rischio, valutazione del
Attività importante conseguente alla individuazione e alla definizione di un rischio, consistente nella descrizione, in forma quantitativa più o meno precisa, del suo impatto in termini di implicazioni negative sul soggetto o l’impresa o l’istituzione o la comunità che lo subisce e della probabilità che esso si verifichi.
Una valutazione approssimata si ottiene articolando sia la verosimiglianza del danno sia il suo impatto in un certo numero di classi. Per es., le classi di verosimiglianza potrebbero essere: assolutamente remoto, molto improbabile, possibile, probabile, molto probabile, quasi certo; e le classi di impatto: trascurabile, minimo, modesto, rilevante, critico, catastrofico. Sia al primo sia al secondo elemento si può associare un indice numerico (per es., da 1 a 6). Il prodotto degli indici offre una misura numerica della rischiosità su una scala da 1 a 36, che è a sua volta suddivisibile in classi rappresentative della pericolosità del r. oggetto di valutazione. Per es.: irrilevante (1-9), poco pericoloso (10-18), molto pericoloso (19-28), devastante (29-36). Una valutazione estremamente precisa del r. è invece data dalla distribuzione di probabilità del danno; essa associa a ogni eventuale valore x del danno una probabilità p(x) (con Σhp(Xh)=1) o una densità di probabilità f(x)(ʃf(x)dx=1). Dalla distribuzione si possono dedurre indici sintetici rappresentativi del valore del r., per es. il valore medio del danno Σxhp(xh)(ʃxf(x)dx). Valutazioni del r. più sofisticate si ottengono attraverso misure di r. avanzate, come quelle di shortfall (➔) che considerano il r. di non riuscire a raggiungere un certo obiettivo oppure quello che prende in esame solo i danni più elevati legati alla parte estrema della distribuzione.
La valutazione del r. è una componente significativa della gestione di ogni impresa, ma diviene fondamentale quando la negoziazione dei r. è l’attività caratteristica dell’azienda. Ciò accade per le imprese bancarie e finanziarie e per quelle di assicurazione, dei rami sia danni sia vita. Per queste ultime particolare rilevanza assume il r. di longevità, nelle assicurazioni di rendita vitalizia differita, e di capitale differito. Le imprese bancarie sono specializzate nella valutazione del r. di credito, cioè del merito di credito degli Stati sovrani, delle aziende o delle persone cui debbono prestare il denaro raccolto dai risparmiatori. Un’errata valutazione di tale r. può portare a un grave deterioramento del loro portafoglio. Le imprese finanziarie, operando con strumenti più sofisticati dei prestiti, sono soggette a una molteplicità di altri r.: il r. di mercato, riferito al calo del prezzo degli asset che hanno acquistato, in cui hanno cioè assunto posizioni lunghe (➔ posizione); il r. di tasso, legato alla diminuzione del prezzo di mercato di obbligazioni e altre attività sensibili ai tassi di interesse, provocato da loro movimenti inattesi e sfavorevoli; il r. di modello, causato dall’uso per operazioni di arbitraggio di schemi non rispondenti alla realtà, e, in particolare, dall’utilizzo nelle valutazioni di parametri mal calibrati, inclusi quelli relativi ai premi al r. o alle misure neutrali al r.; il r. di controparte, derivante dall’inadempimento in contratti su prodotti strutturati di una controparte in posizione corta, che fa svanire i guadagni realizzabili su tali prodotti; il r. di cambio, dipendente da oscillazioni sfavorevoli del cambio quando le posizioni lunghe o corte in portafoglio siano denominate in valuta estera. La valutazione del r. di insolvenza delle istituzioni e degli intermediari bancari e finanziari è anche il cuore dell’attività delle agenzie di rating, e delle autorità di controllo. Sulla base di tale valutazione, le prime emettono i loro giudizi e le seconde i loro provvedimenti cautelativi, miranti al ristoro delle condizioni di solvibilità dell’intermediario il cui r. fosse giudicato troppo alto.