VANDEA (fr. Vendée; A. T., 32-33-34)
Dipartimento della Francia occidentale, compreso tra i dipartimenti della Loira Inferiore e del Maine-et-Loire a N., di Deux-Sèvres a E., della Charente Inférieure a S., e l'Oceano Atlantico a O., lungo il quale si affaccia per circa 140 km., con una costa in genere bassa e accompagnata da cordoni litorali e da dune. Il territorio (7016 kmq.) comprende tre regioni, diverse per aspetto e natura del suolo; a NE. si stende infatti una regione collinare di modesta altezza (m. 285 nel Saint-Michel-du-Mont-Mercure), incisa da valli poco profonde, ultimo sprone del Massiccio Armoricano, come questo costituito da rocce antiche (graniti, gneiss e scisti). È il cosiddetto Bocage vandeano, ricco di acque e di verde, ai piedi del quale si stende la Plaine, stretta fascia calcarea, dall'aspetto monotono, priva di alberi e povera di acque, ma particolarmente adatta alla coltura dei cereali.
Infine le estremità occidentale e meridionale sono occupate dai marais, regioni alluvionali strappate all'Oceano col secolare lavoro dell'uomo che si distinguono in marais desséchés, dove prevalgono colture cerealicole e marais mouillés, in cui la maggior parte della superficie è occupata da prati artificiali.
L'economia è prevalentemente agricola; tra le colture hanno il primo posto i cereali, grano, segale, grano saraceno; seguono le patate, la canapa, la colza. Importanza sempre maggiore sta assumendo l'allevamento dei bovini. Le risorse del sottosuolo si riducono a un modesto giacimento di carbone nella Plaine, al piombo argentifero presso Les Sables d'Olonne, al caolino che si estrae presso La Chaise e a varie cave di ardesia. In regresso è l'area occupata da saline, un tempo assai estese.
Le industrie, quasi tutte connesse all'agricoltura e all'allevamento, riguardano la lavorazione della canapa (cordami e tele), del cuoio, la molitoria e inoltre la vetraria, ecc.
Nel 1931 la popolazione assommava a 390.396 ab. (densità 56 ab. per kmq.), in notevole dimi nuzione (442.355 ab. nel 1891). Capoluogo è Les Sables d'Olonne con 13.660 ab.; altri centri notevoli sono La Roche-sur-Yon, Fontenay-le-Comte e Luçon, tutti mercati agricoli.
Guerra della Vandea.
È la celebre insurrezione, monarchica e cattolica, che nel 1793 parve sul punto di riversarsi vittoriosa dalle provincie occidentali della Francia sulla stessa Parigi. Povero agreste paese di tradizioni ancor solide, la Vandea non aveva ricavato dal nuovo regime che aggravio d'imposte, tirannide borghese e oltraggi continui ai suoi sentimenti religiosi. La costituzione civile del clero e le leggi contro i preti refrattarî e i nobili produssero i primi moti, organizzati qua e là dal taglialegna Jean Cottereau detto Chouan e dal marchese A. de La Rouerie; ma la rivolta generale scoppiò nel marzo, in seguito all'uccisione di Luigi XVI e alla leva di 300 mila uomini, con massacri di repubblicani a Machecoul, Cholet, Montaigu, Pontivy e in più altri villaggi e città a sud e a nord della Loira. Uomini oscuri, ma prodi, come il guardacaccia J.-N. Stofflet e il carrettiere J. Cathelineau, si misero a capo delle bande, nelle quali accorsero poi, prendendo subito il sopravvento, parecchi nobili ex-ufficiali (F.-A. Charette, L. d'Elbée, L.-M. Lescure, Ch.-M.-A. de Bonchamp, H. de La Rochejacquelein, ecc.) che fecero appello agl'Inglesi e tentarono inoltre, d'accordo con l'abate É.-A. Bernier, di organizzare un governo opposto a quello rivoluzionario. Ma non poterono vincere il particolarismo locale, e quindi neppure costituire un vero esercito permanente. I contadini accorrevano a frotte quand'erano segnalati i repubblicani e tornavano alle loro case appena il pericolo sembrava scomparso. Ciò fu la salvezza della rivoluzione. Tuttavia l'esercito vandeano, ardente e fanatico, conseguì numerose vittorie utilizzando abilmente, per la difesa e per l'offesa, le risorse del territorio pieno di corsi d'acqua, di boschi e di paludi.
