distingue così dalla conca, che è una superficie che discende da tutte le pareti verso un punto o un piano più bassi, e dalle valloidi (ted. Thalungen), depressioni allungate, ma a fondo non a unica pendenza, nonché dall'espressione comune, che designa talora col nome di valle anche qualsiasi spazio pianeggiante compreso fra rilievi (es. Valle Padana). Nelle carte topografiche a isoipse, la valle è rappresentata da curve di livello che si aprono verso l'esterno.
Rispetto alla direzione delle catene montuose che le racchiudono, le valli possono essere longitudinali o trasversali secondo che, per i geografi, corrono nel senso delle catene stesse o le tagliano, e, per i geologi, sono parallele o normali alle pieghe tettoniche.
Ogni valle si può distinguere in varî tronchi, forme elementari, che possono essere di tipo e d'origine diversi.
Dal punto di vista della loro origine, le valli si dividono in tettoniche, d'erosione, d'accumulazione e carsiche.
a) Tettoniche sono quelle che rispondono a depressioni originarie nella struttura geologica della superficie terrestre. Esse possono essere di sinclinale o di doccia, se coincidono con la depressione di una piega (es., molte delle valli del Giura Svizzero) e sono dette da alcuni geologi valloni (es., il Vallone Bellunese); altre sono di frattura o faglia, se corrispondono a depressioni dovute a strati discordanti, per effetto di sprofondamento (es., valle del Giordano in Palestina).
b) Valli d'erosione sono quelle che rispondono a depressioni dovute all'azione degli agenti esogeni, sulle rocce della superficie terrestre, indipendentemente da qualsiasi causa tettonica; ché anzi talvolta sono in opposizione alla struttura geologica del sottosuolo, come le valli anticlinali, incise sulla cresta originaria di una piega (es., la valle dell'Adda), o monoclinali, se furono aperte sul fianco di un anticlinale.
Il maggior numero delle valli d'erosione sono fluviali, cioè dovute all'erosione di un corso d'acqua, e si distinguono soprattutto per la sezione trsversale a forma di V. Questa tende ad allargarsi progressivamente ed egualmente sui due fianchi con l'approfondirsi del fondovalle (valle normale), quando per la natura del suolo e l'uniforme disposizione degli strati, lo sfacelo dei fianchi vallivi, sotto le azioni meteoriche, è più rapido dell'erosione del corso d'acqua sul fondo valle (es., valli dell'Appennino settentrionale nelle argille, nelle marne, nelle sabbie, nei tufi, ecc.). Se invece il modellamento dei due fianchi è ineguale, per la diversa compattezza delle rocce affioranti o per la disposizione degli strati, ne risulterà una valle dissimmetrica a pareti diversamente inclinate. Se infine le rocce sono molto tenaci o disposte orizzontalmente, allora l'approfondimento della valle è più rapido dell'adattamento dei fianchi, che si mantengono verticali o quasi, e si ha allora una gola o stretta o chiusa, o forra, come si nota spesso in molte valli trasversali alpine, che tagliano delle pieghe di rocce tenaci (calcari, graniti, ecc.) o nei corsi d'acqua che incidono strati suborizzontali (es. Cañón del Colorado).
Talora sui fianchi delle valli fluviali si hanno più serie di cornici, dovute al risalto delle rocce più tenaci, e sul fondo si formano terrazzi alluvionali intravallivi, che sono incisi dal corso d'acqua sui suoi stessi depositi precedent i.
L'evoluzione ciclica di una valle fluviale corrisponde sempre a quella del corso d'acqua che la percorre; il profilo longitudinale tendendo alla forma del profilo d'equilibrio, quello trasversale tenderà ad appiattirsi per il frazionarsi dei fianchi e il colmarsi del fondo per l'incisione delle valli affluenti e il dilavamento delle acque meteoriche.
Tale evoluzione sarà più o meno rapida, a seconda della forza erosiva del corso d'acqua e della resistenza dei materiali, e più o meno complessa a seconda delle oscillazioni del livello di base.
Si dicono valli epigenetiche o sovraimposte o ereditate le valli il cui andamento non risponde né all'odierno rilievo esteriore, né alla direzione degli strati che lo costituiscono, ma che fu ereditato da un livello superiore, dove il fiume aveva scavato una valle in strati di roccia che ora sono scomparsi (es., la valle dell'Ombrone Pistoiese, attraverso il rilievo della Gonfolina).
Valli glaciali sono quelle che furono plasmate dai ghiacciai quaternarî, che hanno occupato antiche valli fluviali, e hanno un profilo trasversale a U, e ciò per effetto dell'abrasione del ghiacciaio, che si esercitò non solo sul fondo, ma anche sui fianchi vallivi, fin dove arrivò la massa gelata.
Spesso queste valli glaciali mostrano una serie di spalle orografiche, residuo dei tratti elevati dei fianchi dell'antica valle fluviale, sovraescavata sul fondo dal ghiacciaio. In questo caso le valli affluenti rimangono sospese sul fondo della valle principale. Se più fasi successive di avanzamento del ghiacciaio hanno occupato la valle, ai diversi livelli corrisponderanno allineamenti di spalle glaciali, incassate una dentro l'altra. Così si mostrano le valli maggiori delle Alpi (valli del Rodano, del Reno, dell'Inn, della Dora Riparia, del Ticino, dell'Adige, ecc.).
c) Valli d'accumulazione sono quelle originate dall'accumularsi di materiali deposti dal vento (valli di duna, dette anche lame fra le dune costiere) o di materiali lasciati dai ghiacciai (valli di morena; es., parallelamente alle cerchie moreniche dell'Anfiteatro del Garda), o eruttati dai vulcani (valli vulcaniche, nei Colli Euganei). Questi tipi di valli non sono molto diffusi e vengono facilmente trasformandosi in valli d'erosione.
d) Valli carsiche sono quelle che si trovano sui terreni calcarei e nelle quali spesso il corso d'acqua che le ha originate, al sopraggiungere del fenomeno carsico, è scomparso assorbito sul fondo. Talora esse sono semplici valli disseccate, con fondo a pendio lievissimo e foracchiato da doline, pozzi, caverne, che assorbono le acque di pioggia (es., il vallone di Chiapovano, lungo 15 km. sull'Altipiano della Bansizza, antico corso ora sospeso dell'Isonzo). Talaltra sono valli chiuse, percorse da un corso d'acqua che viene assorbito da una caverna, o inghiottitoio, ai piedi di una parete calcarea che sbarra la valle (es., la Foiba di Pisino in Istria, la valle del Timavo Superiore o Recca, troncata dalla voragine di S. Canziano, sul Carso Triestino.
V. anche vallicoltura.
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