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Vanuatu è un piccolo paese che si compone di più di 80 isole situate nell’Oceano Pacifico meridionale. Esso è membro delle principali organizzazioni regionali dell’area: il Forum delle isole del Pacifico (Pif) e il Segretariato della comunità del Pacifico (Spc). Inoltre, è stato il primo paese della regione del Pacifico meridionale, molto legata agli Stati Uniti, a diventare membro del cosiddetto Movimento dei paesi non allineati. Vanuatu mantiene rapporti con le ex potenze coloniali, Francia e Regno Unito, anche se recentemente la condanna dei test nucleari francesi sull’atollo di Mururoa e il sostegno al movimento che chiede l’indipendenza dalla Francia nella Nuova Caledonia ha provocato tensioni con il governo francese. Il paese non ha una forza militare propria, anche grazie al fatto che non vi sono minacce dirette alla sicurezza nazionale.
Vanuatu è indipendente dal 1980 ed è una Repubblica parlamentare. La situazione politica è instabile: alle ultime elezioni del settembre 2008, nessun partito politico ha infatti raggiunto un numero di voti sufficientemente ampio per guidare il Parlamento (composto da 52 seggi). Il governo guidato dal primo ministro Edward Nipake Natapei, del Vanuaku Party, è caduto nel dicembre 2010 a seguito di un voto di sfiducia; a costui è succeduto prima Sato Kilman, che ha effettuato numerosi rimpasti, e poi Serge Vohor, nell’aprile 2011.
L’eredità coloniale continua a dividere la società in tutti i suoi aspetti, anche per quanto concerne la politica, la religione e l’economia. Circa il 94% della popolazione è melanesiano (ni-Vanuatu), il 4% è francese e il 2% ha origini vietnamite o cinesi, oppure proviene dalle vicine isole del Pacifico. La maggioranza dei vanuatesi è di religione cristiana (il 37% è presbiteriano, il 15% anglicano e il 15% cattolico). Il tasso di fecondità tra il 2005 e il 2010 è stato del 4%. Il 75% della popolazione vive nelle campagne.
L’economia vanuatese è basata sul settore primario e dei servizi. Più dell’80% della popolazione, infatti, dipende dall’agricoltura di sussistenza e il settore agricolo contava nel 2008 per circa il 20% del pil e per il 75% delle esportazioni del paese. Di rilievo anche il settore del turismo, che tuttavia è stato colpito dalla crisi economica internazionale e ha così contribuito alla riduzione del tasso di crescita del pil – mediamente stabile al 6% tra il 2003 e il 2008. Inoltre, Vanuatu è da tempo un centro finanziario off-shore e dal 2003 si è impegnato a collaborare con l’Oecd per migliorare la trasparenza e prevedere un effettivo scambio di informazioni in materia fiscale.
Il paese è dipendente dalle importazioni, che provengono per la maggior parte dai vicini Australia, Singapore e Nuova Zelanda, ed esporta in prevalenza prodotti di base, essendo di conseguenza dipendente anche dai prezzi di tali prodotti (il principale è la polpa essiccata del cocco, da cui si ricavano grassi e oli). L’Unione Europea (Eu) garantisce un trattamento preferenziale alle importazioni da Vanuatu, in quanto è uno dei 79 paesi dello Acp Group, ma i maggiori partner vanuatesi per le esportazioni restano Thailandia, India e Giappone.
Infine, Vanuatu è dipendente dagli aiuti, che provengono soprattutto da Regno Unito, Australia, Francia e Nuova Zelanda. Altri donatori di rilievo sono Eu, Stati Uniti e, recentemente, la Cina. Nel 2010 l’Australia ha messo a disposizione dei fondi per la lotta ai cambiamenti climatici, che influiscono negativamente sulle infrastrutture di un paese particolarmente vulnerabile rispetto ai disastri ambientali.