VALLO DI ADRIANO
Recenti indagini sulla principale frontiera settentrionale della Britannia hanno consentito di valutare ancora meglio la sua complessità dal punto di vista sia progettuale sia storico. Si sono poste in discussione idee ormai accettate da lungo tempo, in modo particolare la nozione di una serie uniforme di «periodi» del V. di A. (IA: c.a 122-140 d.C.; IB: c.a 155- 180/197; II: c.a 200-296; III: c.a 369-383), separati (tranne IA/IB) da episodi di distruzione a opera delle tribù settentrionali. Sembra invece verisimile che pochi tra i «depositi di distruzione» possano essere attribuiti senza dubbio all'azione dei nemici, e che le suddivisioni cronologiche non siano presenti uniformemente in tutti i principali tratti scavati. È invece accettata la data dell'abbandono del Vallo Antonino, attorno al 163 d.C., cosicché non è più necessario supporre che entrambe le frontiere siano state occupate simultaneamente nel periodo IB del V. di Adriano. Ne consegue che il passo di Dione Cassio (lxxiii, 8) relativo all'attraversamento di un «vallo» da parte delle tribù del Nord nel 180 deve riferirsi al V. di A., anche se segni dell'attacco sono stati forse localizzati in scavi nei pressi di Dere Street, in particolare nei forti di Rudchester, Haltonchesters e Corbridge. Molte furono le ricostruzioni all'inizio del III sec., ma più per un'opera complessiva di ristrutturazione della frontiera che in conseguenza di attacchi nemici.
Si dispone oggi di numerose informazioni sugli antecedenti della frontiera adrianea. È ormai accertato che il V. di A. fu preceduto dalla complessa «frontiera Stanegate», posta circa 1 km dietro la linea seguita più tardi dal V. di A. stesso, comprendente forti, fortini e torri di guardia, legati, almeno nel settore occidentale, da una palizzata di legno e da un fossato. Essa venne creata attorno al 100 d.C., dopo l'abbandono degli avamposti militari in Scozia. Questo periodo è meglio noto grazie alle lettere e ai documenti scritti con inchiostro su tavolette lignee, rinvenuti nel praetorium del forte traianeo di Vindolanda (v.), uno dei quali si riferisce a un centurie regionarius di stanza a Luguvalium (v. Carlisle) attorno al 100 d.C. (v. infra).
Il V. di A. risulta così lo sviluppo logico di un limes già definito. Prima del restauro sono stati studiati due importanti tratti, uno a Sewingshields, attorno al 35° castello miliare, l'altro tra Peel Gap e High Shield Crags, presso Castle Nick (39° castello miliare). Sono state individuate tre fasi principali: (I) il Muro Largo (largo c.a 3 m), iniziato ma non portato a compimento; (II) un breve intervallo in cui sul Muro Largo si accumularono sedimenti, seguito dalla costruzione del Muro Stretto - una modifica comunemente collegata con la decisione nel periodo medio-adrianeo di aggiungere al muro la maggior parte dei sedici forti; (III) la costruzione di un muro ulteriormente ristretto (largo c.a 2 m), probabilmente in età severiana, nei tratti in cui il Muro Stretto necessitava di interventi conservativi.
È ugualmente chiaro che si presero misure per la protezione della vulnerabile linea costiera della Cumbria nordoccidentale, oltre il limite occidentale del V. di A. stesso a Bowness-on-Solway, mediante un sistema regolare di fortini e torri, posti rispettivamente a intervalli di un miglio romano e di un terzo di miglio, in modo affine al Vallo. Si è accertato che, almeno in alcuni settori, i fortini e le torri erano protetti da due palizzate parallele che creavano un cordone difensivo. Il sistema proseguiva per almeno 40 km oltre il termine del V. di Α., ed esistevano forse altri fortini nell'area di Ravenglass, 94 km oltre Bowness. Gran parte del sistema difensivo in Cumbria cessò di essere utilizzato dopo la costruzione del Vallo Antonino nei primi anni successivi al 140, per essere del tutto abbandonato alla fine del II secolo.
In relazione al V. di A. propriamente detto, sono stati condotti scavi in quattro castelli miliari, quattro torrette e numerosi forti, soprattutto a Wallsend, Newcastle, Housesteads e, al presente, Birdoswald. Lavori di minore entità si sono tenuti a Rudchester, Carrawburgh, Stanwix e Bowness-on-Solway, oltre a scavi importanti nei siti di South Shields, Corbridge, Vindolanda e Carlisle, connessi al Vallo.
