VARNA (A. T., 81)
Capoluogo di okolija nell'oblast′ di Šumen, e, dopo Burgas, il più importante porto marittimo della Bulgaria. La città (43° 12′ N., 27° 55′ E.) sorge sull'area dell'antica colonia greca di Odessos, in fondo all'ansa omonima, chiusa tra i capi S. Dimiter e Galata, a N. della foce della Provadiiska reka, che porta all'Eusino le acque dei due laghi di Devnja e di Gebedže. Questo ultimo (detto anche Devnensko jezero) lambisce da SO. l'abitato cittadino, che non oltrepassa, a S., il canale con cui ne è regolato lo sfocio al mare. La valle della Provadiiska permette l'accesso al tavolato danubiano, dove un gruppo di basse groppe fa da spartiacque tra il gran fiume, il Deli Orman e il Ponto, ed è perciò utilizzata dalla grande via di comunicazione (anche ferroviaria) che per Šumen adduce alla Bulgaria centrale e occidentale, via sulla quale s'innestano quelle scendenti dalla Dobrugia e dal Deli Orman.
Fu nell'antichità uno dei più importanti porti del Mar Nero e tale si mantenne durante tutto il Medioevo quale mercato di esportazione dei cereali, che le navi italiane venivano a caricare in cambio di prodotti manifatturati. Questo commercio soffrì alquanto durante il dominio turco, ma riprese in epoca a noi più vicina per toccare il suo culmine col nuovo stato bulgaro, quando Varna divenne uno dei più attivi porti dell'Eusino. Purtroppo la perdita della Dobrugia, riducendo grandemente il retroterra di Varna, ne compromise lo sviluppo a beneficio di Costanza e di Burgas, che le ha, ormai, tolto il primato fra i porti bulgari. Tuttavia la città ha trovato un certo compenso nell'accresciuto movimento turistico, attrezzandosi come una delle più moderne spiagge dell'Oriente balcanico, e con l'impianto di varie industrie che ne hanno rianimato il commercio.
Nel centro abitato è ancora riconoscibile la topografia del vecchio insediamento cintato, di cui un lembo (quartieri greco e turco) si conserva ancora nelle immediate vicinanze del porto. La costruzione di questo, compiuta tra il 1895 e il 1906 (superfie liquida 210 mila mq.), e il rapido accrescimento della popolazione, quasi raddoppiata in trent'anni (da 24.555 a 41.419 ab. fra il 1880 e il 1910), determinarono l'ampliamento e la trasformazione dei quartieri urbani. La città si estese soprattutto verso N. e NE. mentre gl'impianti industriali si fissarono a occidente della nuova stazione ferroviaria, tra il porto e il canale. Dopo il 1910 l'aumento della popolazione è continuato: 50.810 ab. nel 1920, 60.563 nel 1926, 70.183 nel 1934, cosicché la città è rimasta al terzo posto fra le bulgare. Da notare che, mentre nel 1881 i Bulgari rappresentavano appena 1/4 della popolazione urbana, nel 1926 ne costituivano quasi i 3/4. Accanto ad essi vivono 5 mila Turchi, circa 2 mila Ebrei e più di un migliaio di Greci. Gl'Italiani erano in pari data 104.
Il movimento del porto, che aveva superato 160 mila tonn. annue di merci scaricate e 280 mila di caricate prima delle guerre balcaniche, si è ridotto a 42 mila e 196 mila rispettivamente nel 1931. Le cifre esprimono il carattere marittimo di Varna, prevalentemente di esportazione: in questa dominano, ora, come sempre, i prodotti del suolo e soprattutto i cereali.
Varna è sede di una scuola superiore di commercio e delle Bălgarski Naroden Morski Zgovor (Società nazionale bulgara talassografica) che ha un Istituto per lo studio del Mar Nero. Esiste anche una stazione di zoologia marina con acquario.
Monumenti. - Numerosi monumenti dell'antichità trovati nella città e nei dintorni sono stati raccolti in un museo locale. Di due grandi chiese dei primi secoli del cristianesimo non si sono ritrovate che le fondamenta. La città non possiede monumenti notevoli dell'arte bulgara contemporanea, né ha avuto parte imponante nello sviluppo di essa.
Storia. - La città ha preso il posto dell'antica Odessos, la quale fu colonia di Mileto, e fece parte con Tomi, Callatis, Histria, Mesembria, Apollonia, del gruppo di colonie greche che potremmo chiamare della foce del Danubio. Alla pari di esse ebbe lotte con le tribù gotiche e scitiche, con Lisimaco di Tracia, e si strinse poi ai Romani contro il comune pericolo dei barbari minacciosi. Durante l'impero fece parte della provincia Moesia Inferior. Coniò monete (stateri d'oro e tetradrammi) sul tipo delle monete di Alessandro Magno e di Lisimaco, e anche in età imperiale ebbe come molte città greche facoltà di coniare monete di bronzo che vanno da Traiano a Salonina. Si fa in esse menzione di un Θεὸς Μέγας 'Οδησιτῶν.
Dopo aver subito, nei secoli V e VI, diverse incursioni di genti unne e slave, Varna fu stabilmente occupata dai Bulgari sotto il regno di Costantino IV Pogonato (668-685) e prese da loro il nome. Per la sua posizione sulla costa del Mar Nero, difesa dalla parte di terra da una linea di colline, divenne una città forte ed ebbe una notevole importanza nella storia militare della Bulgaria. Nella seconda metà del sec. X, avendo l'imperatore Giovanni Zimisce conquistato la Bulgaria orientale e deposto il re Boris (969-972), Varna tornò sotto il dominio bizantino e vi rimase fino alla restaurazione del regno bulgaro compiuta dai fratelli Pietro e Giovanni Asen (fine del sec. XII). I Turchi la conquistarono, insieme col resto della Bulgaria, nell'ultimo decennio del sec. XIV e cinquant'anni dopo, nel 1444, sotto le sue mura, il sultano Murad II disfece l'esercito cristiano comandato del re d'Ungheria e Polonia Vladislao e da Giovanni Hunyadi, voivoda di Transilvania. Sotto il lungo dominio ottomano Varna mantenne il suo carattere di città bulgara e la sua importanza militare, costituendo, con Sciumla, Rustciuk e Silistria (che si disse il quadrilatero di Varna), il sistema su cui si appoggiava la difesa dell'impero sul basso Danubio. Il suo nome si trova spesso ricordato nella storia delle guerre della Turchia specialmente con la Russia. Dai Russi fu occupata per breve tempo nel 1610 e nel 1828. Nel 1854 fu la base di operazione dell'esercito franco-inglese contro la Crimea. Il dominio ottomano ebbe termine nel 1878 quando, in seguito alla guerra russo-turca, al congresso di Berlino fu creato il principato di Bulgaria.