Redgrave, Vanessa
Attrice cinematografica e teatrale inglese, nata a Londra il 30 gennaio 1937. Interprete dal volto scarno, quasi spigoloso nei tratti, la R. ha sempre rifiutato ogni tentazione divistica volendo offrire di sé stessa un'immagine di donna volitiva, sicura e socialmente impegnata. Nel corso della sua carriera ha dato volto e anima a personaggi di donne forti, talvolta realmente vissute, comunque sempre dotate di spiccata personalità e determinate nelle loro scelte. Premiata come migliore attrice protagonista al Festival di Cannes per l'interpretazione di due film di Karel Reisz, Morgan, a suitable case for treatment (1966; Morgan, matto da legare) e Isadora (1968), nel 1978 ha vinto l'Oscar come miglior attrice non protagonista per Julia (1977; Giulia) diretto da Fred Zinnemann.
Figlia del noto attore di teatro e di cinema Michael Redgrave, cresciuta in una famiglia di grandi artisti, frequentò fin da bambina il mondo dello spettacolo, dimostrando ben presto di avere ereditato uno spiccato talento per la recitazione. Frequentati i corsi presso la Central School of Speech and Drama di Londra, debuttò nel 1958, poco più che ventenne, a teatro accanto al padre in A touch of the Sun di N.C. Hunter e successivamente apparve sul grande schermo, sempre al fianco del padre, nel drammatico Behind the mask (1958) diretto da Brian Desmond Hurst.
Trascorso un lungo periodo segnato dal suo impegno politico nel Workers Revolutionary Party e da significative esperienze teatrali presso il Royal Shakespeare Theatre di Stratford, nel 1966 tornò al cinema per interpretare la parte della modella Jane nel complesso film di Michelangelo Antonioni, Blow-up, vera svolta nella sua carriera cinematografica e primo passo verso la notorietà. Negli anni Sessanta la R. in numerose occasioni ebbe modo di lavorare con esponenti di rilievo del Free Cinema come Reisz, che la diresse in Morgan, a suitable case for treatment nel ruolo della moglie del protagonista, e Tony Richardson per il quale recitò in The sailor from Gibraltar (1967; Il marinaio del Gibilterra), nel film breve Red and blue (1967) e in The charge of the light brigade (1968; I seicento di Balaklava).
Con il ruolo di Anna Bolena in A man for all seasons (1966; Un uomo per tutte le stagioni) di Zinnemann inaugurò una lunga serie di ritratti femminili, come quello di Isadora Duncan offerto in Isadora, in cui la R. riesce a conferire alla figura della grande danzatrice dalla vita stravagante e anticonformista un'umanità profonda, tanto da ottenere una nomination all'Oscar. Sempre tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio del decennio successivo venne diretta da Joshua Logan in Camelot (1967) e da Richard Attenborough in Oh! what a lovely war (1969; Oh, che bella guerra!). Cominciò a collaborare anche con registi italiani come Elio Petri (Un tranquillo posto di campagna, 1968) e Tinto Brass (La vacanza, 1971); e, nello stesso periodo, si mise in luce soprattutto con il ruolo estremo di suor Giovanna degli Angeli in The dev-ils (1971; I diavoli) di Ken Russell e, in misura minore, nel corale Murder on the Orient Express (1974; Assassinio sull'Orient Express) di Sidney Lumet. In precedenza era stata la sovrana scozzese Maria Stuarda in Mary, queen of Scots (1971; Maria Stuarda, regina di Scozia) di Charles Jarrott, ma fu nel 1977 che, diretta da Zinnemann in Julia, accanto a una straordinaria Jane Fonda, la R. offrì una delle sue più intense interpretazioni con un personaggio di donna impegnata politicamente, sensibile alla realtà sociale che la circonda a dispetto delle sue origini aristocratiche, combattiva e al contempo capace di profonda e sincera amicizia. L'anno seguente interpretò la celebre scrittrice Agatha Christie, colta in un momento difficile della sua vita, in Agatha (Il segreto di Agatha Christie) di Michael Apted. Dopo Yanks (1979; Yankees) di John Schlesinger, a partire dagli anni Ottanta, la sua presenza nel cinema è risultata costantemente confinata in vere e proprie caratterizzazioni, ma di tale bravura e professionalità da risultare sempre straordinarie. Nel 1984 si è fatta notare grazie alla sua interpretazione in The Bostonians (I bostoniani) di James Ivory, per cui ha ricevuto un'altra nomination all'Oscar, e sempre lo stesso anno è stata una delle protagoniste di Steaming (Steaming ‒ Al bagno turco) in cui il regista Joseph Losey ritrae la realtà triste ma sensuale di un bagno turco dove un gruppo di donne di diversa estrazione sociale si rifugia nel cuore di Londra. L'anno successivo la R. è stata scelta dal commediografo David Hare per impersonare la tragica solitudine di una professoressa nel dramma conflittuale Wetherby (Il mistero di Wetherby). Ha suscitato scalpore invece il film Prick up your ears (1987; Prick up ‒ L'importanza di essere Joe) di Stephen Frears per la difficile storia di omosessualità tra due donne, mentre nel 1992 ha recitato accanto a Emma Thompson e ad Anthony Hopkins nel delicato film di Ivory Howards End (Casa Howard). Tra le altre sue apparizioni vanno ricordate quelle in The house of the spirits (1993; La casa degli spiriti) di Bille August, nell'inquietante Little Odessa (1994) di James Gray, nell'avventuroso Mission: impossible (1996) di Brian De Palma, oppure quelle nel ruolo di madre di un genio controverso in Wilde (1997) di Brian Gilbert, di psicologa in Girl, interrupted (1999; Ragazze interrotte) di James Malgold o della nonna di una bambina uccisa nel thriller The pledge (2001; La promessa) di Sean Penn. Nel 1991 ha pubblicato Vanessa Redgrave: an autobiography.