VARICI (dal lat. varix: fr. varice; sp. variz; ted. Krampfader; ingl. varix; le varici venose si dicono anche Flebectasie, dal greco ϕλέψ "vena" ed ἔκτασις "dilatazione")
Questo termine della patologia indica qualunque dilatazione permanente circoscritta che colpisca un tronco venoso o linfatico; però nell'uso comune la qualifica "varici" viene usata per la lesione che si manifesta nelle vene degli arti inferiori, lesione assai comune che ha richiamato, fino dalla più remota antichità, l'attenzione degli studiosi per la ricerca dei mezzi di cura. Per le varici del plesso pampiniforme del testicolo v: varicocele. Per l'anatomia patologica v. vasi: Biologia.
Chirurgia. - La cura delle varici, per quanto riguarda le varici degli arti inferiori, nei suoi varî indirizzi, risente necessariamente della varietà delle dottrine e delle opinioni che tuttora permangono sull'origine di questa malattia. Esiste anche una cura medica delle varici in diretta relazione con la teoria la quale ammette che le cause costituzionali, alle dipendenze della funzione delle ghiandole a secrezione interna, possano influire, in modo anche determinante, sullo stato varicoso delle vene. Però certamente altri momenti causali, debbono essere ammessi, più strettamente meccanici e locali, per spiegare l'insorgenza delle varici nella grande maggioranza dei casi e perciò la cura chirurgica resta tuttora come quella assolutamente prevalente nel campo della terapia di queste lesioni. Anche la cura chirurgica deve tener conto delle cause delle varici per dirigersi con successo allo scopo e i varî metodi chirurgici possono quindi trovare varie indicazioni. Quando, per esempio, si può essere convinti che la dilatazione varicosa delle vene è dovuta soltanto al fatto dell'eccessiva pressione della colonna sanguigna soprastante, si può pensare di ottenere lo scopo curativo limitandosi, con l'allacciatura della vena in alto, a impedire che nel territorio varicoso, possa farsi sentire la pressione del territorio venoso che sta al di sopra. Se si può constatare che un ostacolo al deflusso venoso è la causa delle dilatazioni varicose, la cura chirurgica potrà essere di piena efficacia dirigendosi alla rimozione di quell'ostacolo; una qualunque entità patologica come un'ernia crurale o inguinale, un neoplasma che abbia sede alla regione inguinale, può essere causa di varici e la rimozione o la cura di quello può far guarire lo stato varicoso. Però non sempre è possibile accertare una causa meccanica delle varici e anche quando è accertata non è sempre possibile eliminarla. Bisogna ricordare a questo proposito lo stato di gravidanza che può creare intermittentemente nelle donne una causa di ostacolo al deflusso del sangue venoso negli arti inferiori e perciò d'insorgenza delle varici. La fine naturale dello stato di gravidanza porta spesso con sé la scomparsa dello stato varicoso delle vene. Può accadere però che la ripetizione degli episodî di stasi, per quanto intramezzati da periodi normali, finisca per produrre una dilatazione delle pareti venose che poi resta permanente anche quando l'ostacolo al deflusso non c'è più. E in tale caso è necessario che la cura chirurgica si diriga direttamente alla lesione e non alla causa di essa.
La più grande parte dei metodi chirurgici che curano le varici tende allo scopo puro e semplice della soppressione delle vene malate o della obliterazione del lume di esse. Il sistema più elementare è quello della asportazione di tutte le vene varicose mediante l'estirpazione chirurgica totale di esse con tecniche varie. È intuitivo che i limiti alle indicazioni di questo metodo sono fissati dall'estensione del territorio venoso varicoso e dalla possibilità che lo stato varicoso non interessi i rami venosi di piccolo calibro creando reti racemose che non possono essere asportate chirurgicamente.
Quando il territorio venoso varicoso è ampio e diffuso può trovare un'indicazione il metodo del taglio a spirale intorno all'arto; un taglio a spirale, che s'approfonda fino alla fascia che riveste i muscoli, interrompe con certezza, a varia altezza, tutta la circolazione venosa sottocutanea e quindi può eliminare le condizioni circolatorie e meccaniche che hanno creato lo stato varicoso, ma può anche fallire allo scopo se la rete di connessioni venose fra i varî territorî, a varie altezze e a varie profondità, è molto ricca.
I metodi chirurgici di minore importanza tecnica, tendenti all'obliterazione del territorio venoso varicoso mediante iniezioni nelle vene di sostanze capaci di produrre l'endoflebite e obliterante la chiusura cicatriziale delle pareti delle vene (p. es., salicilato di sodio) sono quelli che permettono di riuscire con maggior sicurezza a ottenere la scomparsa delle varici. Per mezzo di tali iniezioni si può essere sicuri di raggiungere tutto il territorio varicoso o di limitarsi all'obliterazione soltanto di piccole zone. Tali iniezioni possono essere accompagnate, o no, dalla chiusura della vena al di sopra del territorio varicoso: esiste certamente la possibilità che con tali metodi si formino masse trombotiche che, andando in circolo, possano costituire emboli; però, nella realtà, con gli opportuni accorgimenti di tecnica, questa possibilità può essere evitata. Bisogna ancora ricordare che alle volte lo stato varicoso nel territorio venoso di un arto può essere dovuto alla chiusura da infiammazione (flebite) dei tronchi venosi profondi (iliaco femorale presso la radice della coscia) e in tal caso può essere controindicata l'obliterazione più o meno vasta della circolazione venosa perché in tal modo s'aumenta la stasi venosa dell'arto.
In questi casi la chirurgia deve astenersi dal praticare interventi che possono riuscire dannosi più che utili; a tale proposito è stato anche pensato di ottenere un sollievo ai disturbi dello stato varicoso cercando di ottenere chirurgicamente quella diminuzione di afflusso di sangue nel territorio venoso che si usa di ottenere normalmente con la posizione elevata dell'arto e il decubito orizzontale, e ciò con la legatura dell'arteria femorale (D. Biondi) per diminuire così la massa sanguigna che si versa nelle vene. I risultati possono essere soddisfacenti.