Vedi Vanuatu dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
Vanuatu è uno stato insulare dell’Oceano Pacifico meridionale. È membro delle principali organizzazioni regionali dell’area: il Forum delle isole del Pacifico (Pif) e il Segretariato della comunità del Pacifico (Spc). È stato anche il primo paese della regione del Pacifico meridionale, molto legata agli Stati Uniti, a diventare membro del Movimento dei paesi non allineati. Vanuatu mantiene rapporti con le ex potenze coloniali, Francia e Regno Unito, che nel 1906 dettero vita a una forma di amministrazione congiunta delle isole, dando loro il nome di Nuove Ebridi.
Vanuatu è indipendente dal 1980 ed è una repubblica parlamentare. La politica interna si è tradizionalmente caratterizzata per un elevato livello di frammentazione e instabilità. Non hanno fatto eccezione le elezioni per il rinnovo del Parlamento (composto da 52 seggi), che si sono tenute nell’ottobre 2012. Benché abbiano riconfermato Sato Kilman alla guida del governo, i lavori del suo esecutivo sono stati ripetutamente interrotti da una serie di mozioni di sfiducia. Per questo Kilman ha rassegnato le dimissioni nel marzo 2013. Alla guida del governo è dunque subentrata Moana Carcasses, leader della Confederazione dei verdi, che gode della reputazione di riformista.
Circa il 94% della popolazione è melanesiano (Ni-Vanuatu), il 4% è francese e il 2% ha origini vietnamite o cinesi, oppure proviene dalle vicine isole del Pacifico. La maggioranza dei vanuatesi è di religione cristiana (il 31% è presbiteriano, il 13% anglicano e il 13% cattolico).
L’economia vanuatese è basata sul settore primario e sui servizi. Più della metà della popolazione dipende dall’agricoltura di sussistenza e il settore agricolo, pur pesando solo per un quinto del pil, genera circa tre quarti delle esportazioni annue. Di rilievo anche il settore del turismo, che tuttavia è stato colpito dalla crisi economica internazionale e ha così contribuito alla riduzione del tasso di crescita del pil. Turismo, costruzioni e aumento delle esportazioni hanno tuttavia permesso a Vanuatu di riprendere a crescere a un tasso che nel 2013 si è attestato sul 3,3%. Vanuatu è infine un rilevante centro finanziario off-shore e dal 2003 si è impegnato a collaborare con l’Oecd per migliorare la trasparenza e lo scambio di informazioni in materia fiscale. L’utilizzo del paese come paradiso fiscale ha peraltro generato notevoli tensioni con l’Australia, la cui polizia ha arrestato il segretario di Kilman nell’aprile 2012 con l’accusa di frode fiscale.
Il paese è dipendente dalle importazioni, che provengono per la maggior parte da Corea del Sud, Cina e Singapore. Esporta in prevalenza prodotti di base, e questo lo rende dipendente anche dai prezzi di tali prodotti (il principale è la polpa essiccata del cocco, da cui si ricavano grassi e oli). L’Unione Europea (Eu) garantisce un trattamento preferenziale alle importazioni da Vanuatu, in quanto è uno dei 79 paesi dell’Acp Group, ma i maggiori partner vanuatesi per le esportazioni restano Thailandia, Costa d’Avorio e Giappone. Un incremento dell’interscambio con l’estero potrebbe derivare dalla partecipazione all’Organizzazione internazionale del commercio, di cui Vanuatu è entrata a far parte nell’agosto 2012. L’ingresso nell’organizzazione, tuttavia, potrebbe mettere in crisi alcuni interessi costituiti, minacciati dall’apertura del paese al commercio internazionale. Peso non secondario nell’economia nazionale rivestono infine gli aiuti provenienti dall’estero. Regno Unito, Australia, Francia e Nuova Zelanda sono stati tradizionalmente i principali donatori esteri, cui si sono di recente aggiunti anche Stati Uniti, Eu e Cina.