VARGHA Gyula
Poeta ungherese, nato il 4 novembre 1853 a Káva (comitato Pest), morto il 3 maggio 1929. Studiò diritto a Budapest e quindi entrò come impiegato nell'ufficio statistico, del quale diventò, nel 1901, direttore. Dal 1914 fu sottosegretario di stato nel Ministero del commercio.
Fu nello stesso tempo scienziato - pubblicò poderosi lavori di statistica e di economia politica - e poeta che visse ed espresse tutti i sentimenti della sua nazione. Le sue poesie, pubblicate dal 1875 sulla rivista Budapesti Szemle, furono raccolte in volume soltanto nel 1915, quando i suoi versi tormentati e profetici acquistarono una maggiore importanza per la rara chiaroveggenza con la quale intuì e vide avvicinarsi una catastrofe nazionale. I volumi Ködben (Nebbia, 1922), Vitézi énekek Thury Gyârgyrâl (Canzoni eroiche di Giorgio Thury, 1923), A végtelen felé (Verso l'infinito, 1923), Hamvad tüzek (Il fuoco che si spegne, 1927) esptimono lo stato d'animo dell'Ungheria del dopoguerra. In quanto allo stile e alla forma il V. segue la tradizione della poesia di Giovanni Arany ed anche tale suo tradizionalismo acquistò un significato particolare dopo il crollo dell'internazionalismo.