variazione intraspecifica
Variazione relativa a uno o a più caratteri (di tipo morfologico, genetico, biochimico, etologico ecc.) rilevabile dal confronto tra gli individui di una specie. La variazione intraspecifica evolutivamente importante è quella, in tutto o in parte, geneticamente determinata da uno o da parecchi geni contemporaneamente. Essa può essere descritta all’interno di una singola popolazione di una specie (variazione intrapopolazionale), oppure confrontando tra di loro più popolazioni conspecifiche (variazione interpopolazionale). Nel campione considerato, la variazione intraspecifica del carattere esaminato può assumere un andamento continuo (tipico dei cosiddetti caratteri quantitativi/poligenici, come per es., la statura nella nostra specie, e più in generale la taglia degli organismi), oppure può variare in modo discontinuo (come nei caratteri qualitativi/unigenici, per es., il sistema RH). La combinazione tra tipo di carattere considerato (continuo o discontinuo) e numero di popolazioni studiate (una sola o molteplici contemporaneamente) determinerà quattro diversi assetti di variazione intraspecifica: (a) cline intrapopolazionale (variazione continua intrapopolazionale); (b) polimorfismo (variazione discontinua intrapopolazionale); (c) clini geografici (variazione continua interpopolazionale); (d) razze geografiche (variazione discontinua interpopolazionale). Spesso gran parte della variazione intraspecifica su base geografica è adattativa e correlata ai differenti tipi di ambienti in cui la specie vive; le differenze genetiche e fenotipiche interpopolazionali, che possono essere più o meno grandi, sono da ricondurre a cambiamenti della variazione genetica intrapopolazione che fluisce da una popolazione all’altra.
→ Evoluzione genetica dell’uomo