VANSITTART, Sir Robert Gilbert, primo barone V
Diplomatico inglese, nato il 25 giugno 1881; in carriera dal 1902, fu segretario di Lord Curzon (1920-24), quindi vicesegretario (1924-30) e segretario generale al Ministero degli esteri. Avversato dal Chamberlain per la sua coraggiosa politica di francofilia e di ostinata resistenza ai dittatori, fu trasferito nel 1937 alla sinecura di primo consigliere diplomatico epperò eliminato dai negoziati che condussero al patto di Monaco. Elevato da Churchill alla parìa quando lasciò la carriera diplomatica per i raggiunti limiti d'età, divenne a un tratto popolarmente celebre per le radioconversazioni del 1940 (Black Record, Londra 1941), recisa affermazione della responsabilità collettiva del popolo tedesco.
La controversia pubblicistica sul vansittartismo, invano ribadito da alcuni critici (gli oxoniensi A. L. Rowse, Rohan O'Butler, A. J. P. Taylor, ecc.), ma refutato, oltre che da studiosi quali G. P. Gooch, e G. Barraclough, dal socialista V. Gollancz e da profughi austro-tedeschi (H. Fränkel, J. Braunthal, ecc.), piacque a Goebbels che nel suo Diario non mancò di elencarne più volte con soddisfazione i vantaggi propagandistici. Poco soddisfacentemente difeso in altri libri (Roots of the Trouble, Londra 1942; Lessons of my Life, Londra 1943, trad. ital. Insegnamenti della mia vita, Torino 1947; Bones of Contention, Londra 1945) il vansittartismo, a guerra finita, fu dal suo autore applicato integralmente al red record del nuovo imperialismo sovietico. V. è anche autore di applaudite commedie e di versi: Green and Grey. Londra 1944.
Bibl.: H. Wickham Steed, Words on the Air, Londra 1946, pp. 189-90; P. Treves, L'Isola misteriosa, Firenze 1947, pp. 102-03, 115 (trad. ingl., Londra 1949).