VARĀHAMIHIRA
. Astronomo, astrologo, matematico e geografo indiano del sec. VI d. C. Nativo di Avanti (moderna Ujjain) e figlio di Ādityadāsa, morì nel 587. Secondo la tradizione conservataci in una strofa del Jyotirvidābhaaṇa, egli è ricordato come una delle "nove gemme" che erano ornamento della corte del re Vikramāditya.
L'opera sua più importante è la Bṛhatsaṃhitā "Il grande compendio", la quale, con il suo carattere enciclopedico, illumina molteplici aspetti della cultura e della civiltà indiana e offre allo studioso un ricco materiale di indagine e di raffronto con altri testi appartenenti a branche speciali dello scibile. Oltre all'astrologia, cui l'opera vuole essere dedicata, si trovano in essa pagine di astronomia, geografia, meteorologia, ritualistica, scienza divinatoria, scienza delle costruzioni, scienza sulle pietre preziose, metrica, ecc. La forma del dettato, in metro vario, offre in alcuni brani autentici pregi di elevata poesia. Tra le opere minori sono da segnalarsi la Pañcasiddhāntikā (L'opera) riguardante i cinque siddhānta", che ha carattere genuinamente astronomico, trattando dei cinque antichi sistemi astronomici (siddhanta) indiani e tramandando di essi notizie che non si conoscono per altra via. Interessante per i suoi addentellati con l'Arthaśāstra, è un'opera di V. intitolata Yogayātrā "Della spedizione militare sotto costellazione propizia". Altri scritti di astrologia trattano delle nascite e dei matrimonî. V. india: Letteratura classica.
Ediz.: The Brhatsamhitā, a cura di H. Kern, Bibl. Ind., Calcutta 1865.
Tradotta, in gran parte, dal Kern stesso nel Journal of the Royal Asiatic Società dal 1870 al 1875. La Pañcasiddhāntikā è stata pubblicata e tradotta in inglese da Thibaut e Sudhākara Dvivedi a Benares nel 1889. La Yogayātrā è stata pubblicata e tradotta dal Kern nelle Indische Studien, voll. 10 e 14.