Vanni della Monna
Notaio pistoiese (sec. XIII), complice di Vanni Fucci nel furto a la sagrestia d'i belli arredi (If XXIV 138). Secondo le cronache contemporanee e i commentatori antichi (Lana, Anonimo), V. venne arrestato soltanto in un secondo tempo, quando già era stato condannato un Rampino di Ranuccio Foresi (e falsamente già fu apposto altrui, v. 139) su cui pesavano gravi indizi: ad alcuni la scoperta e l'arresto del notaio parvero fatto addirittura miracoloso; per altri sarebbe stato lo stesso Vanni Fucci, riparato fuori città, ad accusarlo per salvare il Foresi. Venne giustiziato nel marzo 1295.
Secondo il Bacci, per il quale la data dell'esecuzione andrebbe posticipata al febbraio 1296, vanno riferite a V. le parole e falsamente già fu apposto altrui: il notaio sarebbe stato non complice ma semplicemente ricettatore involontario per timore del Fucci. Questa tesi però, non suffragata da alcuna valida prova, venne accolta con molte riserve, come " non sicura deduzione ", nella recensione in " Bull. " II (1895) 158-159. Per di più il verso citato pare accennare, più che a una bravata del Fucci, quale sarebbe stata se V. fosse stato innocente, a un fatto eccezionale, che certo D. doveva ben conoscere, come apparve ai contemporanei il proscioglimento del Foresi.
Bibl. - P. Bacci, D. e Vanni Fucci secondo una tradizione ignota, Pistoia 1892; ID., Del notaio pistoiese V. della M. e del furto alla sacrestia de' belli arredi ricordato da D. nel c. XXIV dell'Inferno, ibid. 1895 (recens. [forse del Barbi] in " Bull. " II [1895] 158-159); cfr. anche la bibl. sub v. VANNI FUCCI.