BIRINGUCCIO, Vannoccio
Chimico e metallurgista, nato in Siena il 20 ottobre 1480 da Paolo e Lucrezia di Bartolomeo. Fin da giovane godette la protezione di Pandolfo Petrucci, signore di Siena, che agevolò i suoi studî, rivolti specialmente alla pratica mineraria. Diresse poi varie imprese del genere, sia in Toscana sia fuori (Veneto), compiendo anche varî viaggi d'istruzione in Italia e all'estero (Alpi tedesche, Sassonia, ecc.). Nella sua città egli fu coinvolto nelle lotte intestine che successero alla morte di Pandolfo, e nelle quali i Petrucci ebbero alterna fortuna. Cacciato insieme a Borghese Petrucci, egli fu accusato di avere falsato la lega nelle monete della città, accusa gratuita facile a farsi a chi si occupava, come Vannoccio, di fusioni, di metallurgia e di chimica. Risollevata la fortuna dei Petrucci fu rimesso nelle cariche pubbliche che gli erano state tolte, ed ebbe anzi la concessione di fare il salnitro in tutto il dominio senese.
Nel 1526 dovette nuovamente fuggire da Siena, contro la quale combatté nella battaglia di Porta Camollia, dirigendo le artiglierie. Nel 1529 troviamo Biringuccio al servizio della Repubblica Fiorentina per la quale fuse il famoso cannone detto del Lionfante. Tornò a Siena nel 1530 ed ottenne importanti cariche pubbliche fra cui quella di architetto del comune e capomastro del duomo. Nel 1538 infine lo troviamo a Roma, dove dal papa Paolo III era stato chiamato come maestro della Fonderia della Camera apostolica e direttore delle artiglierie papali. Dopo non abbiamo più alcuna notizia diretta di B., solo sappiamo che nei primi mesi del 1539 egli era già morto.
Biringuccio è una delle figure più importanti del Rinascimento come metallurgista, mineralogista, chimico e tecnico. Le sue nozioni erano vaste e comprendevano nel suo campo tutte le conoscenze pratiche d'allora ed erano sorrette dall'esercizio diretto di esse. Biringuccio può riguardarsi così come uno dei principali esponenti dell'instaurazione di fatto del nuovo metodo sperimentale. Come abbiamo detto egli era anzitutto un pratico, e mancava dell'erudizione classica che troviamo in altri scrittori dell'epoca (ad es. Agricola). Ma tanto più è meritoria la sua opera in quanto ci mostra solo "quanto ha veduto, ed anche quanto.... ha operato e fatto operare". Anche rispetto agli alchimisti B. assume una sana posizione, riconoscendo quanto di meritevole essi avevano fatto per la chimica, ma riprovando tutto quello che era vaneggiamento, fantasticheria o impostura. La parte ch'egli ebbe nella fusione di oggetti artistici e i vincoli d'amicizia che lo legarono a letterati e specialmente ad artisti, rendono la sua figura interessante anche per la storia dell'arte.
Le cognizioni di B. si trovano esposte in un libro interessantissimo dal lato scientifico ed anche generale, che purtroppo, però, vide la luce solo dopo la sua morte (1540), e alquanto manipolato nel testo. Queste alterazioni aumentano nelle successive edizioni, che furono numerose, data la grande diffusione dell'opera. Il titolo della prima edizione è De la Pirotechnia, libri dieci dove ampiamente si tratta non solo di ogni sorte e diversità di miniere, ma ancora quanto si ricerca intorno alla pratica di quelle cose di quel che si appartiene a l'arte de la fusione over gitto de metalli come d'ogni altra cosa simile a questa (Venezia 1540). I libri trattano: I, dei metalli e loro miniere; II, dei mezzi minerali; III, del saggio dei minerali e delle fusioni; IV, della separazione dell'oro e dell'argento e della loro preparazione; V, delle leghe; VI e VII, delle fusioni, in particolare delle artiglierie (con notizie importantissime sull'arte della guerra), delle campane, statue, ecc.; VIII, delle piccole fusioni, specialmente di oggetti artistici; IX, di varie arti che usano il fuoco, come la chimica, l'arte della zecca, del figulinaio, delle calcine, ecc.; X, delle polveri, delle mine, trombe, proiettili, ecc. e infine dei fuochi artificiali.
Edizioni italiane: 1ª Venezia 1540; 2ª Venezia 1550; 3ª Venezia 1558; 4ª Venezia 1559; 5ª Bologna 1678; 6ª Bari 1914 (non completa); francesi; 1ª Parigi 1556; 2ª Parigi 1572; 3ª Rouen 1627; parziale, Parigi 1859; latina: Colonia 1658; tedesca: Brunswick 1925.
Bibl.: Thieme-Bcker, Künstler-Lexikon, IV, Lipsia 1910; e, in V. Biringuccio, De la Pirotechnia, Bari 1914 (edizione critica già citata), le note e la prefazione di A. Mieli.