valore
Nel linguaggio economico, capacità di un bene di soddisfare un bisogno, ma anche, nel senso più comune di v. di scambio, il prezzo relativo del bene stesso, cioè la sua capacità di acquistare altri beni.
La teoria del v. ha costituito la base della costruzione economica. A. Smith distingueva tra v. d’uso, determinato dall’intensità del bisogno soggettivamente avvertita, e v. di scambio, determinato dalle forze di mercato. D. Ricardo sosteneva la possibilità di misurazione oggettiva del v. di un bene, facendolo coincidere con il costo di produzione del bene stesso. Sviluppata da K. Marx, tale idea divenne centrale nella teoria dello sfruttamento, per la quale il v. di una merce è la somma del v. dei mezzi di produzione impiegati, del v. della forza lavoro e del plusvalore creato nel processo produttivo. L’idea della misurabilità del v. in termini oggettivi è stata criticata dalla scuola marginalista, che ha sottolineato l’importanza dell’utilità del bene, cioè dell’attitudine dello stesso a soddisfare bisogni umani, la cui valutazione è eminentemente soggettiva.