varcare
Il verbo occorre otto volte nella Commedia, con netta prevalenza della forma varca (sei volte, di cui quattro in rima; una volta come II persona dell'imperativo).
Nel senso di " valicare ", " oltrepassare ": Pg VII 54 sola questa riga / non varcheresti dopo 'l sol partito; con complemento oggetto di persona: X 53 vedea / ... da quella costa / onde m'era colui che mi movea, / un'altra storia ne la roccia imposta; / per ch'io varcai Virgilio, e fe'mi presso; detto di un elemento costruttivo che passa da una parte all'altra: If XXIII 135 s'appressa un sasso che da la gran cerchia / si move e varca tutt'i vallon feri (lo scoglio che partendo dalla stagliata rocca attraversa le varie bolge); anche senza complemento: XXIV 68 Non so che disse, ancor che sovra 'l dosso / fossi de l'arco già che varca quivi, ossia " la sommità del ponte che valica la bolgia in quel punto ".
Costruito assolutamente, vale " passare oltre ", " procedere ": Pg XII 4 Di pari, come buoi che vanno a giogo, / m'andava io con quell'anima carca, / fin che 'l sofferse il dolce pedagogo. / Ma quando disse: " Lascia lui e varca... "; XIX 43 io udi' " Venite; qui si varca ", ossia " qui c'è il passaggio " (per salire al girone successivo). In Pd II 3 O voi che siete in piccioletta barca, / desiderosi d'ascoltar, seguiti / dietro al mio legno che cantando varca, all'idea di una traversata (" poeteggiando valica il profondo e largo mare dell'Universo ", Ottimo) è intimamente associata quella di un passaggio verso il mare aperto (" varca, idest transit et intrat novam et profundam aquam ", Benvenuto), con un implicito richiamo per antitesi al folle volo di Ulisse (If XXVI 90 ss.; ma si veda anche il varco / folle d'Ulisse, di Pd XXVII 82-83), qui del resto riecheggiato in alcune puntuali immagini. Bene fra gli altri il Giacalone: " La metafora del mare, del legno, della barca... qui stabilisce subito una certa analogia con il legno, la compagna picciola, con l'alto mare aperto di Ulisse, il quale fidò soltanto sulla ragione senza il consenso divino e la scienza teologica, andandosi a perdere nel mare ignoto e infinito ". Diversa sfumatura semantica ma analoga ampiezza ha il verbo in Pd XXII 68 nostra scala infino ad essa [l'ultima spera, ossia l'Empireo] varca, / onde così dal viso ti s'invola: " varca... dà il senso di uno spazio immenso superato di slancio " (Sapegno). Allegoricamente, solo la contemplazione mistica può condurre alla cognizione di Dio: " Quasi dicat, quod tua speculatio intellectualis non potest pertingere ad apicem istius scalae, quae extenditur usque ad pedes Domini " (Benvenuto).