La repubblica si dovette servire dapprima di sole guardie nazionali e di reclute, le quali poterono (cosa importantissima) mantenere le coste, ma fallirono in tutti gli attacchi concentrici mal preparati e peggio guidati dai commissarî e dai generali sanculotti (H. Ronsin, J.-A. Rossignol, Santerre, J. L'Échelle). Nel maggio 1793 i Vandeani presero Fontenay e il 10 giugno Saumur; il 29 furono respinti a Nantes dal generale C. de Canclaux (ivi cadde Cathelineau), ma il 25 luglio sconfissero F.-J. Westermann a Châtillon. Allora (1° agosto) la Convenzione decretò lo sterminio della Vandea e spedì a eseguire la sentenza le truppe che avevano capitolato, pochi giorni prima, a Magonza. Tra il 18 e il 19 settembre gl'insorti vinsero Ronsin e Santerre a Coron, e J.-B. Kléber a Torfou, ma il 17 ottobre ebbero la peggio a Cholet e vi perdettero quasi tutti i loro capi: Bonchamp morì il giorno seguente a Saint-Florent, e d'Elbée, ferito da 14 colpi e messo in salvo dai suoi, fu poi fatto prigioniero e fucilato nel gennaio 1794. Intanto Stofflet e La Rochejacquelein, per nulla scoraggiati, attraversavano la Loira con oltre 30 mila uomini, a cui si unirono le bande di J. Cottereau, battevano L'Échelle a Entrammes (25 ottobre) e, proseguendo verso la Manica, s'impadronivano di Avranches e tentavano di espugnare Granville che fu energicamente difesa dal commissario J.B. Le Carpentier (14 novembre). Ma l'assenza della flotta inglese e la ripugnanza dei contadini a rimanere lontani dalle proprie case consigliarono tosto il ritorno, che si compì tra continui combattimenti e con varia fortuna sino a Le Mans. Quivi i Vandeani s'incontrarono coi generali F.-S. Marceau, Westermann e Kléber e furono disfatti in una terribile battaglia che finì con un massacro (12-13 dicembre). I superstiti, riordinatisi a Laval, furono dispersi o distrutti a Savenay (23 dicembre). Pochi fuggirono presso gli scioani della Bretagna: migliaia di prigionieri vennero fucilati o annegati nella Loira, a Nantes, per opera di quei terroristi e del commissario J.-B. Carrier. Il La Rocheiacquelein, continuando con pochi altri la guerra, cadde ucciso, il 4 marzo 1794, in uno scontro a Nauaillé presso Cholet. Aveva soltanto 22 anni. Il generale L.-M. Turreau organizzò poi le "colonne infernali" per la totale repressione del cosiddetto brigantaggio, ma sotto i Termidoristi il generale L. Hoche cambiò sistema e poté credere per un momento di aver ricondotto, con una paziente opera di persuasione, la tranquillità e la pace in quelle desolate provincie. Viceversa, quando gli emigrati, nel luglio 1795, sbarcarono a Quiberon, dove furono sterminati dallo stesso Hoche, Stofflet e Charette ripresero le armi sperando negli aiuti del conte d'Artois che era a Isle-D'Yeu; ma, quando questi tornò in Inghilterra (15 novembre 1795), le bande incominciarono, scoraggiate, a disciogliersi. Stofflet, arrestato in fuga a Sangrenière, fu fucilato ad Angers (25 febbraio 1796): Charette, preso nel bosco della Chabotière, subì la medesima sorte a Nantes (29 marzo 1796).
Hoche riprese poscia, e con maggior fortuna, la sua opera pacificatrice; ma la Vandea, come la Bretagna, affermò ancora, con nuove sebbene meno importanti agitazioni, la sua fede legittimista nel 1799 e nel 1815, durante i Cento giorni. Nel 1832 la duchessa di Berry comparve a Nantes, ma il suo pronto arresto consigliò gli avversari di Luigi Filippo a rinunziare alla vagheggiata rivolta. D'altronde la Vandea, mutata anche la struttura economica del paese, attenuò i suoi sentimenti conservatori e fuse tranquillamente la propria vita in quella della nuova Francia.
Bibl.: Ch.-L. Chassin, La préparation de la guerre de Vendée, Parigi 1892, voll. 3; id., La Vendée patriote, ivi 1893-95, voll. 4; id., Les pacifications de l'Ouest, ivi 1896-99, voll. 3; E. Gabory, La Révolution et la Vendée, ivi 1925-28, voll. 3, e op. ivi cit., oltre alle numerose biografie dei principali capi vandeani e repubblicani. Ved. inoltre: E. Lemière, Bibliogr. de la contre-révolution dans les provinces de l'Ouest ou des guerres de la Vendée et de la chouannerie 1793-1815-1832, Parigi 1914 segg.