È stata recuperata quasi integralmente la pianta del forte di Wallsend, che comprendeva 9 o 10 caserme, botteghe o stalle, i principia, il praetorium, un ospedale e due granai congiunti. Non sono stati identificati episodi di distruzione, ma nel IV sec. le caserme furono suddivise in una serie di padiglioni indipendenti. Uno schema simile è stato notato in alcuni degli altri forti sul V. di A., tra cui Housesteads: si è ipotizzato che si possa trattare degli alloggi per gli ammogliati all'interno del forte, forse in coincidenza della ridotta occupazione del vicus circostante. A Housesteads sono stati inoltre studiati il praetorium, l'ospedale, i bastioni e un piccolo impianto termale, inseriti nella caserma XV alla fine del IV sec.; assieme a quello di Chesters, Housesteads è il forte che illustra in modo più completo l'attività edilizia legata al Vallo di Adriano.
A Newcastle gli scavi attorno al castello medievale hanno messo in luce resti dei principia, del praetorium e due granai, oltre a una parte delle strutture difensive settentrionali del forte (Pons Aelius); i resti individuati sembrano databili verso la fine del II secolo. A Carrawburgh sono stati parzialmente studiati i principia, mentre a Rudchester uno scavo di ridotta estensione ha individuato una caserma adrianea, incendiata e poi ricostruita in età severiana, per essere poi definitivamente abbandonata attorno al 300 d.C. Anche a Bowness è stata individuata una caserma abbandonata a partire dal III sec. e ricostruita solo nel IV, con una modesta struttura in legno. Le due testimonianze indicano perciò che in epoca tardo-romana a Bowness e a Rudchester la guarnigione era notevolmente ridotta.
A Carlisle sono state studiate le strutture difensive settentrionali del forte di Stanwix, appartenente al V. di A., e sono stati condotti scavi estesi nel sito di Luguvalium.
Ad Annetwell Street sono state individuate la porta meridionale di un forte di età flavia e le strutture annesse, con resti organici di straordinaria conservazione; demolita attorno al 100 d.C., sembra essere stata rimpiazzata da strutture del tipo delle caserme. Bolli della II e della XX Legione indicano la presenza di un distaccamento legionario, ma non è ancora stato fornito dai recenti scavi un quadro completo della trasformazione del sito nel più importante insediamento civile dell'Inghilterra nordoccidentale. Al contrario, a Corbridge (Corstopitum o Coria, come ora indicato dalla tavoletta 154 di Vindolanda) che in modo simile si sarebbe affermata come uno dei principali centri urbani nel NE, si è giunti a una notevole precisione nella ricostruzione delle più antiche fasi storiche militari. Tra il 90 c.a e il 163 d.C., si ebbero sei diversi forti consecutivi, collegati prevalentemente a cambiamenti nella guarnigione. Un'interruzione dell'occupazione si ebbe solo tra il 125 c.a e il 139, gli anni in cui i forti vennero via via collegati al Vallo. Dopo il 163 Corstopitum (o Coria) si sviluppò come centro commerciale, con un deposito militare e due granai di età severiana, forse utilizzati per raccogliere la annona militaris. Con questo quadro si accorda l'imponente ricostruzione del forte costiero di South Shields come deposito di provviste per le campagne di Settimio Severo nel Nord; nel forte vennero ricavati non meno di venti nuovi granai, e il programma di scavo ed esposizione dall'intero forte, ancora in corso, getterà nuova luce su questo importante episodio.
Anche le fasi più tarde del forte di Vindolanda sono state recentemente chiarite dallo scavo. Il forte visibile oggi è di età adrianea, fornito di un edificio militare secondario a esso collegato. Le principali ricostruzioni si ebbero attorno al 163, al 205 e al 223-227; quella all'inizio del III sec. fu legata alla costruzione di trenta case a pianta circolare nella parte settentrionale della praetentura, destinate probabilmente alla mano d'opera civile impiegata forse nei lavori di ricostruzione del Vallò. Un grosso viens si sviluppò fuori del forte nel còrso del III sec., ma fu in gran parte abbandonato verso il 270 d.C.
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