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VARNA

di A. Tschilingirov - Enciclopedia dell' Arte Medievale (2000)
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VARNA

A. Tschilingirov

(gr. ᾽ΟδεσσόϚ)

Città portuale della Bulgaria, capoluogo dell'omonima provincia, posta lungo la costa occidentale del mar Nero.

Intorno al 585 a.C. Mileto fondò la colonia di Odessós lungo la sponda settentrionale della baia del lago di V., poi distrutta nel sec. 1° a.C. dai Geto-Daci, quindi riedificata e dal 46 a.C. facente parte dell'Impero romano con la fondazione della provincia della Moesia Inferior. Nel sec. 4°, la città divenne sede vescovile dipendente dalla sede metropolitana di Marcianopoli (oggi ai margini della città di Devnja, a km 30 a O di V.) e in seguito alla distruzione di quest'ultima ne prese il posto nel corso del 6° secolo. Sotto Giustiniano (527-565), la città conobbe, dopo le invasioni barbariche, un momento di considerevole crescita economica e culturale che ebbe i suoi esiti in una vivace attività costruttiva nell'ambito dell'edilizia religiosa e difensiva. Tra i monumenti di questo periodo vanno citati: una basilica a tre navate su colonne con mosaico pavimentale, posta al centro di V., di cui si conservano resti della costruzione (Varna, Arheologitcheski muz.); una grande basilica a tre navate su colonne, provvista di abside, nartece, matroneo e battistero, sulla collina di Pirinč-Tepe, a S-O di V.; la basilica presso Džanavar-Tepe, ugualmente a S-O della città, a navata unica, coperta a botte, provvista di cripta, battistero, nartece, catecumenium e, a E, di due ambienti laterali coperti a volta, come anche di una ricca decorazione interna di marmi e mosaici. All'elenco vanno aggiunte anche la basilica nelle campagne di Galata, a S di V., e la basilica presso la fortezza di Ossenovo, contraddistinta da una ricca decorazione scultorea (Varna, Arheologitcheski muz.). La cronologia della maggior parte degli edifici e della loro decorazione rimane controversa.Questa fase di fioritura terminò con le invasioni degli Avari, degli Slavi e dei Bulgari, avvenute nel 6° e 7° secolo. La città entrò a far parte del regno bulgaro nel sec. 9°, ottenne il nome V. e fu nuovamente fortificata con il c.d. muro di Asparuch, mentre furono ricostruiti e rinnovati tutti i castelli antichi e altomedievali che avevano fatto parte del sistema difensivo bizantino, tra cui le importanti fortezze di Kaliarka (al posto dell'antica città di Tirisis, costruita nuovamente nei secc. 13°-14°), Kavarna (documentata a partire dal sec. 14°), Karvuna (sec. 11°) e Kranevo (rinnovata nel sec. 14°), a N di V., così come Galata ed Emona, a S della città, che da quel momento in poi avrebbero dovuto difendere il confine nordoccidentale del regno bulgaro.

Nel pieno del Medioevo, V. svolse un ruolo importante come centro nevralgico dell'amministrazione delle regioni nordoccidentali del regno bulgaro e come sede metropolitana; la maggior parte delle chiese più antiche fu rinnovata e, al pari delle antiche terme nel centro della città, utilizzata fin in epoca tardomedievale.

Durante il dominio bizantino, nei secc. 11° e 12°, e dopo la riannessione al regno bulgaro nel 1201, V. mantenne la sua posizione di principale porto bulgaro e di importantissimo luogo di passaggio tra Costantinopoli e le regioni balcaniche. Nel sec. 14° a N della città sorse il monastero rupestre di Aladža, come centro dell'esicasmo, di cui si sono conservate una chiesa ricavata in un antro naturale, con pochi resti di affreschi dei secc. 14° e 15°, e le celle dei monaci.Nel 1444, in seguito alla sconfitta presso V. delle forze alleate degli stati cristiani al comando del re polacco Ladislao III, la città divenne turca.V. ospita numerosi musei, tra cui l'Arheologitcheski muz., fondato nel 1908, con un'importante collezione di opere antiche e di epoca bizantina, e il Muz. na văzrozhdenskata ikona, che contiene una collezione di icone.Accanto alla necropoli eneolitica, emersa nel 1972 durante gli scavi archeologici nella zona occidentale della città, sono degni di nota per la storia della Bulgaria i reperti delle necropoli medievali bulgare presso Devnja e Novi Pazar, a O di Varna.

Bibl.: K. Škorpil, Severoiztočna Bălgarija v geografičesko i etnografičesko otnošwenie [Aspetti geografici ed etnografici della Bulgaria nordorientale], Sbornik na Bălgarskata Akademija na naukite 7, 1892, pp. 3-83; id., Odesos i Varna [Odessós e V.], Bulletin de la Société archéologique de Varna 3, 1910, pp. 3-23; V. Ivanova, Stari cărkvi i manastiri po bălgarskite zemi [Chiese e monasteri antichi in territorio bulgaro], Jahrbuch des Bulgarischen Archäologischen Nationalmuseums Sofia 4, 1922-1925, pp. 429-582: 458-461; K. Škorpil, Archeologičeski beležki ot Černomorskoto krajbrežie [Notizie archeologiche sulla costa del mar Nero], Bulletin de l'Institut d'archéologie 6, 1930, pp. 57-88; id., Constructions stratégiques dans la région de la Mer Noire sur la Péninsule Balkanique, I, Barrière principale du système de fortification Est-balkanique, ByzSl 3, 1931, pp. 11-32; id., Antični pametnici ot Zapadnoto Černomorsko krajbrežie [Monumenti antichi della costa occidentale del mar Nero], I, Pametnici ot Varna [I monumenti di V.], Bulletin de l'Institut d'archéologie 14, 1940-1942; S. Stančev, S. Ivanov, Nekropolăt do Novi Pazar [La necropoli di Novi Pazar], Sofija 1958; G. Tontschewa, Das Aladsha-Kloster, Sofija 1958; D.I. Dimitrov, Das Felsenkloster ''Aladsha'', Varna 1963; id., Rannobǎlgarski nekropol Nr. 3 pri Devnja [La necropoli protobulgara nr. 3 a Devnja], Bulletin du Musée National de Varna 8, 1972, pp. 45-65; id., Rannobălgarski masov grob pri grad Devnja [La fossa comune protobulgara della città di Devnja], ivi, 10, 1974, pp. 109-129; G. Tschavrakov, Bulgarische Kloster, Sofija 1974, pp. 158-159; A. Tschilingirov, Die Kunst des christichen Mittelalters in Bulgarien, Berlin-München 1978; A. Kuzev, V. Gjuzelev, Bălgarski srednovekovni gradove i kreposti [Città e castelli medievali bulgari], I, Gradove i kreposti po Dunav i Černo more [Città e castelli sul Danubio e sul mar Nero], Varna 1981, pp. 246-325; D.I. Dimitrov, Das Aladsha-Kloster, Sofija [1982]; P. Berbenliev, Kunstdenkmäler in Bulgarien, Leipzig 1983, p. 355; G. Džingov, Apports ethno-culturells de Kaliakra, in Dobrudža. Etudes ethno-culturelles. Recueil d'articles, Sofija 1987, pp. 159-181; V. Gjuzelev, Medieval Bulgaria. Byzantine Empire, Black Sea. Venice. Genoa, Villach 1988.A. Tschilingirov

Vedi anche
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